Penuria di abitazioni, prezzi alle stelle, difficoltà ad accendere un mutuo. Il “caro-casa” è il tema che scotta e il Governo non parla di “emergenza”. Ma l’OGBL non resta a guardare

Martedì 23 settembre alla Chambre des Salariés il Dipartimento Immigrati di OGBL (sezione centro) ha organizzato una Tavola Rotonda che ha registrato un enorme affluenza di pubblico e che ha cercato di fare il punto su quello che si può considerare come uno dei problemi più urgenti nel Granducato. Dopo il benvenuto di Sonia Neves (segretaria centrale) è stato José Luis Correia (segretario centrale e responsabile stampa) ad aprire il dibattito. Lo ha fatto comunicando un dato allarmante (prezzi alloggi aumentati di ben 9 volte fra il 1975 e il 2022) e ponendo ai suoi ospiti una domanda volutamente provocatoria: “l’accesso all’alloggio è un diritto fondamentale. Lussemburgo, vista l’emergenza, lo rispetta?”.
La prima a rispondere è stata André Gindt (consigliera al Ministère du Logement e de l’Amenagement du territoire), la quale ha confermato che il Governo ha messo in moto varie misure risolutive, ma che ci vuole inevitabilmente tempo per concretizzarle poiché si tratta di costruire nuove abitazioni a prezzi “sociali” e i tempi tecnici non sono immediati. Altra misura varata: sostegno finanziario a chi realizza “abitazioni popolari” e accordi con i privati x ottenere affitti più equi. Alla seconda domanda di Correia (a che punto è il “patto sociale 2.0?”) ha risposto Gilles Hempel dell’AIS (Agenzia Immobiliare Sociale). In merito a tale provvedimento (lo Stato dà soldi ai Comuni affinché costruiscano case popolari, ndr) Hempel afferma che le prospettive sono migliori rispetto al precedente patto del 2009 poiché il problema ora è molto più grave, ma che è presto per vedere i risultati. E non bisogna dimenticare l’autonomia dei Comuni in tal senso (diritto iscritto nella Costituzione); Comuni che il Governo può solo sensibilizzare, ma non obbligare. Gli fa eco Jean-Michel Campanella, presidente di Mieterschutz asbl (https://www.mieterschutz.lu/fr), il quale ci ha parlato della sua associazione nata nel 2020, che offre consulenza legale gratuita ai suoi membri e che ha già oltre 600 dossier da trattare. I numeri testimoniano l’emergenza. Campanella (che parla benissimo italiano) ci ha parlato di “esodi” oltre frontiera (anche di cittadini lussemburghesi) e di oltre 6.500 domande fatte al Fonds de Logement x un’abitazione a prezzi calmierati. Queste cifre allarmanti non compensano comunque una falla di dati, come denuncia Magdalena Gorczynska (ricercatrice al LISER/osservatorio dell’abitazione), la quale ha lamentato una scarsa partecipazione di pubblico ai sondaggi (necessari per individuare problemi e cercare soluzioni) e ha approfittato dell’evento per lanciare un appello e invitare il pubblico a reagire. E nel frattempo il Ministero dichiara che non c’è uno “stato di emergenza”…Frédéric Krier (del Dipartimento della Funzione pubblica dell’OGBL) è ovviamente di tutt’altro parere. Spiega che già 10 anni fa cominciava a mancare la manodopera per costruire case, che il sempre più difficile accesso ai mutui costringe a scegliere l’affitto (con conseguente aumento dei prezzi), che il Governo comincia a maturare una presa di coscienza, ma che non mostra la volontà di intervenire su proprietari e costruttori. “Quest’ultimi due che – chiosa Correia con sarcasmo – sono al fin fine…elettori!”.

Ed è così che chi dovrebbe cambiare le cose non lo fa. Niente tasse salate sulle grandi proprietà, su chi tiene alloggi sfitti (Hempel dice che si potrebbero fare controlli in tal senso, ma che chi governa si guarda bene dal farlo). E ancora: il “tetto massimo d’affitto” è tabù e la legge del 5% (l’affitto annuale di un bene immobiliare non arredato non può essere più del 5% di quanto il proprietario pagò l’immobile) non è mai rispettata e mai condannata. Per fortuna qualche lieve miglioramento c’è. Lo dice Campanella, che parla di nuove regole per gli affittuari, come le spese di agenzia al 50%, tempi più brevi per riavere la caparra, più regole per la co-abitazione. Ma il sacrosanto diritto all’alloggio vacilla. E tanto. Eppure di soluzioni ce ne sarebbero. Le evoca ancora Correia.
Tre esempi? Case più alte per contenere più appartamenti, accordi con i Paesi limitrofi, case costruite da grandi società per i propri dipendenti (Arbed lo fece in passato). Campanella si è mostrato scettico sul punto 2 (forse possibile solo con fondi EU) e si è detto convinto che è la società che deve cambiare la sua forma mentis. I giovani devono capire che una villetta di proprietà sarà sempre più un miraggio e che si dovrà sempre più accettare di vivere in un appartamento in affitto. Hempel concorda invece sul punto uno, perché vale più il diritto ad avere un tetto sopra la testa che il lusso di non avere davanti un palazzo a farti un po’ di ombra. Al momento del dibattito è stato commovente l’intervento di un giovane eritreo (che ha parlato a nome di un folto gruppo di connazionali presenti) raccontando di gente ormai cacciata di casa perché non più in grado di pagare la pigione. Se non è emergenza questa…Correia ha concluso la serata con una promessa. L’OGBL non resterà a guardare.
Maria Grazia Galati
