Dal 12 al 28 giugno il presidente dell’ANPI lancia la staffetta partigiana “Muoviamoci!” attraverso i luoghi simbolici della storia italiana e europea per rilanciare “un’altra Europa” a partire dai quattro punti cardine: pace, diritti, lavoro, democrazia
“Negli ultimi tre anni – scrive Gianfranco Pagliarulo – ma in particolar modo nell’ultimo, si è posta con urgenza a tutti popoli europei la questione di quale UE vogliamo”. L’iniziativa è mossa, secondo Pagliarulo da due ragioni. Innanzi tutto perché l’attuale Unione sta fallendo il suo compito storico, naufragando in un vortice bellicista, una crisi economica e sociale e un profondo deficit democratico. In secondo luogo, perché non si può uscire da questa crisi con un semplice ritorno agli stati nazionali che rinfoltiscono i nazionalismi e sono destinati a soccombere davanti alle grandi potenze. ”Per questo noi diciamo piu’ Europa, ma un’altra Europa”. Per la staffetta sono stati scelti luoghi tutti simbolici: Ventotene, Predappio, Acerra, ed infine Trieste al “Narodni Dom”, la casa slovena che fu incendiata dai fascisti nel 1920.Aggiunge ancora Pagliarulo: “La deriva dell’Europa è uno spostamento all’estrema destra, mentre sta smarrendo le proprie radici antifasciste e antinaziste. In molti Paesi dell’Est (europeo) si riabilitano i collaboratori dei nazisti, e anche nel nostro paese è in corso un tentativo per sminuire la Resistenza.
Ecco le risposte di Pagliarulo alle domande di Michele Gambirasi del Manifesto:
ll 21 giugno ci sarà anche la manifestazione nazionale contro il riarmo europeo, cui l’Anpi ha aderito (m.g.)
Non solo, il 15 giugno da Marzabotto a Montesole ci sarà una marcia dedicata a Gaza, che abbiamo co-promosso e che abbiamo inserito nel programma della staffetta. Il 21 giugno poi saremo a Roma, perché il riarmo si inscrive nelle dinamiche di questa nuova Europa bellicista che vogliamo contrastare, la pone davanti a una contraddizione: non c’è più l’Ue, ci sono alcuni stati dell’Ue che si muovono autonomamente rispetto a una linea di comportamento comune confusa e pasticciata.
Pace, democrazia, lavoro e diritti, sono queste le parole su cui l’appello si propone di rilanciare un’altra Europa. Sono temi su cui le destre perdono consensi? (m.g.)
Quando parliamo di diritti intendiamo tutti i tipi: civili, umani, sociali. Li nomino tutti perché i diritti sociali si sono erosi negli ultimi 15 anni, quando al governo non c’erano solo le destre. Mentre i diritti umani attengono alle questioni migratorie, che sono collegate al cuore di tenebra dell’Europa: le guerre in Afghanistan, in Iraq, in Libia, in Siria. Le destre di oggi, di tutti i tipi, da quella europea a quelle americane di Trump e Milei, nascono nella crisi delle democrazie liberali iniziata nel 2008. E sulla pace hanno idee diverse: c’è un pezzo putiniano, e poi ce n’è una parte più realista del re, legata alla Nato, particolarmente guerrafondaia. La tragedia è che popolari e gran parte dei socialisti si comportano nello stesso modo e spingono verso la deriva bellicista: è su questa contraddizione che dobbiamo muoverci e lanciare il grido pacifista.
Lavoro e diritti sono temi anche dei referendum di oggi e domani: con che spirito l’Anpi va al voto?
Noi andiamo per la dignità del lavoro, delle persone e dell’Italia. Dopo tanti anni con questa campagna referendaria si è riusciti a imporre il lavoro come tema principale nel dibattito pubblico. È il fondamento del nostro paese, l’articolo 1 della Costituzione, ma per anni è stato derubricato dall’agenda politica: ora è tornato ad essere al centro.”
Su www.anpi.it i lettori di PassaParola potranno leggere il programma completo della staffetta che inizia il 12 giugno da Ventotene. Oggi più che mai la difesa del sogno europeo concerne ciascuno di noi.
Carlo degli Abbati
