Intervista a Sveva Graziotto, giovanissima, autrice di un libro coraggioso, ImmensaMente (Ronzami Editore, 2024) che parla del male oscuro sempre più frequente in giovane età. L’autrice, che è stata ospite della Dante Alighieri Lussemburgo alcuni mesi fa, lancia un messaggio di ottimismo e ci allerta sull’universo web, sperando che le sue parole siano di conforto ai suoi coetanei
Come nasce l’idea di questo libro e perché?
ImmensaMente nasce nell’estate del 2021. Era un periodo per me molto buio, stavo affrontando dei problemi personali e la stesura di questo romanzo mi ha non solo aiutata a elaborare la mia sofferenza, ma anche, in piccola parte, a superarla. Il romanzo non parla di me, non è un’autobiografia, però le riflessioni all’interno nascono da un dialogo continuo che avveniva nella mia testa in quegli anni. Ho sofferto di depressione per buona parte della mia vita e fortunatamente ho intrapreso un percorso di psicoterapia grazie al quale oggi sono guarita. Non volevo che tutta la sofferenza che avevo provato fosse stata inutile, volevo appuntarla perché fosse di aiuto a chi si trova a leggere le mie parole.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai lettori e alle lettrici?
Che vale la pena continuare a lottare. Che c’è un futuro dopo tutta la sofferenza. Che non ci rendiamo conto di aver percorso una strada finché non siamo andati oltre.
Si tende a pensare che i dolori che proviamo colpiscano solo noi e noi soltanto. Io vorrei che i miei lettori si sentissero confortati. Vorrei riuscire a dare voce a ciò che loro non sono in grado di spiegare, così che possano definire la loro sofferenza e capire come esplicitarla per poi chiedere aiuto.
Il tema della depressione fra i giovani e le giovani è attuale e scottante. Perché a tuo avviso?
Io ho iniziato a stare male molto presto, ero ancora una ragazzina. Nel mio caso forse le motivazioni erano più personali. È un discorso trito e ritrito, ma sicuramente la pandemia e l’utilizzo dei social media hanno aggravato e continuano ad aggravare questo senso di disperazione nei giovani. Certo, i social li uso anche io, ma non si può fingere che essere bombardati costantemente da migliaia e migliaia di informazioni non filtrate non sia in qualche modo deleterio per la salute mentale. I giovani sono sempre più isolati.
Il libro nel finale regala una speranza. Quanto conta l’attitudine positiva nel superare un momento di depressione?
Tanto. Ma credo che sia una grande fortuna trovare questa forza in sé. Io l’ho voluto tantissimo. Volevo stare meglio, volevo guarire. Questo non significa però che se non si trova dentro di sé la spinta per andare avanti allora tutto è perduto. Tantissime persone che soffrono non hanno gli strumenti per farsi forza da soli; è per questo che bisogna destigmatizzare la salute mentale e essere pronti a intervenire in aiuto di chi non ce la fa per conto proprio.
Ce la si può fare anche da soli/e?
La crudeltà del disturbo depressivo è quella di farti credere di essere solo. Che nessun altro possa capire il tuo dolore, che non ha senso chiedere aiuto perché nessuno sarà in grado di darti il supporto che ti serve. È una bugia. L’uomo è da sempre un essere sociale, vive in una comunità e nella comunità trova la sua salvezza. Dobbiamo parlare e parlare tanto anche di tutte quelle tematiche scomode e che ci mettono a disagio, come la depressione.
Io per anni sono stata in silenzio perché mi sembrava ci fosse qualcosa di anormale in me e mi vergognavo profondamente. È questo che porta le persone a un punto di non ritorno. Se invece chi sta bene crea un ambiente di accettazione per chi soffre, saremo in grado di portare un vero aiuto. Questo è quello che cerco di fare io con la mia testimonianza: mi imbarazza parlare del mio dolore, ma il pensiero che chi ascolta possa esserne rincuorato mi dà la forza di raccontare.
Hai progetti da anticiparci?
Sto lavorando a molti progetti ultimamente. Ho un romanzo pronto, ma forse ci vorrà un po’ di tempo prima che veda la luce. La mia priorità ora è portare avanti il messaggio di speranza di ImmensaMente. Ho appena conseguito un master in ‘’Creative Writing’’ alla Dublin City University, dove ho studiato sceneggiatura teatrale e cinematografica, e mi piacerebbe muovere qualche passo in quella direzione. Non smetto mai di scrivere, su TikTok condivido testi poetici e riflessioni. La scrittura è la mia valvola di sfogo, l’unico modo in cui mi sento veramente utile e completa. Non penso sarò mai in grado di posare la penna.
Intervista raccolta da Maria Grazia Galati
SVEVA GRAZIOTTO
(Treviso, 2000), laureata in Lettere Classiche all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Master in Creative Writing alla Dublin City University.
Pubblica il suo romanzo d’esordio, La Ragazza che Pesava il Tempo, nel 2017 per Santi Quaranta (Treviso); nel 2020 pubblica il romanzo Figlie (Gruppo Albatros, Roma).
ImmensaMente è il suo terzo romanzo.