Intervista esclusiva a Monique Veaute, la nuova direttrice artistica del Festival dei Due Mondi di Spoleto
La 64° edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto (PG), il più antico fino in Italia, si terrà quest’anno dal 25 giugno all’11 luglio. Più di 60 spettacoli (tutte première), oltre 500 artisti da 13 Paesi, 17 location. Ospite dal Lussemburgo: Francesco Tristano & the New Beach Players che si esibirà il 3 luglio in Piazza Duomo.
Quali sono le novità rispetto alle edizioni precedenti?
Vi sorprenderà, ma sto facendo un grande salto nel passato, perché quando mi è stato proposto dal Ministro Franceschini e dal Sindaco di Spoleto di dirigere il Festival, mi sono interessata molto alla sua storia, perché 63 anni di vita per un Festival non sono poco. In fondo Spoleto è un po’ come la Biennale di Venezia: due grandi istituzioni, una più verso l’arte e l’architettura, l’altra verso lo spettacolo dal vivo, che sono state inventate in Italia. Dunque mi sono resa conto che il suo fondatore Gian Carlo Menotti era un vero genio, nel senso che per primo ha avuto l’idea di andare in una piccola città, e non in una capitale dove normalmente si svolgono le grandi manifestazioni culturali. Ha scelto una città, che ha trasformato in un grande palcoscenico della musica ed io riprendo esattamente questo, e anche il ritmo in cui lui l’ha programmato. Il che significa che si parte verso le 12 con il Concerto di Mezzogiorno e fino a sera si percorre tutta la città con musica, danza e teatro. Dunque tanta musica, molti concerti in piazza e anche tutti i tipi di musica: barocca, medievale, classica o romantica. Ma non solo, anche musica di inizio del secolo scorso, contemporanea, jazz, ma anche pop music e musica elettronica.
Il pubblico del nostro mensile è ovviamente un pubblico di italiani che vivono all’estero, ma anche di lussemburghesi, francesi e tedeschi: quali pensi che possano essere i temi interessanti per gli stranieri che vengono al Festival di Spoleto?
Ci sono molte cose interessanti a Spoleto, a cominciare dalla città, che è una città medievale, assolutamente particolare, in una zona ricca di tantissime cose magnifiche da vedere e che è molto fresca d’estate perché ci sono tanti boschi. C’è un artigianato straordinario, in particolare la ceramica, e si mangia divinamente bene. Direi che sono delle condizioni speciali e poi, ovviamente, il Festival aggiunge qualcosa, che è anche un piacere della mente, perché la curiosità fa scoprire anche, grazie al Festival, tantissimi altri luoghi. Ci sono chiese e cortili dove ho programmato del teatro e della danza, che sono dei luoghi inaspettati, e che riscoprono la città in un modo diverso. Ma la cosa interessante, ed è quello che ha ispirato anche Menotti, è il contatto con il contemporaneo, nel senso che, in ogni caso, gli esecutori di oggi suonano la musica classica in un modo diverso da quello del passato.
C’è una parte del programma dedicato ai giovani. Cosa c’è di interessante per loro?
Ci sono diverse possibilità; infatti una delle cose che mi ha colpito, ma in realtà non sorpreso, è che i giovani sono molto più curiosi di quello che sembra, e sono interessati anche alla musica classica. Ovviamente mi riferisco anche alla danza, ma in particolare alla danza contemporanea, dunque niente tutù e il ballare sulle punte anche se, ovviamente è un’arte assolutamente di tutto rispetto. A me piace moltissimo la danza contemporanea che unisce: come nel caso di Mourad Merzouki, presente nel primo weekend del Festival, che mescola il rap, la musica barocca, la tarantella e il canto. È una cosa assolutamente straordinaria. Dunque, io credo che il programma sia molto vario e spero di suscitare la curiosità del pubblico.
Roberta Alberotanza
Programma: https://www.festivaldispoleto.com/spettacoli/programma/
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