Alla scoperta di due mete insolite ma di grandissimo valore storico, tali da essersi meritate il riconoscimento di European Heritage Lebel
Cadine, in provincia di Trento, conta meno di 1 500 abitanti. Luogo piccolo, ma pieno di storia e scenario di eventi storici contemporanei di grande portata. Il Trentino è sempre stato uno degli assi principali di comunicazione e transito fra l’Europa centrale e il bacino del Mediterraneo. Per questo, sin dalle epoche più antiche, il territorio è stato densamente fortificato. Fu però soprattutto a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, quando, dopo le guerre di indipendenza il Trentino divenne territorio di confine fra Regno d’Italia e Impero austro-ungarico, che si intensificò la costruzione di opere a sbarramento delle possibili vie di accesso da Sud.
Il Forte di Cadine rientra in questo gruppo di fortificazioni costruite nel 1860-1 dal maggiore del Genio Militare Gustav Hermann. La sua particolarità è che si tratta di una tagliata stradale in conci di pietra calcarea e che è dotato di casematte per l’artiglieria e i fucilieri. In tal modo la via d’accesso alla città non era chiusa solo da un portone, ma dall’intera costruzione. La Provincia autonoma di Trento ne ha curato il restauro, iniziato nel 2006, rispettando le tecniche costruttive originarie e ricostruendo in analogia le parti murarie mancanti. Gli spazi del Forte sono stati allestiti con un tavolo multimediale, un plastico dinamico, installazioni e pannelli esplicativi che illustrano i temi della Grande Guerra e del sistema fortificato trentino.
Nel 2018 ha ricevuto il marchio del patrimonio europeo, importante riconoscimento che viene conferito ai luoghi che simboleggiano e celebrano gli ideali, i valori, la storia e l’integrazione europea.
A Pieve Tesino sorge invece la Museo-casa De Gasperi, che prende il nome dal padre fondatore della CECA e della Comunità Economica Europea: uno scrigno di storia trentina, italiana ed europea. Alcide De Gasperi nacque il 3 aprile 1881 a Pieve Tesino, non lontano da Trento. Il paese ha ancora impressa nelle sue mura la storia di un grande statista italiano, personaggio chiave nel processo storico d’Italia e della CEE, ma purtroppo ancora poco conosciuto dalle nuove generazioni. La sua casa a Pieve Tesino è ora un museo dove è possibile conoscere meglio la vita e la carriera politica di De Gasperi.
Non si tratta però di una casa rimasta com’era, non si trovano mobili d’epoca, ma tra le sale ci si muove lungo un allestimento moderno, nel quale la vita di De Gasperi si intreccia con la storia del Trentino, dell’Italia e dell’Europa del secolo scorso attraverso documenti, testimonianze, ricostruzioni, suoni e immagini. I tre piani della casa ripercorrono la vita di De Gasperi mantenendo la divisione in “tre vite”: la prima, 37 anni vissuti nel Trentino asburgico. Fu nella capitale asburgica che il grande statista entrò in contatto con il movimento cristiano sociale e iniziò a muovere i primi passi nella politica. Qui si impegnò per l’autonomia delle popolazioni italiane del Trentino e, allo scoppio della guerra contro l’Austria, si schierò per la neutralità italiana.
Dopo la guerra e l’annessione del Trentino all’Italia, De Gasperi continuò l’attività politica fino ad essere eletto deputato nelle liste del Partito Popolare nel maggio 1921. Al secondo piano è possibile scoprire la fase di vita di De Gasperi nel Regno d’Italia tra le due guerre; la terza fase è accennata al terzo piano. Dal 1929 si rifugiò in Vaticano, dove ottenne un incarico da bibliotecario e dove contribuì alla riorganizzazione di un partito di ispirazione cristiana, che nel 1942 sarebbe diventato la Democrazia Cristiana. Con la caduta del fascismo, in rappresentanza del suo nuovo partito di cui fu anche segretario dal 1944, entrò a far parte del Comitato di liberazione nazionale.
Nel 1944 fu Ministro degli Esteri nei governi Bonomi e Parri e dal dicembre 1945 Presidente del Consiglio alla guida di un governo di unità nazionale. Nel gennaio 1947 si recò negli Stati Uniti, dove ottenne il sostegno economico alla ricostruzione italiana, offrendo in pari tempo garanzie circa l’adesione dell’Italia al Patto atlantico. Al governo a più riprese dal 1945 fino al 1953, morì a Sella di Valsugana il 19 agosto 1954. È sepolto a Roma, nel porticato della Basilica di San Lorenzo fuori le mura.
Amelia Conte
QUANDO VISITARE IL FORTE
Fino al 3 novembre 2019:
da martedì a domenica ore 10.00 – 18.00.
Chiuso il lunedì, salvo diversa indicazione.
Ingresso libero.
Aperto tutto l’anno per visite guidate o laboratori didattici (su prenotazione).
Info e prenotazioni: edu@museostorico.it