Due grandi fotografi con lo stesso modo di vedere la vita, con la stessa umanità nel trattare le persone ritratte: ecco chi sono Dorothea Lange e Mario Giacomelli. Due importanti mostre li celebrano a Milano: “Dorothea Lange” al Museo Diocesano fino al 19 ottobre e ” Mario Giacomelli – Il fotografo e il poeta” a Palazzo Reale fino al 7 settembre

Dorothea Lange è una delle più grandi fotografe del XX secolo. Ha documentato la crescente povertà in atto negli Stati Uniti in seguito alla “Crisi del ’29” e a una siccità durata a lungo che aveva messo in ginocchio sia i cittadini che i contadini statunitensi, costretti a emigrare in California in cerca di fortuna. La Lange collaborò con altri fotografi alla FSA (Farm Security Administration), un programma di studio e di documentazione nato proprio per cercare di aiutare le persone in difficoltà. Emblematica di questa realtà dolorosa e difficile è la foto della “Migrant mother”, la donna con lo sguardo fisso nel vuoto e i bambini aggrappati a lei con i visi nascosti: questa madre è l’ icona della caduta e della risurrezione, perché continua a lottare, nonostante la difficoltà del momento. È una donna che la fotografa ritrarrà altre volte. Nel viaggio dei migranti verso la California si vedono persone che attendono di andare altrove, come nelle foto che ritraggono gli accampamenti dove si riposavano durante il viaggio. Ma avranno un futuro queste persone?

Questa, ritratta dalla Lange, è la storia di una migrazione obbligatoria e non voluta, come testimoniano le immagini delle auto stipate di persone e di oggetti carichi di ricordi. Immagini di bambini ai quali è stata rubata l’ infanzia e che la Lange ha ritratto in modo struggente. Visioni cittadine che non si discostano da quelle rurali: anche qui la gente è in coda per avere del cibo o del lavoro. Purtroppo, la “Grande Depressione” ha coinvolto in modi diversi gran parte degli americani, che si sono ripresi con enorme fatica. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la Lange sposta la sua attenzione sui campi di prigionia dove gli americani avevano internato i soldati giapponesi dopo Pearl Harbor. La foto cercò di documentare obiettivamente questa situazione, ma le immagini a lei richieste vennero secretate ed lei non poté neanche conservare i negativi. Negli Anni Duemila riaffiorarono e sono una testimonianza importante di quel periodo. Dorothea Lange è stata una grande fotografa che ha testimoniato la “Grande Depressione”: chi aveva tutto e, di colpo, non ha avuto più nulla, ha perso tutto. Purtroppo la Storia si ripete sempre, e oggi questa mostra è più attuale che mai.

Ma ha un approccio molto particolare con la fotografia: per lui la fotografia è poesia, è dare un volto alle cose, trasfigurandole, guardandole con un occhio diverso da quello della gente comune. Giacomelli ha uno sguardo ” impressionista”: il movimento, il fluire degli oggetti, l’attenzione particolare alle persone. La sua rappresentazione delle poesie in fotografia è delicata e ricercata come, ad esempio, nella fotografia “Caroline Branson da Spoon River” dove un tronco di legno con due rami laterali, sembra raffigurare Cristo in croce; oppure in “Presa di coscienza sulla natura”, una serie di immagini dove i fili d’erba e i rami si intrecciano come si intreccia la vita; e ancora: ” Per poesie” dove si vedono dei ragazzi sulle giostre che volano liberi; “Presa di coscienza sulla natura “dove due ali di terra si compongono a formare una farfalla; la serie ‘ “Infinito” per rifarsi alla poesia leopardiana, dove l’Infinito si perde nelle foto mosse del paesaggio o negli uccelli sui fili della luce; e poi nel tramonto che, come un velo, copre l’ acqua e vi si rispecchia.

E i famosi, iconici, “pretini”? Sono nati da una poesia di Padre David Maria Turoldo, intitolata “Io non ho mani che mi accarezzano il volto”. Sono pretini gioiosi, burloni, che giocano e si divertono come bambini, mantenendo la loro purezza e il loro candore, come la neve che li avvolge. Altra foto famosa, esposta al MoMA di New York, è il “Bambino di Scanno”, dove si vede un bambino che si trova solo – si avvia solitario – tra donne vestite di nero, quasi come se fosse un fantasma. Anche l’amore è presente nelle foto di Giacomelli, riecheggiando dei versi di Cardarelli in “Passato” e alcune poesie dell’ “Antologia di Spoon River”. In queste foto l’amore è visto attraverso le espressioni del volto di una ragazza; oppure è un’ esplosione di vita, di gioia, di sogno; i ricordi, gli abbracci, l’ amore vissuto intensamente; e il passato, invece, che non ritorna è raffigurato nelle altalene vuote. “Ninna nanna” è il titolo delle foto dedicate agli anziani. “Ninna nanna” la si canta ai bambini, ma anche alle persone anziane di un ospizio, che tornano bambini.

Persone ritratte con delicatezza nella loro disperata umanità. Da ultimo, le foto dei migranti. I nuovi migranti non differiscono molto dai vecchi: stessi sogni, stessa voglia di cambiare, di aspirare ad una vita migliore.

Dorothea Lange: la fotografia che documenta. Mario Giacomelli: la fotografia che emoziona. Due fotografi che hanno compreso l’ essenza della vita.

Anna Violante 

Potrebbe interessarti anche questo

Napoli vista attraverso gli occhi, la voce e la musica di quattro “napoletani doc”

Napoli, città vivace, colta, colorata, musicale, è una combinazione di aggettivi e di sensazioni. Ci sono quattro illustri napoletani che l’hanno rappresentata al meglio negli ultimi anni: Eduardo De Crescenzo, Mimmo Jodice, Peppe Vessicchio e Pino Daniele. Ognuno di loro ha fatto…

Maria-Simulacrum: dove arte, fede e pensiero si incontrano

Apertura ufficiale della mostra Maria-Simulacrum all’Università di Trier. L’inaugurazione ha rappresentato non solo il lancio di un progetto artistico di straordinaria potenza visiva, ma anche un’occasione di dialogo tra linguaggi e prospettive differenti: teologia, moda, filosofia, arte contemporanea e tradizione…

Alla Biennale dei mestieri d’arte De Mains De Maîtres (mani d’artista): quest’anno anche 4 mani italiane

È in programma dal 20 al 23 novembre 2025 la quarta edizione di De Mains De Maîtres presso il palazzo della BCEE (anc. bâtiment Arbed, 19, av. de la Liberté) nel cuore della capitale. Il tema è la Natura Singolare. Anche…

Battiti d’ali maschili: la metamorfosi di un classico

In scena da giovedì 27 a domenica 30 novembre al Grand Théâtre della città del Lussemburgo un appuntamento prezioso da non perdere il Swan Lake del coreografo inglese Matthew Bourne Sicuramente in molti si ricorderanno l’ultima scena del film Billy…