Il comandante Pino Panariello, capitano superiore medaglia d’oro di navigazione mi raccontava dei suoi scali in Cile, a Arica, Tocopilla , alle isole Chiloé, a Iquique, Antofagasta per conto di un armatore italiano. Le sue navi spesso trasportavano i pani di rame prodotti a Chuquicamata e scaricati a Tocopilla mentre la nave poi proseguiva vuota per Antofagasta, dove l’equipaggio si dava normalmente alla pazza gioia. Il motto era stato subito trovato. Chuquicamata era un luogo pericoloso, dove un marinaio italiano con qualche soldo in tasca poteva farsi attaccare, mentre a Tocopilla si ricevano le paghe dell’equipaggio. Quindi “Chuquicamata mata mata, Tocopilla, piglia, piglia, Antofagasta gasta, gasta”
C’erano anche degli episodi più nostalgici. Il comandante, un pomeriggio, aveva attraccato nel porto principale delle isole Chiloé, Puerto Montt, e guardava in solitudine dall’alto della poppa il molo ventoso e deserto quando aveva scorto una sola persona che si avvicinava piangendo sotto la fiancata. Gli aveva dato voce e si era sentito dire fra i singhiozzi “Comandante mi scusi ma anch’io sono italiano e quando ho visto la bandiera illuminata…”. Non c’era punto della costa cilena lunga piu’ di 6.400 km che il comandante Panariello non avesse toccato arrivando sino a Capo Horn, con quei nostromi “capornieri” che fra l’altro fanno anche l’orgoglio di Imperia.
Paese di tutti i climi per la sua estensione longitudinale, era stato scoperto dagli Spagnoli a partire dal Perú. Una prima spedizione nel 1536 di Diego de Almagro, che poi si distinguerà nella sua opposizione a Francisco Pizarro incontrandovi la morte, avrà un destino tragico, vinta dai ghiacci e dalla neve della Cordillera, ostacolo inevitabile nella discesa da Cuzco. Meglio andrà a Pedro de Valdivia che fonderà una città in questa terra in capo al mondo, Santiago del Nuevo Extremo.
Ma il territorio cileno non solo non offriva allora né oro né argento, ma era anche popolato da autoctoni feroci, gli Araucani, che impegnarono per quasi due decenni le truppe spagnole con una resistenza che si protrasse sino al XIX secolo. Per gli spagnoli comunque il fiume Biobío costituì il limite invalicabile della loro espansione. Solo dopo questo periodo le province meridionali di Arauco, Biobío, Malleco e Cautín si aprirono all’insediamento da parte di nuovi immigrati tedeschi impegnati soprattutto nella attività mineraria, nella agricoltura e silvicoltura. Era stata la battaglia di Maipu il 5 aprile 1818 a consacrare l’indipendenza del Cile dagli spagnoli con le truppe del libertador José de San Martín arrivato con tempi da cronometro da Mendoza in Argentina. A differenza di altri paesi sudamericani, dopo la dittatura iniziale dei gen. O’ Higgings, Riquelme e Freyre, il Cile ha conosciuto dal 1830 un periodo di alternanze democratiche e una pacifica vita civile, favorita dalla non sovrapposizione geografica concorrente dell’elemento europeo e della componente amerindia, concentrata solo nelle province meridionali. Dopo la modifica della Costituzione nel 1925 che ha fatto del Cile una compiuta democrazia, si deve arrivare al 1973 perché il paese conosca la fine violenta della presidenza socialista di Salvador Allende e l’avvento al potere, per il decisivo apporto statunitense, del gen. Augusto Pinochet che avrebbe mantenuto il potere con una feroce dittatura sino al 1988.
Durante la sua presidenza il Cile sarebbe divenuto, ancora prima della Reaganomics sponsorizzata da Margareth Thatcher e Ronald Reagan, il laboratorio sperimentale delle teorie economiche ultraliberiste concepite a Washington dai Chicago Boys allievi di Milton Friedman, con Sergio de Castro, in funzione della distruzione ideologica dello stato sociale introdotto da Allende e del controllo dei fondamentali interessi nordamericani sulle risorse minerarie del paese, soprattutto attraverso la multinazionale del rame Anaconda. In realtà, la storia del Cile è legata allo sfruttamento delle sue risorse minerarie, dal guano al salnitro, all’origine della Guerra del Pacifico con la Bolivia, sino al ciclo del rame che dura ancora oggi, essendo dal 1911 in mani statunitensi (Braden Copper, poi del consorzio Anaconda Copper Mining, con uno dei giacimenti più grandi del mondo).
Fu quando fu decisa la nazionalizzazione dell’industria mineraria e Salvador Allende capo del governo di Unidad Popular offrì all’Anaconda nel 1973 come indennizzo un peso, cioè l’equivalente del saldo dei falsi bilanci dichiarati in costante perdita dalla compagnia, che la democrazia cilena venne stroncata dal gen. Augusto Pinochet che agiva come longa manus degli interessi nordamericani nel paese. Il resto è tristemente noto. Solo la presidenza di Patricio Aylwin nel 1989 metterà fine al lungo regime autoritario. Ma l’eredità del periodo di autoritarismo liberista avrà lasciato nel paese alta disparità sociale e forte riduzione delle misure di protezione sociale.
Ancora oggi il coefficiente di Gini con 0,449 è uno dei più alti del Sud-America e l’alto livello di indebitamento delle famiglie crea una diffusa vulnerabilità ai rallentamenti dell’economia. Malgrado ciò il paese figura, grazie alla sua lunga tradizione democratica e alla disponibilità di importanti risorse, nelle statistiche del PNUD, come un Very High Human Development Country – VHHD- nella migliore posizione del sub-continente, 44° sui 191 paesi censiti, con un coefficiente di 0,860, in progressione costante dal 1990. Paese costiero dalla lunghissima estensione sul Pacifico comprende ben 59 gradi di longitudine (da 17°-56 a 76° -66), 6453 km. di costa estesa da Arica nell’estremo nord a Punta Arenas nell’estremo sud. Una superficie di 756.096 km2 (più di due volte l’Italia) con 19.603.733 di abitanti stimati nel 2023 e una densità di 25,9 ab,/km2. I suoi principali parametri segnalati dal PNUD sono una mortalità infantile di 5,4 su 1000 nascite (migliore di quello attuale degli Stati Uniti), una mortalità materna scesa a 15 casi ogni 100.000 nascite dai 57,8 del 1990. Una speranza di vita alla nascita di 79,5 anni (D 81,87 U 77,15) (2022) anch’essa in miglioramento cosante dal 1990 ( 72,57), una scolarità attesa di 16,8 anni ( D 17,08 U 16,46) una scolarità effettiva di 11,1 anni ( D 11,025 U 11,21) un reddito pro-capite annuo calcolato in USD ( PPP 2017) di 24.431 che scende in effettivo a 16.816. La principale ricchezza del paese è mineraria, con il rame come prodotto principale (giacimenti a El Salvador, El Teniente, Chuquicamata, Andina) con i connessi impianti di fusione e di raffinazione da cui si ottengono arsenico, molibdeno, renio, selenio. Ma sono importanti anche i giacimenti di oro (Andocollo e Marga Marga), di argento (La Serena, Taltal e Caracoles) e di zolfo (pendici dell’Aucanquilcha).
L’agricoltura, soprattutto orientata alla esportazione, riguarda il settore ortofrutticolo e vitivinicolo, totalizzando ancora il 4% del PIL e il 5% degli attivi, ma sono anche importanti altri comparti come le foreste, la pesca e l’allevamento soprattutto di alpaca e lama, per la loro lana pregiata. Se il settore primario vale il 36% del PIL con un 22% di addetti, è il settore terziario prevalente con una partecipazione al PIL del 60% e il 73% degli addetti. Particolarmente interessante è nel paese la condizione femminile. Non solo i due indici di GDI (Gender Development Index) e GII (Gender Inequality Index) sono particolarmente positivi con un 0,973 e rispettivamente uno 0,19, in ascesa costante dal 1990 (0,929 e 0,507 rispettivamente) , ma anche la percentuale della popolazione attiva nel totale dei 9.934.288 ( 2023) con il 43,2% è quasi eguale alla componente femminile nella disoccupazione (45,2 %) per una disoccupazione totale dell’8,7%. Addivenuto alla democrazia dopo l’avvento al potere del presidente americano Jimmy Carter che aveva fatto cessare il sostegno alla dittatura, il Cile ha conosciuto dopo la prima presidenza di Patrizio Aylwin nel 1989 una successione ininterrotta per vent’anni di presidenze che emanavano dalla coalizione di sinistra Cooperación pour la Democracia. In particolare sarà la socialista Michelle Bachelet a concludere il lungo periodo nel 2010, con la elezione del miliardario Juan Sebastian Piñera della coalizione di destra Coalición por El Cambio che già era giunto secondo nelle precedenti elezioni.
Dall’ 11 marzo 2022 è in carica come presidente e capo del governo Gabriel Boric del partito di sinistra AD (Apruebo Dignidad). Il 17 dicembre 2023 un referendum popolare ha respinto con il 55,76% dei voti il testo di una nuova Costituzione di ispirazione decisamente conservatrice, redatto dal Consiglio costituzionale in cui i partiti dell’opposizione sono in maggioranza, come sono in maggioranza alla Camera dei Deputati con le elezioni del novembre 2021 con il partito CHP+(Chile Podemos Más) che è una coalizione di destra. Ritornando alla situazione del paese il Cile risulta al 44° posto delle statistiche mondiali della competitività dei sistemi economici (l’Italia è al 42°), i primi tre posti essendo occupati da Singapore, Svizzera e Danimarca. Anche il livello di corruzione del paese risulta relativamente basso, collocandosi al 29° posto su 180 con un indice di Corruzione percepita (Perception Corruption Index) di 66, questa volta bel al di sopra dell’Italia che figura solo al 42° posto.
Fra i paesi UE hanno indici peggiori dell’Italia Polonia, Slovacchia, Cipro, Malta, Croazia, Grecia, Bulgaria, Romania, mentre Danimarca, Svezia, Finlandia, Germania, Paesi Bassi e Lussemburgo sono in posizione di eccellenza entro il 9° posto delle classifiche di Transparency International. Meno brillante come abbiamo già accennato è la perequazione della distribuzione della ricchezza prodotta, dato che paesi latinoamericani più poveri come El Salvador, la Bolivia, la stessa Argentina hanno un miglior coefficiente di GINI. Questo fa pensare che il modello ultraliberista seguito dal paese per più di vent’anni abbia prodotto insieme crescita e diseguaglianze. Ne sono prova le statistiche del PNUD che dimostrano che il 20% più ricco della popolazione cilena possiede il 60% del reddito, mentre il 20% piu’ povero solo il 3,8%.
Il paese resta comunque al centro di importanti investimenti internazionali e possiede un alto livello di riserve (46,37 miliardi di USD) . Ha anche conosciuto per lunghi periodi buoni livelli di crescita intorno al 4% ed una inflazione contenuta. Solo nel periodo post-Covid la crescita che era ancora nel 2021 dell’11,7%, è scesa nel 2022 al 2,4% e nel 2023 allo 0,2 % mentre il tasso di inflazione è salito al 7,6%.
Sotto il profilo delle relazioni internazionali, il Cile, come la Costarica in AC, ha sempre preferito le intese bilaterali alla integrazione in entità multilaterali. Cosi’ è associato e non membro del MERCOSUR, e fa parte dell’APEC, l’Associazione di Cooperazione Economica Asia / Pacifico. Membro dell’ONU, dell’OMC e dell’OSA nell’ottobre 2005 il Cile ha concluso i negoziati con la Cina per un trattato di libero commercio comportante una riduzione daziaria della tariffa cilena sul 92% delle merci nazionali a condizioni di reciprocità. Una libertà di azione “terzomondista” che contrasta per esempio con i mille dubbi del governo italiano attuale di mantenere o meno sotto la pressione americana il memorandum sulla “Via della seta” (programma Belt and Road Initiative) firmato dal primo governo Conte con la Repubblica popolare cinese nel 2019, governo cui va anche il vero merito di avere ottenuto il Next Generation UE da Bruxelles mentre la stampa nazionale apertamente dileggiava il tentativo di ottenere dell’Europa gli eurobond per alleviare la crisi in cui l’epidemia di Covid-19 aveva gettato il paese.
Carlo degli Abbati
Insegna Diritto dell’Unione Europea e Organizzazioni Internazionali al Dip. di Lingue e Culture Moderne dell’Università degli Studi di Genova. Già docente di Economia dello Sviluppo presso lo stesso Ateneo e di Storia dei Paesi musulmani al Dip. di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento; ha insegnato Storia dell’integrazione europea all’Università del Nord-est di Metz