Un uomo deve scoprire la causa dei lamenti del fiume in un mondo diviso tra natura e spazzatura.
Un ponte in legno divideva il mondo degli uomini da quello degli animali. Sormontava il fiume che in basso gorgogliava riempiendo l’aria di mesti sospiri di cui uomini e animali avevano timore. Il mio compito era di trovare la ragione di quel fenomeno. A destra, al di là del ponte, l’erba toccava e solleticava i tronchi degli alberi alti diversi metri e rifugio per scoiattoli ed uccelli. A sinistra, al di là del ponte, grattacieli crescevano allo stesso modo e solleticavano il cielo, rifugio di elicotteri ed aerei celati da strati di fumo plumbeo. Le strade erano colme di plastica come l’erba di insetti, ma di entrambi a nessuno importava. Eravamo così abituati a sentire il “crack” di bottiglie rotte sotto ai nostri piedi che abbiamo dimenticato che un tempo le strade fossero di cemento e che i prati fossero verdi. Per questa ragione, quando tornai dal sindaco e gli dissi che la causa dello strano fenomeno era dovuta a una sacca di plastica larga quanto il letto del fiume che impediva a pesci e corrente di attraversarla, lui mi disse:«Non ricordavo ci fossero fiumi. E poi, cosa sono i pesci?»