Il demografo e antropologo Emmanuel Todd che per primo aveva previsto il crollo dell’URSS, ci racconta, in “La Défaite de l’Occident” (Gallimard, 2024), un’opera in molto commentata in Francia, come l’Unione europea agendo come appendice strategica degli Stati Uniti, sia entrata nell’ingranaggio della guerra contro la Russia. Se in Europa i media nella loro narrazione mainstream si limitano all’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio, Todd ci racconta con profondità di ricercatore iscritto nei tempi lunghi della storia, tutti gli antecedenti del conflitto
Todd ci racconta in particolare la metamorfosi intervenuta nella politica americana che aveva prima conosciuto una fase pacifica, segnata anche da un basso livello di spesa militare, con l’avvento di una fase opposta di Hubris che dal 1999 si protrae sino alla crisi dei sub-prime (2008). Cita come esemplificatore del nuovo pensiero neo-conservatore la figura e l’opera del consigliere americano Zbigniew Brezezinski -antitetica al realismo di un Henry Kissinger- e cita il suo lavoro, esemplare del nuovo pensiero neo-conservatore americano “La Grande Scacchiera”. Dopo il crollo dell’URSS, che gli USA interpretano erroneamente come una loro diretta vittoria, l’Impero americano nato dalla seconda guerra mondiale che ha come punti di appoggio Giappone e Germania, comincia a pensare che la caduta dell’URSS ha ormai reso l’America inutile. Esiste quindi il rischio principale che il polo tedesco si associ alla Russia. Occorre quindi innanzi tutto sottrarre alla Russia l’Ucraina per privarla del suo statuto imperiale, separare (è il tentativo di decoupling attuale) la Germania dalla Russia, infine prepararsi al futuro confronto con la Cina. Segue la descrizione che Todd fa degli avvenimenti che si susseguono da allora e che correttamente allineati servono a meglio comprendere la situazione presente.
Todd ricorda che dal 1999 il budget militare americano aveva ripreso ad aumentare ancora prima degli attentati di New York e che “il piccolo mondo della geopolitica non parlava che dell’iperpotenza americana e del mondo unipolare, La fine della storia nella sua versione militare….(gli Stati Uniti, ndr) si credono tanto invincibili da far entrare la Cina nell’OMC, l’atto politico ed economico più irriflessivo che si possa immaginare. Le sue conseguenze saranno molto più catastrofiche che il ritiro da Iraq o Afghanistan”. Todd cita ancora che Bush junior presenta al mondo la nuova “US National Security Strategy” nel settembre del 2002. Vi spiega come tutti paesi del mondo convergano verso dei “valori comuni” e che “le grandi potenze si ritrovino ormai in un unico campo”. In particolare cita la Russia “al cuore di una transizione su cui fondiamo molta speranza”, ormai divenuto partner nella guerra contro il terrorismo. Poi cita la Cina “i cui dirigenti scoprono che la libertà economica è la sola sorgente della ricchezza nazionale” per concludere che l’America incoraggerà “il progresso della democrazia e l’apertura economica in ciascuno dei due paesi”.
Poi Todd cita la cronaca di quegli anni, quando mentre gli USA si perdono in Iraq ed in Afghanistan e lasciano la Cina decimare la loro industria, la Russia si riprende. E la sua “ vitesse du rebond va surprendre autant que la brutalité de l’effondrement dans les années 1990 ». La guerra in Cecenia di agosto-settembre 1999 con l’invasione del Daghestan e gli attentati sul suolo russo con il suo riuscito controllo da parte del nuovo presidente Putin prova secondo Todd che la Russia non andava più verso la decomposizione, con il recupero economico degli anni 1999-2001, che interessano anche la Germania dopo il decennio di assorbimento della Germania Est.
Se l’Europa degli Anni ’90 comincia a stare meglio degli Stati Uniti, Todd cita come inizio del risentimento americano contro l’Europa l’edizione di giugno-luglio 2002 de la Policy Review in cui Robert Kagan (il marito di Victoria Nuland, punta di lancia della penetrazione americana in Ucraina, di recente dimessasi dal governo Biden, ndr), aveva pubblicato un articolo intitolato “Power and Weakness” seguito da un libro “Of Paradise and Power” dopo il rifiuto di Francia e Germania di partecipare alla guerra d’Iraq. Nel testo del 2002 racconta Todd “avait éclaté un mépris envieux des Européens que Kagan disait « être de Vénus » tandis que les Américains seraient « de Mars »….En d’autres termes les Européens étaient des femmes, pour ne pas dire des femmelettes».Secondo Todd, « questa aggressività virilista aveva per origine la constatazione piu’ o meno cosciente che gli Stati Uniti erano ormai distaccati dal Vecchio Mondo. Nel 2002-2003 erano quindici anni che la speranza di vita degli Europei era superiore a quella degli americani”.
Ma secondo Todd il delirio mégalo americano si amplifica. “Nel 2004 la NATO integra la Bulgaria, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Slovacchia, la Slovenia, la Bulgaria, la Romania (nel 1999 aveva già integrato Ungheria, Polonia, Cechia- ndr). In maniera coordinata, nel 2004 gli stessi paesi (eccetto Bulgaria e Romania) entrano nella UE. I due ritardatari saranno assorbiti nel 2007. A questo stadio, l’espansione della UE è chiaramente un sottoprodotto di quella della NATO” e dice ancora Todd “la ruée verso l’Est continue”.
Poi Todd cita gli avvenimenti storici che riguardano l Ucraina che poi è la parte che vogliamo in particolare evidenziare. Qui occorre fare una premessa come commentatore. L’Ucraina dopo aver avuto accesso alla indipendenza nel 1991 ed essere entrata nella Comunità degli Stati Indipendenti già membri dell’URSS, aveva avuto garanzia di integrità territoriale con la firma del Memorandum di Budapest del 1994 da parte di Russia, Stati Uniti, Gran Bretagna. Aveva accettato di spostare in Russia le testate nucleari presenti sul territorio e firmato con la Russia un contratto di locazione valido sino al 2042 della base navale di Sebastopol sul Mar Nero. Allora l’Ucraina, dai diversi gruppi etnici conuna minoranza di popolazione russa o russofona (7 milioni su 42), non era né candidata alla UE né alla NATO. Si poteva per essa immaginare un futuro pacifico legato ad una statuto simile alla Finlandia di prima, dato che a causa della sua complessa storia, oltre ad una minoranza ungherese, si configurava come una farfalla con due ali, un’ala filo-occidentale (da Leopoli a Kiev) ed un’ala filo-russa o russofona in Crimea e nel Donbass, che spiegava il suo appellativo slavo come “frontiera”. Ma come racconta Todd a proposito del “délire mégalo” americano, nella nostra tradizione letterale del suo testo:“ Dal 22 novembre 2004 al 23 gennaio 2005 una “rivoluzione arancione” si svolge in Ucraina. Gli Stati Uniti vi svolgono un ruolo cruciale. Non è alla manovra la UE ma direttamente gli Stati Uniti attraverso la loro ambasciata, i loro servizi o attraverso delle ONG …Simultaneamente il discorso americano sulla Russia cambia. Andrei Tsygankov nel suo The Dark Double ha studiato l’apparizione della russofobia negli Stati Uniti. Già nel novembre 2005 un editoriale del Washington Post si intitolava “Mr. Putin ‘s Counter Revolution”, ma l’articolo più feroce è pubblicato in Foreign Affairs “ The Rise of Nuclear Primacy”. Gli Stati Uniti vi sono presentati come talmente potenti rispetto al resto del mondo che un primo attacco nucleare potrebbe mettere ogni avversario fuori combattimento prima di poter rispondere. Trattandosi di armi nucleari la Russia, concorrente storico in questo ambito, è indicata indirettamente”.
Poi Todd passa a ricordare gli incontri di Putin avvenuti prima della guerra all’Iraq a Berlino nel 2003, a Parigi, gli incontri di Putin con Chirac e Schroeder a San Pietroburgo (2003), a Sotchi ( 2004) a Kaliningrad nel 2005, la comune posizione francese, tedesca e russa contro l’iniziativa americana in Iraq, il discorso ammirevole di Dominique de Villepin all’ONU. Secondo Todd invece “il cambio di rotta antirusso degli americani ha quindi per motivazione principale la paura che una Germania indipendente e attiva (si inaugura nel 2011 il Nord Stream 1 che collega la Germania con il gas russo- ndr) sia soprattutto desiderosa di intendersi con la Russia”. …Quello che si rimprovera da Washington al Cremlino, non è tanto di avere operato una virata autocratica (argomento invece ufficiale nel documento del 2006 Russia’s Wrong Direction) quanto d’intendersi sempre meglio con le due potenze europee.”
Todd ricorda come il 10 febbraio 2007, durante la conferenza sulla sicurezza a Monaco, Putin pronunzi un discorso fondatore. Egli dichiara che la Russia non è disposta ad accettare un mondo unipolare in cui siano gli Stati Uniti a fare la legge. Todd ricorda che si possono interpretare gli inviti indirizzati nel 2008 alla Georgia e alla Ucraina di entrare nella NATO nell’aprile del 2008 durante il vertice di Budapest come la risposta degli Stati Uniti giunti al sommo dell’ hubris. Testualmente : “Au sommet de Bucarest en ouvrant l’OTAN à l’Ukraine les Etats-Unis ont commencé à creuser le piège d’où ils ne pourront plus s’échapper ».
Nel seguito del testo Todd esamina fra il 2008-2017 il ripiego americano e l’hubris tedesco, la trappola del nazionalismo ucraino fra il 2016 e il 2022 dopo i fatti di Evromaidan, il rovesciamento popolare di un presidente filo-russo regolarmente eletto, la reazione russa con la conquista della Crimea, infine la trappola 2016-2002 del nihilismo ucraino. E’ interessante citare le ultime due pagine conclusive del libro dell’autore, che si dice in scrittura dans une chaumière bretonne e che allunga il testo in corso con una breve riflessione su Gaza.
“Le gouvernement de Kiev poursuit son rêve impossible, et doc nihiliste, de récupérer le Donbass et la Crimée et de réasservir (ou d’expulser) des populations russes en leur interdisant l’usage de leur langue. Il ne se comporte pas seulement comme si l’Ukraine était un membre de facto de l’OTAN (comme l’a remarqué avec justesse Mearsheimer- famoso geopolitico americano, ndr), mais aussi comme si l’OTAN était une alliance offensive au service de ses membres de facto ! La méfiance de la Russie se justifie alors pleinement : vers la fin de 2021 une attaque ukrainienne est en préparation. Mais à ce stade la Maison Blanche n’en est pas la commanditaire….Toujours est-il que Washington va se trouver piéger, en quelque semaine , dans un conflit généralisé. Le 17 décembre 2021 Poutine écrit à l’Alliance atlantique pour lui demander des garanties écrites sur l’Ukraine. Le 26 janvier Blinken répond « Il n’y a pas de changement, il n’y aura pas de changement ». Cela ne signifie pas que l’OTAN va attaquer…Blinken fait donc ce que Poutine attendait de lui : il dit « non ». La Russie entre en guerre au moment qu’elle a choisi….Les premiers succès des Ukrainiens tournèrent la tête d’un blob manœuvré par les néo-conservateurs…Le retrait des Russes du nord de l’Ukraine …..permirent au militarisme d’envahir mentalement la Maison-Blanche. La dynamique de la guerre était devenue irrésistible, parce que la guerre est, toujours et partout, l’une des virtualités du nihilisme. Le reflux militaire américain des années 2008-2016 était raisonnable, mais fragile, parce qu’il intervenait au moment où germait un nihilisme qui, soudainement en 2022 se mit a vibrer en phase avec le nihilisme ukrainien. Les éphémères succès militaires du nationalisme ukrainien ont lancé les Etats—Unis dans une surenchère d’où ils ne peuvent que sortir sous peine de subir une défaite, non plus simplement locale, mais globale : militaire, économique, idéologique. La défaite maintenant ce serait : le rapprochement germano-russe, la dé-dollarisation du monde, la fin des importations payées par la « planche à billets collective interne », une grande pauvreté. Mais je ne suis pas sûr du tout que les gens de Washington en soient conscients. Prions même pour qu’ils ne le soient pas et se révèlent capables de conclure une paix dont ils croiraient qu’elle annonce seulement, pour eux et pour Kiev, qu’une autre Saigon, une autre Bagdad ou une autre Kaboul.
L’état sociologique zéro de l’Amérique nous interdit toutefois toute prédiction raisonnable quant aux décisions ultimes que prendront ses dirigeants. Gardons à l’esprit que le nihilisme rend tout, absolument tout, possible.
Doëlan, le 30 septembre 2023 »
Un testo esemplare, quello di Todd, che è un contributo alla lettura storica nei tempi lunghi e non alla immediatezza di una cronaca sempre mancante di spessore analitico se non di una vera e propria onestà intellettuale. Un testo fondamentale per comprendere tutta la gravità della situazione che tocca la stessa Unione europea che sembra in dimissione totale da ogni iniziativa politica autonoma giustificando a josa la critica di Romano Prodi di essersi ormai ridotta a semplice junior partner della NATO .
Mentre con l’impennata dei costi dell’energia la condizione economica dei suoi cittadini si degrada ogni giorno di più e in Italia la Comunità di Sant’Egidio dichiara di non avere mai visto arrivare alle sue mense tanti impiegati e operai in attività come negli ultimi tempi…Fino a quando potranno essere ignorati, ricorrendo all’acquisto collettivo di armi, alle esercitazioni di guerra, alle dichiarazioni di preparazione alla guerra sino all’ invio di truppe in un paese non NATO auspicati da leader europei come il francese Macron, la condizione vera e i veri bisogni dei cittadini europei, appena usciti dai nefasti effetti della pandemia di Covid-19?
Carlo degli Abbati
*Carlo degli Abbati insegna Diritto dell’Unione europea al Dip. di Lingue e Culture Moderne dell’Università degli Studi di Genova. E stato docente di Economia dello Sviluppo presso lo stesso Ateneo e di Storia dei Paesi musulmani al Dip. di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento