In concomitanza con la pubblicazione dell’articolo dedicato agli italiani che rientrano in Patria dopo una o più esperienze all’estero, firmato da Gerardo Magaldi in collaborazione con Francesco Rossi e Michele Valentini del gruppo Controesodo, pubblichiamo alcune delle storie di chi è rientrato in Italia. Anche dal Lussemburgo.

Andrea, manager, Piacenza

Negli Stati Uniti dal 2009, nel 2015 decide di rientrare in Italia. “La legge allora vigente per i rimpatriati ci aveva concesso di mitigare parzialmente un taglio netto della RAL dovuto alla minore competitività del mercato italiano. Da dicembre 2020 viviamo nell’incertezza di una possibile estensione dei benefici fiscali: vorremmo rimanere in Italia ma a distanza di sei mesi dall’approvazione del DL non abbiamo una certezza assoluta che potremo continuare a farlo con quei benefici fiscali che ci hanno finora aiutato a compensare perdita di competitività del nostro potere d’acquisto”.

Michele, consulente, Puglia

Nato e cresciuto a Corato in provincia di Bari, dopo il diploma di maturità classica si trasferisce a Milano per la triennale in economia, poi completa i suoi studi alla ULB Bruxelles. “La mia azienda ha aperto una sede a Bari e ho colto l’occasione al volo. Ho sempre avuto voglia di ritornare nella mia terra e non ho dubitato un secondo anche grazie alle agevolazioni fiscali per il rientro dei cervelli, più vantaggiose per chi si trasferisce al Sud. Consiglio ai più giovani di partire, e poi tornare nella propria terra, per arricchirla”.

Vito, imprenditore, Roma

Ingegnere informatico laureato a Lecce, PhD al Politecnico di Milano nel 2000 e Research Fellow all’University College London. DAL 2010 in Expedia a Seattle fino al 2016 quando crea la sua azienda, YOCABÈ, una startup nel mondo del fashion, con oggi piu di 15 dipendenti.  “Se non ci fossero stati gli incentivi del controesodo sarebbe stato veramente difficile rinunciare all’opportunità in USA. La voglia di creare qualcosa in Italia e la spinta a rigiocarmi quanto mi era stato dato dal governo mi ha permesso di restare e creare qualcosa che ha portato a nuovi posti di lavoro, trasferimento di conoscenze e, chissà, magari il prossimo unicorno Italiano”.

Patrizio, professore, L’Aquila

Informatico, dal 2013 ho vissuto e lavorato in Svezia, a Gothenburg e sono tornato in Italia nel settembre del 2018 per costruire ed investire in Italia. Ora sono Professore Ordinario (prima fascia) presso il Gran Sasso Science Institute (GSSI).

Maurizio, manager, Torino

Manager d’azienda nei primi anni del 2000 si trasferisce in Lussemburgo per un incarico internazionale presso un’importante azienda italiana.  “Dopo quasi 10 anni (e 3 figli!) ho avuto la possibilità di rientrare in Italia. Sapere che il mio Paese incentivava il rientro di professionisti come me attraverso un robusto contributo fiscale mi ha fatto decidere e mi ha spinto a trasferirmi in Italia. Da allora non sono mai più partito, contento di potere lavorare in Italia e di poter dare al mio paese il mio contributo di energia e professionalità”.

Marta, manager, Milano

Dopo 17 anni a Londra, nel 2019 inizia a maturare dentro di me (anche spinta da mio marito inglese) la volontà di rientrare a Milano. “Dopo 10 anni nell’attuale azienda, mi sono sentita forte nel poter chiedere un trasferimento presso l’ufficio di Milano, che mi hanno accordato molto velocemente. Il mio lavoro è identico a prima, nulla è cambiato, ma vivo in un appartamento 4 volte più grande di quello di Londra, sono accanto alla mia famiglia e ai miei amici, mio marito ama l’Italia. Last but not least: uno sgravio fiscale a mio favore per premiarmi del rientro cervelli in Italia! Cosa volere di più?”.

Danilo, manager, Padova

“Ingegnere biomedico trasferito in Belgio, nel 2013, in quanto la mia borsa di Dottorato prevedeva di trascorrere un periodo all’estero. Al termine di quel periodo, l’Università di Gent mi ha proposto un post-doc in collaborazione con una multinazionale che produce dispositivi per dialisi, al termine della quale l’azienda mi ha assunto presso la sua sede di Hechingen fino a che, in piena pandemia mondiale, sono stato contattato dall’azienda per cui lavoro oggi come coordinatore del team di modellistica computazionale. Dopo oltre sei anni all’estero ho potuto usufruire delle agevolazioni fiscali per chi rientra dall’estero che hanno contribuito alla mia decisione di ritornare. Sottolineo contribuito, perchè il motivo reale del mio rientro è stato legato soprattutto a motivi affettivi, oltre che più in generale di qualità della vita, che in Italia è decisamente elevata se si ha un buon lavoro”.

Fabrizio, manager, Milano

“La mia storia professionale mi ha portato nel Regno Unito e più precisamente a Londra, dove ho vissuto per quattro anni e mezzo, durante i quali ho potuto costruire le solide basi della mia esperienza di vita, consentendomi di espandere le mie conoscenze finanziarie ed ampliare i miei orizzonti culturali. La mia visione delle cose e della vita ha assunto una connotazione più internazionale, sia per quanto riguarda il contesto lavorativo multiculturale sia personale. La mia avventura è durata fino ad ottobre 2018 quando ho deciso di accettare la proposta di trasferimento in Italia da parte di una delle migliori società di gestione sul mercato mondiale che opera nel nostro paese da molti anni. In sintesi posso affermare che la mia esperienza lavorativa all’estero, la maggiore conoscenza della finanza internazionale ed il perfezionamento dell’inglese hanno dato alla mia figura professionale un’importanza maggiore, tanto da essere apprezzato in maniera più significativa sul mercato italiano. Ho preso questa decisione anche forte del fatto che avrei beneficiato di tutte le agevolazioni dedicate al rientro dei cervelli; un’occasione non da poco considerato il minor carico fiscale. A mio parere è  fondamentale continuare a mantenere le agevolazioni affinchè il nostro capitale umano si arricchisca e aiuti a mantenere livelli alti di competenze anche nel nostro Paese”.

Si ringrazia il Gruppo Controesodo e gli iscritti che hanno collaborato.

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