Intorno a una buona cena siriana a base di moubatane e mensaf de poulet cucinata dal Cercle des Femmes, si è conclusa sabato sera (23 giugno, ndr) la prima delle due giornate (22-24 giugno) della Caravane Culturelle Syrienne, voluta dall’associazione Comsyr Moselle (Comité d’aide humanitaire au Peuple syrien) e dal Comune di Metz per celebrare il 5° anniversario della firma della Carta dell’amicizia tra Metz e Aleppo.

L’Associazione francese, nata da un’idea di Raphaël PITTI medico d’urgenza, specialista in medicina di guerra e generale dell’Armée francese in pensione, è apolitica e non confessionale e mira a fornire assistenza e sostegno al popolo siriano e ad accrescere la consapevolezza della sofferenza di questo popolo.

Qui tutte le info : http://www.comsyr57.org/2018/05/5e-anniversaire-de-la-chartte-d-amitie-metz-alep-le-programme.html

Foto: Comsyr
Foto: Comsyr 2014

« La Carovana – spiegano i responsabili di Comsyr – ha lo scopo di valorizzare i legami culturali e umanitari tra i nostri due Paesi ». Il bus rosa, partito da Parigi, quest’anno ha accolto le opere del fotografo Manar Bilal e di Dino Ahmad Ali, artista visuale, entrambi residenti nella capitale francese, che hanno portato un po’ della loro arte nella città mezzina.

Le opere dei due artisti verranno esposte dal 3 al 21 luglio al Cloître des Récollets a Metz. Vernissage previsto il 3 luglio dalle ore 17:30. Il ricavato delle vendite delle opere sarà donato ai rifugiati siriani a Metz o in loco, in Siria.

expo juillet 2018

Alcuni musicisti dell’Ornina Syrian Orchestra OSO, che vivono in Lussemburgo, tra i quali il direttore Shafi Baddredin, ci trasportano sulle note dei loro strumenti fino all’Oriente, consapevoli di quanto la musica sia un veicolo di comunicazione universale, ci invitano al concerto Hymne au Printemps, che si terrà il 13 e 14 luglio presso il Grand Théâtre de la Ville de Luxembourg.

inno

Info: https://www.vdl.lu/agenda/ornina-syrian-orchestra-oso

(Contatti: Nazem Badreddin, GSM: +352 661 446 685  mail: ornina.sy.orchestra@gmail.com)

Quando Brita Hagi Hasan, ex-sindaco di Aleppo-Est, comincia il suo discorso, quella sommessa allegria che caratterizza le cene conviviali che si svolgono ad ogni latitudine e ad ogni cultura, si è smaterializzata di fronte alle parole crude e dure dell’uomo in esilio. Ai ringraziamenti a tutti i presenti e agli organizzatori sono seguiti i numeri: in 7 anni di guerra ci sono stati 12 milioni di rifugiati e 2 milioni di sfollati. Centinaia di persone sono in prigione e non se ne conosce più la sorte. I crimini sono indicibili e di tutti i tipi compresi quelli contro l’umanità.  Nonostante la catastrofe Hasan dice queste testuali parole:

« la Rivoluzione fa parte di noi e non sparisce con noi ».

 

(Da sx a dx: Brita Hagi Hasan, Ali, Dominique Cambianica)
(Da sx a dx: Brita Hagi Hasan, Ali, Dominique Cambianica)

Anche un aiuto, che può sembrare piccolo, può essere fondamentale per le persone rimaste in Siria che vivono sotto le tende e che sopravvivono solo con gli aiuti umanitari. « La cittadinanza di Aleppo  – ha continuato il sindaco – è organizzata in comitati e quando  arrivano i convogli dall’occidente, si distribuiscono a tutti. Gli aiuti raccolti dal Comsyr e quelli partiti in questi anni da Metz con latte per bambini, acqua potabile e sistemi di riscaldamento, hanno permesso a migliaia di persone di sopravvivere ».

« Non c’è pace senza giustizia », esordisce l’avvocato R. che durante la rivoluzione ha assistito decine di persone che venivano arrestate arbitrariamente ed ora svolge il suo lavoro qui in occidente. « I crimini del regime non sono solo le torture o gli arresti ma anche le leggi contro i cittadini » riferendosi alla legge promulgata nel maggio di quest’anno, che prevede la confisca dei beni immobiliari e dei terreni dei siriani se essi non reclamano i loro averi entro 45 giorni .

Ma come si pretende una cosa del genere ? si chiede dice Alì, siriano che da 6 anni vive a Nancy e si è prestato a fare da inteprete per l’occasione. « Questa è una mossa politica voluta dalla Russia – prova a spiegare –   che sta sostenendo da sempre il regime di Bashar Al-Assad e vuole ripopolare alcune zone del Paese. Se nessuno si presenta, il regime può decidere di concedere le case vuote ai nuovi residenti. Soprattutto iraniani che stanno arrivando in Siria ».

Quando prende la parola Dominique Cambianica, presidente del Comitato per illustrare i progetti portati avanti in questi anni e facendo appello ai volontari, capiamo tutti che l’impegno di ognuno deve essere più forte che mai. Per aderire all’associazione, impegnarsi come volontario/a, fare un dono, seguite il link: http://www.comsyr57.org/tag/devenir%20benevole/

Paola Cairo

 

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