boccanegra

Il centro della scena è dominata da una improvvisata “ultima cena”. Gesù, in abito da business man o da signorotto dei giorni nostri e i dodici apostoli in abiti proto cristiani.  Il forte contrasto storico fa da sfondo a tutti i due atti dello spettacolo. Uno sfondo anche metafisico che lo rende decisamente piacevole. La blasfemia e la trasgressione del canonico copione, diventano entrambe la vera forza dell’interpretazione verdiana del coro Opéra Vlaanderen e dell’Orchestra della Filarmonica di Lussemburgo diretta dal valenciano Gustavo Gimeno.

Una trama forse troppo scontata fatta di intrighi e gelosie fra amori, affetti e ansia di potere. Le sorprese non giungono dagli omicidi mancati e da quelli riusciti ma dalla stridente e distorta visione della storia che, mai come in questa rappresentazione, assume un ruolo, verrebbe da dire, marginale.

La storia non è chiamata a svolgere il ruolo abituale che è quello di  incrociare ed interpretare i fatti di cronaca e il suo colto e profondo significato ma si serve di alcuni simboli e segni di identificazione che spaziano dall’età romana alla fine dell’ottocento, fino alla modernità, per raccontare la storia di Simon Boccanegra. L’opera verdiana, completata e rivista da Arrigo Boito, uno dei più fervidi rappresentanti della ottocentesca scapigliatura milanese,  al pari della stridente anomalia compositiva, capovolge i convenzionali rapporti di forza tra i personaggi: il protagonista (Simon Boccanegra, interpretato da Franco Vassallo, in sostituzione dell’impossibilitato Nicola Alaimo) è il baritono.

 

Il suo rivale non è il tenore (l’innamorato giovane e romantico) bensì il basso, mentre la donna contesa (splendidamente interpretata da Myrtò Papatanasiu) non è l’amante, bensì la figlia dell’uno e la nipote dell’altro (Fiesco, interpretato da Liang Li). La parte centrale dell’opera è caratterizzata da un drammatico intreccio di gelosie ataviche, equivoci e incapacità di comunicazione.

Alla rappresentazione del 30 e 31 marzo al Grand Théâtre di Lussemburgo, di elevatissimo spessore e livello professionale, hanno assistito numerosissimi spettatori accorsi anche dalla città vicine Lussemburgo.

Giuseppe Giannini

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