A VoicesbyPassaParola, la  trasmissione italiana del sabato su Radio Ara, sabato 9 aprile  abbiamo parlato di mobbing con il medico, psichiatra e psicoterapeuta dott.ssa Marisa Saina. Riportiamo le argomentazioni più importanti.

Pericolosità del mobbing per la psiche e la salute

Una condizione di mobbing che si protrae nel tempo può avere nella vittima delle ripercussioni più o meno gravi sulla sua salute.

Il Centro del Disadattamento Lavorativo della Clinica del Lavoro di Milano ha condotto uno studio su 250 persone presunte mobbizzate. Le alterazioni dello stato di salute riscontrate sono state classificate in:

Alterazioni dell’equilibrio socio-emotivo

Alterazioni dell’equilibrio psico-fisiologico

Disturbi del comportamento.

Tali alterazioni si sono manifestate clinicamente con:

1 – ansia, depressione, ossessioni, attacchi di panico, isolamento;

2 – cefalea, vertigini, tachicardia, disturbi gastrointestinali, senso di oppressione toracica, manifestazioni dermatologiche, disturbi del sonno, disturbi della sessualità;

3 – disturbi alimentari, totale passività, reazioni auto aggressive o etero aggressive, abuso di alcol, di fumo, di farmaci.

Da questo studio, facendo riferimento ai  parametri dettati dal DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dell’American Psychiatric Association, adottato a livello mondiale), è emerso che dei presunti mobbizzati:

Un terzo presentava patologie comuni non riconducibili al mobbing;

Un terzo dei pazienti presentava Disturbi dell’adattamento;

Un terzo era affetto da Disturbo post traumatico da stress.

Si può configurare, quindi, un danno alla salute e nello specifico un danno psichico inteso quale “menomazione psichica subita da un soggetto conseguentemente al fatto illecito di terzi, consistente nell’ingiusta turbativa del suo equilibrio mentale, determinante una modificazione della salute psichica, con alterazione, temporanea o permanente, delle sue funzioni psichiche”, rientrante in un particolare aspetto del danno biologico

Un’altra classificazione che possiamo citare dei disturbi psico-fisici conseguenti al mobbing è la seguente:

Disturbi somatoformi, ovvero sintomi psicosomatici, ove appunto l’effetto somatico è dato dall’azione della psiche e non da cause esterne. Questi sintomi coinvolgono l’apparato digerente (bulimia, problemi gastrici, bruciori di stomaco, ulcera), l’apparato respiratorio (mancanza di fiato, problemi di respirazione, senso di oppressione), gli arti (dolori muscolari, senso di debolezza delle gambe, sudorazione, tremore), collo-spalle (cefalea muscolo-tensiva, cervicale, mal di schiena), cuore (infarto del miocardio, palpitazioni, tachicardia), occhi (annebbiamento temporaneo della vista), pelle (dermatosi, psoriasi), sistema immunitario (calo difese dell’organismo).

Disturbi dell’umore, che comprendono i vari quadri clinici della Depressione e della Patologia Maniacale, inoltre il Disturbo dell’adattamento

Disturbi d’ansia.  Nell’ambito lavorativo si possono riscontrare principalmente due disturbi d’ansia:

Disturbo d’attacco di panico (DAP). Uno stato di paura o disagio intensi durante il quale quattro o più dei seguenti sintomi si sviluppano improvvisamente e raggiungono il picco entro 10 minuti: palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia, sudorazione, tremori fini o a grandi scosse, dispnea o sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazione di sbandamento, di instabilità o di svenimento, derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi), paura di perdere il controllo o di impazzire, paura di morire, parestesie (sensazione di torpore o di formicolio), brividi o vampate di calore.

Disturbo post traumatico da stress ( PTSD).  La caratteristica essenziale  di tale disturbo è lo sviluppo di sintomi tipici che seguono l’esposizione ad un fattore traumatico estremo che implica l’esperienza personale diretta di un evento che causa o può comportare morte o lesioni gravi o altre minacce all’integrità fisica. La risposta della persona all’evento deve comprendere paura intensa, il sentirsi inerme o il provare orrore. Deve rispondere inoltre anche ad altri requisiti, fra i quali, il quadro sintomatologico completo deve essere presente per più di un mese e il disturbo deve causare disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.

Disturbi relazionali.  Il legame emotivo tra i diversi membri della famiglia può costituire, all’inizio del mobbing, un vantaggio perché l’interessato può scaricare le sue frustrazioni sugli affetti familiari. Si è riscontrato che alla lunga le famiglie dei mobbizzati non riescono più a sostenere psicologicamente la vittima. Ben presto quest’ultima diventa una minaccia per la salute del nucleo familiare. Spesso questo processo può provocare separazioni o divorzi all’interno delle famiglie dei mobbizzati.

La patologia psichiatrica più frequentemente associata al mobbing è il Disturbo dell’adattamento. Esso si compone di una variegata sintomatologia ansioso-depressiva reattiva all’evento stressogeno. Fra le conseguenze rientrano: 1) perdita dell’autostima; 2) depressione; 3) insonnia; 4) isolamento; 5) cefalea; 6) annebbiamenti della vista; 7) tremore; 8) tachicardia; 9) sudorazione fredda; 10) gastrite; 11) dermatosi.

Le conseguenze maggiori sono: A) disturbi della socialità (nevrosi, depressione, isolamento sociale) e B) suicidio  in un numero non trascurabile di casi.

Marisa Saina

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