Basandosi sul concetto di produttività reale, un indicatore i cui limiti invitano alla cautela (come la Chambre des Salariés (CSL)via Econews numero 1 del 2024 aveva già sottolineato), si cerca di creare un certo allarmismo riguardo alla situazione economica del Lussemburgo. Tuttavia, un’analisi più completa, che integri il concetto di produttività nominale, permette di mettere in discussione queste affermazioni
Se si analizza l’andamento della produttività nominale che, ricordiamo, corrisponde al valore aggiunto creato per ora lavorativa, risulta che l’andamento lussemburghese non è affatto fuori dalla norma. Tra il 2010 e il 2024 la produttività nominale è cresciuta in Lussemburgo nella stessa misura del Belgio e dell’Unione europea e in misura notevolmente maggiore rispetto alla Francia. Sarebbe quindi errato affermare che il vantaggio competitivo del Lussemburgo si sia ridotto nel corso degli anni. Nel suo parere sul progetto di bilancio dello Stato, la Banca centrale del Lussemburgo osserva che «la traduzione dei risultati del settore delle attività finanziarie e assicurative nella contabilità nazionale è sempre stata un’operazione difficile, in particolare per quanto riguarda il margine di intermediazione delle banche e del settore finanziario. Infatti alcune operazioni del “margine di interesse” non sono incluse nella produzione e di conseguenza nel Valore Aggiunto Lordo (VAL) del settore; e quindi non hanno alcun impatto sul PIL in valore e sul PIL in volume. Ora è proprio il conto del “margine di interesse” che è aumentato a livelli storicamente elevati negli ultimi anni, sotto l’effetto dell’aumento dei tassi di interesse. Anche la classificazione del Lussemburgo come “Paese da situare nella media sufficiente” deve quindi essere relativizzata.
I grafici confermano chiaramente quanto sopra

Un’analisi del divario assoluto nella produttività nominale del Lussemburgo rispetto ad altre economie mostra che il vantaggio comparativo del Lussemburgo continua a crescere. Mentre nel 2000 un’ora di lavoro in Lussemburgo produceva circa 30 euro in più di valore aggiunto rispetto alla media europea, questo vantaggio è gradualmente aumentato fino a raggiungere quasi 63 euro nel 2024. Lo stesso fenomeno si osserva anche nei Paesi confinanti: all’inizio degli anni 2000 il valore aggiunto creato per ora lavorata era superiore a quello osservato in Francia e Belgio. Il vantaggio del Lussemburgo in termini di produttività rispetto alle altre economie è quindi più che raddoppiato negli ultimi due decenni e ha raggiunto livelli senza precedenti. Questo risultato storico dovrebbe contribuire a relativizzare, se non addirittura a confutare, i discorsi allarmistici su una presunta erosione della competitività e dell’attrattiva del Paese.

Cifre Eurostat /elaborazione calcoli CSL
A cura di Marcello Magliulo
