L’associazione Amitiés Italo-Luxembourgeoises della città di Lussemburgo è nata negli Anni ’50 per volere di alcuni lussemburghesi che intendevano avvicinarsi, attraverso lo studio della loro lingua, agli italiani che sempre più numerosi venivano a vivere e lavorare nel loro Paese. Ci racconta la storia Lorella Bianchi, insegnante di italiano e coordinatrice dei corsi
La motivazione iniziale fu dunque lo studio della lingua italiana come strumento di integrazione fra due nazionalità che si trovavano a coesistere. Durante gli anni le Amitiés hanno continuato a dispensare corsi di lingua e cultura italiana non solo a lussemburghesi, ma anche a tanti altri partecipanti di diverse nazionalità, seguendo la crescita dello stato lussemburghese che ha accolto non soltanto lavoratori frontalieri francesi, belgi, tedeschi, ma anche funzionari delle istituzioni europee e tante altre nazionalità.
Oggi nei nostri corsi troviamo ancora in maggioranza partecipanti lussemburghesi, ma anche francesi, portoghesi, polacchi, ed anche molti possessori di doppia nazionalità (italo-francesi, italo-belgi, italo-ecc.). Queste persone spesso hanno un cognome italiano, ma non sanno parlare, a volte a malapena comprendono la lingua che era quella dei loro antenati.
Sono insegnante per le Amitiés da più o meno 25 anni e da una decina coordino i vari corsi che offriamo, che vanno dai principianti (livello A1), gli intermedi (livello A2), i progrediti (livello B1) ed infine un corso di conversazione e revisione grammaticale (livello B2). A tutti partecipanti ai miei corsi chiedo quale sia la motivazione che li spinge a intraprendere o perfezionare lo studio della lingua italiana. Le risposte sono varie: alcuni lo studiano per lavoro, anche solamente per poter dialogare con colleghi italiani, altri per amore, perché hanno un compagno/a, fidanzato/a, moglie/marito di origine italiana. Altri ancora perché si interessano all’arte, o alla musica oppure perché fanno frequentemente viaggi e vacanze in Italia. Molti però rispondono semplicemente che vogliono impararlo perché l’italiano è una bella lingua, melodiosa, piacevole da ascoltare e ne sono attratti. Nei nostri corsi, che hanno una frequenza di un’ora e mezza alla settimana, si impara sicuramente la grammatica, la pronuncia corretta, ma non fini a se stesse. Imparate soprattutto a comprendere e comunicare, e ad avere una visione della cultura, dell’arte (anche di quella culinaria), della geografia e delle tradizioni di un Paese che non smette mai di attirare turisti da tutto il mondo.
(Red)
