Il 2017 fu l’ultimo anno in cui, nel Granducato di Lussemburgo, venne organizzata la Festa dell’Unità europea. La festa dei valori tradizionali della sinistra italiana, l’unica che si teneva all’estero da oltre 40 anni, si interruppe quando il Comune di Esch-Alzette, la città dove si concentrava l’emigrazione italiana storica, allora guidato dal sindaco Georges Mischo (CSV), non diede più supporto logistico al Circolo Amici dell’Unità che, in quegli anni, ne prendeva a carico la parte politica, culturale e la ristorazione. L’accordo era che l’amministrazione comunale affittava un tendone, installato nel parco di Gaalgebierg, per la festa del personale. La tensostruttura rimaneva lì solo per qualche giorno in più a disposizione della “sinistra” italiana che svolgeva un ruolo da tramite con il Partito ed organizzava una kermesse che riscuoteva grande popolarità non solo tra la comunità di immigrati italiani. Poi, per qualche anno la sezione locale dell’Ogbl, il principale sindacato del Paese, rilanciò l’evento con il nome di “bella ciao”, all’interno del boulodrome Riganelli, sempre nella città delle miniere di ferro; ma l’atmosfera non fu mai la stessa. Quest’anno il PD Lussemburgo, il circolo storico intitolato al compianto David Sassoli, decide di riproporre la manifestazione, trasferendola nella capitale del Granducato, contando sulla collaborazione dei Circoli e delle Federazioni PD Europa e PD Mondo, programmandola su 3 giorni (+1) e allargando il target alla nuova mobilità italiana che nella capitale è sempre piu numerosa. Appuntamento dal 26 al 28 settembre (con un’iniziativa anche il 1 ottobre) presso il centro sportivo e culturale Tramsschapp, situato nel quartiere di Limpertsberg (49, rue Ermesinde L-1469). Previsti workshop, dibattiti, seminari, incontri, proiezioni di film, mostre fotografiche, concerti e stand gastronomici e associativi. Ne abbiamo parlato con Antonio Libonati, segretario del circolo lussemburghese del Partito democratico che abbiamo intervistato sul senso della festa e il ruolo del PD nel contesto come quello attuale

“La Festa dell’Unità non è solo un momento conviviale, ma diventa uno spazio di riflessione su temi che ci riguardano da vicino”

In un contesto politico come quello del Lussemburgo, dove la comunità italiana vive una realtà diversa da quella nazionale, come pensate che la Festa dell’Unità possa ancora rappresentare un momento di riflessione politica e non solo un’occasione di ritrovo tra connazionali?

È vero che gli italiani in Lussemburgo vivono una realtà diversa rispetto a chi vive in Italia, ma restano molto legati alla madrepatria: seguono con attenzione la politica nazionale, spesso con nostalgia e preoccupazione. Sfido chiunque a dire che un italiano all’estero non segue le notizie dall’Italia. Per questo motivo, la Festa dell’Unità non è solo un momento conviviale, ma diventa uno spazio di riflessione su temi che ci riguardano da vicino: il diritto alla cittadinanza (recentemente modificato da questo governo, il voto all’estero e la nostra rappresentanza parlamentare, che resta limitata ma fondamentale, l’insegnamento della lingua italiana e il mantenimento delle radici culturali. È anche un’occasione per rafforzare i legami con i partiti e le istituzioni del paese che ci ospita. In sintesi, la Festa è un momento per riaffermare che gli italiani all’estero sono cittadini a pieno titolo, con diritti e doveri, e che vogliono avere voce nel futuro dell’Italia. Abbiamo previsto un Panel di discussione Domenica 28, alle ore 11, proprio su questo.

Qual è il ruolo delle sezioni estere del PD nel contesto politico attuale? E il ruolo del segretario di una sezione estera?

Il Partito Democratico è l’unico partito italiano organizzato all’estero con una vera rete internazionale: circa 100 circoli e federazioni in tutti i continenti, dall’Europa all’America, dall’Africa alla Cina, fino all’Australia. Questi circoli hanno un ruolo fondamentale: sono il collegamento diretto con il Partito nazionale, raccolgono le istanze degli italiani all’estero e mantengono vivi i rapporti con i partiti e le associazioni locali. Qui in Lussemburgo, ad esempio, abbiamo ottimi rapporti con i socialisti lussemburghesi e stiamo costruendo iniziative comuni, come quelle sul tema di Gaza: insieme al Comitato per una pace giusta in Medio Oriente abbiamo organizzato una mostra fotografica e la proiezione di un film sulla giornalista palestinese uccisa a Gaza, Fatima Hassouna. Non dimentichiamo che più di 270 giornalisti sono stati uccisi a Gaza: Israele non permette l’ingresso della stampa internazionale e questo ha l’effetto di oscurare la realtà e nascondere un massacro che molti giuristi internazionali definiscono ormai un genocidio. Il collegamento con i partiti e le realtà locali è fondamentale anche per portare nuove idee in Italia. Faccio due esempi concreti: in Lussemburgo c’è un salario minimo molto alto, mentre in Italia non esiste ancora; qui esiste un congedo parentale paritario, che in Italia è ancora lontano dall’essere realtà. Sono politiche che possono diventare modelli da adottare anche nel nostro Paese. Il ruolo del segretario di circolo è quello di coordinare tutto questo: raccogliere proposte, promuovere iniziative, mantenere il collegamento con i nostri parlamentari e fare in modo che le istanze degli italiani all’estero arrivino davvero al centro del dibattito politico nazionale.

In un’epoca in cui l’Europa affronta sfide cruciali – dai cambiamenti climatici alle migrazioni, dalla crisi democratica alla transizione digitale – come può la Festa, organizzata in un contesto internazionale come quello del Granducato di Lussemburgo, diventare uno spazio per discutere il ruolo dell’Italia e degli italiani all’estero?

I cambiamenti climatici, le migrazioni, la transizione digitale sono fenomeni globali che richiedono una governance globale. Figuriamoci se non c’è un’Europa unita a proporre e a regolare questi fenomeni: quale potere può avere un piccolo Stato da solo di fronte a sfide di questa portata? L’Europa è l’unica risposta possibile. Per questo abbiamo voluto chiamare questa edizione Festa dell’Unità Europea: crediamo che il futuro del continente passi dall’integrazione e da un vero federalismo. Solo un’Europa federale, con una politica estera e di difesa comune e un mercato unico realmente funzionante, può dare risposte efficaci ai cittadini.

“Vogliamo riflettere sulle radici del nostro partito e sul futuro del continente”

Negli ultimi anni, invece, abbiamo visto i limiti di un’Europa divisa: i dazi imposti da Trump, la guerra in Ucraina, il massacro di Gaza. In tutte queste situazioni l’Unione non ha saputo parlare con una sola voce, dimostrando debolezza e mancanza di incisività. La Festa vuole quindi essere un luogo dove discutere di Europa non in astratto, ma in termini concreti: cosa significa per la qualità della vita dei cittadini, per la pace, per la sicurezza e per i diritti. È un momento per riaffermare che l’Italia deve essere protagonista in un’Europa più forte, capace di contare nel mondo. Ci sarà un dibattito proprio su questi temi sabato 27, alle ore 18:00, con l’on. Peppe Provenzano

Dopo otto anni dall’ultimo Festival, organizzato a Esch-sur-Alzette, perché la festa è stata spostata nella capitale? quali sono state le maggiori difficoltà nell’organizzazione?

Dopo otto anni abbiamo deciso di riportare la Festa dell’Unità in Lussemburgo, ma questa volta nella capitale, per due motivi principali. Primo: è cambiata l’immigrazione italiana nel Paese. In passato Esch era il centro della comunità italiana, oggi quella generazione storica si va esaurendo, mentre la nuova immigrazione è fatta soprattutto di giovani che vivono e lavorano a Lussemburgo città. Secondo: l’amministrazione comunale di Esch, che in passato patrocinava l’evento, ha cambiato politica e non sostiene più iniziative di questo tipo. Per questo abbiamo scelto la capitale, dove c’è oggi una presenza italiana molto forte e dinamica.

Le difficoltà maggiori sono state logistiche: trovare un luogo adeguato, coordinare i circoli esteri, coinvolgere volontari e associazioni. Devo dire che la collaborazione con le associazioni italiane del territorio non è stata così ampia come avrei sperato, e questo è un dispiacere, perché la Festa dell’Unità non è solo una festa di partito, ma prima di tutto una festa della comunità italiana.

“Per coinvolgere le nuove generazioni abbiamo pensato a un programma vario”

Per coinvolgere le nuove generazioni abbiamo pensato a un programma vario: musica e cibo, con gruppi locali che suoneranno nel weekend, momenti conviviali come il pranzo della domenica con le famiglie, ma anche formazione politica. Avremo un panel con Marwa Mahmood sulla mobilitazione ed un altro sulla comunicazione politica. In più anche un incontro con i Giovani Federalisti, dedicato in particolare ai ragazzi under 30 che credono in un’Europa più unita e federale, capace di essere strumento di pace.

Quale sarà il tema principale dei dibattiti di quest’anno?

Il tema principale dei dibattiti sarà l’Europa: vogliamo riflettere sulle radici del nostro partito e sul futuro del continente. Non dimentichiamo però i grandi temi sociali e i conflitti che segnano il nostro tempo, a partire da Gaza. La Festa sarà quindi un momento di confronto politico, culturale e umano, che tiene insieme l’Italia, l’Europa e il mondo.

Chi ha collaborato all’organizzazione? (volontari, sponsor, enti?) Quale sarà il tema principale dei dibattiti di quest’anno?

L’organizzazione della Festa è stata possibile grazie soprattutto ai volontari: iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico che hanno messo a disposizione il loro tempo, in cucina, alla cassa, suonando o aiutando con la logistica. Ma non solo: ci hanno dato una mano anche associazioni amiche come il Circolo Curiel e altre realtà della comunità italiana, con il passaparola che resta il nostro strumento più prezioso.Avremo, inoltre, la partecipazione di diversi stand: l’OGBL, il Comitato per la Pace Giusta in Medio Oriente, PassaParola , l’INCA-CGIL, l’ANPI, Angels for Haiti, Associazioni Regionali, il PD Mondo, i circoli europei del PD e il gruppo italiano dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo. La Festa si regge in gran parte sull’autofinanziamento: i contributi di chi allestisce stand espositivi, donazioni di premi per la tombola, ma soprattutto l’impegno gratuito di tanti che offrono tempo ed energie. Questo spirito di volontariato è la vera forza che tiene viva la nostra comunità.

Ci saranno eventi culturali, concerti o mostre legate alla storia del partito? I piatti tradizionali proposti avranno un legame con la storia della nostra madrepatria?

Sì, abbiamo pensato a un programma che unisce cultura, politica, musica e cucina. Venerdì 26 al Cinema Utopia, alle ore 20:00, ci sarà la proiezione del film “La Grande Ambizione”, dedicato a Enrico Berlinguer. È una figura che ha lasciato un’eredità enorme, ancora oggi centrale nel dibattito politico e culturale del nostro partito. Dopo il film, seguirà un dibattito con il professor Oreste Sacchelli (direttore artistico del Festival del Film italiano di Villerupt, Francia, ndr) e con Luciano Vecchi (già parlamentare europeo e responsabile PD Mondo, ndr), che ricorderanno la figura di Berlinguer e rifletteranno sull’attualità della sua lezione in   politica. Sarà un’occasione per tornare alle radici democratiche del nostro Paese – quelle socialiste e cattoliche – che sono anche i fondamenti della nostra Costituzione.

La cucina sarà affidata al nostro chef Marcello, conosciuto da tutti per i suoi piatti della tradizione: la cotica con i fagioli, la trippa, e tante altre specialità italiane. Non mancheranno però proposte più vicine ai gusti dei giovani, come pasta, porchetta, cocktail, birra e vino. Infine, ci sarà tanta musica dal vivo: i Duke Box, con il loro repertorio di blues e swing, e gli Sleepy Donkeys, che porteranno rock e cover per animare la serata di domenica. Sarà, quindi, un momento completo: cultura, memoria storica, buona cucina e musica, per fare comunità e stare insieme discutendo anche di politica. Vi aspettiamo!

Intervista di Paola Cairo

Il programma: QUI

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