L’attacco non provocato e non giustificato sulle installazioni nucleari civili
iraniane intervenuto mentre erano in pieno corso le trattative in Oman manda in frantumi le regole dell’ordine legale internazionale. E’ il ritorno nelle relazioni internazionali alla legge del più  forte, alla “legge di Brenno”, il capo dei Galli che dopo il sacco di Roma del 390 a.C. gettò sulla bilancia del riscatto la propria spada a fare buon peso, gridando “Guai ai vinti!” (Vae Victis). E’ quanto sta avvenendo con la assurda complicità dell’Unione europea e della NATO incapaci di stigmatizzare il comportamento israelo- americano che costituisce con questa operazione e lo sterminio in corso a Gaza che ha ormai raggiunto le 300.000 vittime reali una profanazione gravissima dell’ordine giuridico internazionale

Non esiste alcun dubbio che le bombe americane sull’Iran – attacco non
provocato e non giustificato su installazioni nucleari civili – non abbiano
polverizzato solo i siti nucleari mentre si svolgevano gli ennesimi inutili tentativi
negoziali con l’Iran dopo quelli del 2015, il trattato Joint Comprehensive Plan
Action
– JPCOA+1(1 sta per Federica Mogherini, la Kaja Kallas di allora) firmato
(e non rispettato) a Vienna nel 2015, neutralizzato proprio dal ritiro di Trump
durante il primo mandato. Si è dissolta anche la carta delle Nazioni Unite e quello
che restava dell’ordine legale internazionale.

Queste sono le considerazioni che invece di uscire dalla bocca di qualche leader europeo sono state espresse correttamente dal ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghtchi a Istanbul. Molte sono le dichiarazioni di condanna o di “concern” dei paesi dell’area,  dalla Turchia all’Oman, alla Arabia Saudita, agli Emirati Arabi Uniti. Comunque è indubbio che l’iniziativa militare di Trump, che aveva dichiarato elettoralmente al suo popolo MAGA di portare la pace per occuparsi esclusivamente dei delicati problemi interni porta a  constatare che il Deep State americano appoggiato dalla lobby sionista, tanto precisamente narrata dai professori  Walt e Mearsheimer, voglia continuare a condurre contro ogni evidenza una egemonia regionale e mondiale, di cui non possiede più i mezzi, se non ricorrendo all’arma della guerra.  Del resto, gli Stati Uniti non hanno mai perdonato i paesi che li hanno ridicolizzati sul piano internazionale. Vale per Cuba ancora sotto embargo, vale per il Venezuela di Hugo Chavez Frias, vale per l’Iran quadro dei 249  giorni di prigionia dei 52 diplomatici americani dal 4 novembre 1979 all’11 luglio 1980 e del grottescamente fallito tentativo di liberazione militare, l’operazione Eagle Claw, voluta dal presidente Jimmy Carter. Ora si potrà dire che l’onta del 1980  per l’Esercito americano sia stata lavata con la riuscita operazione militare “Midnight Hammer”, “martello di mezzanotte”, su Tehran.

theaviationist.com

Ma resta un problema di fondo. Gli Stati Uniti e i loro satelliti  non hanno più gli strumenti economici delle loro ambizioni egemoniche. Il mondo sta rapidamente cambiando e i colpi di coda in Medio Oriente  degli eredi dei colonizzatori storici hanno ormai il fiato corto. Non solo il PIL americano è superato da quello cinese a parità di potere d’acquisto dal 2016, ma dei 34 sistemi tecnologici chiave che  preparano il futuro del mondo 27 sono già in mano cinese, con 10 in condizioni di monopolio, dei restanti solo quattro sono controllati dagli USA( settori numerico, spaziale)  e tre dagli europei, fra  quelli fra l’altro di minor contenuto tecnologico. In termini di situazione dell’ordinamento internazionale, è clamoroso che per avere giustizia per l’aggressione l’Iran si debba rivolgere ad un Consiglio di Sicurezza dell’ONU in cui figura proprio il paese aggressore. Ma ovviamente c’è aggressore e aggressore. C’è la Federazione Russa che si colpisce con 18 treni di sanzioni come paese aggressore dell’Ucraina e poi c’è Israele a cui nessuno pensa di indirizzare la minima sanzione, nonostante i 57.000 morti dichiarati ( ma probabilmente 300.000 effettivi) dello sterminio di Gaza. E adesso come non giustificare il ruolo di aggressore degli Stati Uniti che attaccano in pieno svolgimento dei  negoziati  dopo aver sbeffeggiati gli europei riuniti diplomaticamente  lasciando il tavolo dei negoziati prima del tempo per attaccare due giorni dopo?

Ma ecco subito pronta – a Roma si direbbe e te pareva…- la giustificazione della ministra UE Kaja Kallas (“L’Iran non deve avere la bomba atomica”) o del segretario generale Mark Rutte per cui l’attacco degli USA non è affatto in contrasto con il diritto internazionale, che come è ben noto  non offre  invece alcuno spazio e comprensione per le guerre preventive. Anche la UE o la NATO offrono un lucido piccone per disintegrare quel che resta dell’ordinamento internazionale. Ma  ovviamente Rutte non parla  del definitivo tramonto della credibilità americana (e per estenso della NATO)  dopo il colpo di bluff del suo presidente, che ha fabbricato una pistola fumante iraniana mai esistita. E’ questa la legge di Brenno che l’Occidente fa valere sul mondo. Ma i Galli nella storia non sono durati molto di fronte ai Romani. E Brenno ha trovato il suo Torquato. Come il mondo non può permettersi di ritornare al solo gioco della forza, allo stadio animale delle relazioni internazionali, al Vae Victis (locuzione latina che significa “guai ai vinti”, ndr). In fondo non resta che il tunnel della Terza Guerra Mondiale in cui tutti si troveranno coinvolti, gli uni per chiaro suprematismo frustrato,  gli altri per sonnambolica soggezione. Gli ultimi sviluppi in Medio Oriente dopo l’attacco americano ne sembrano confermare il tragico avvio.

Carlo degli Abbati

Insegnante di Diritto dell’Unione Europea e Organizzazioni Internazionali al Dip. di Lingue e Culture Moderne dell’Università degli Studi di Genova. Già docente di Economia dello Sviluppo presso lo stesso Ateneo e di Storia dei Paesi musulmani al Dip. di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento ha insegnato Storia dell’Integrazione europea alla Université de Lorraine-Metz

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