Giovanissimo, ma con un potenziale artistico di tutto rispetto. La sua mostra personale a Milano è assolutamente da vedere. Lo abbiamo intervistato

Autoritratto

Davvero una bella sorpresa la mostra pittorica di Lorenzo Forti, giovane (ha solo 23 anni!) e talentuoso artista meneghino, esposta a Milano all’Anteo Palazzo del Cinema fino a fine novembre. La sua arte è uno sguardo sulla pittura del passato rivisitata con stile personale e di grande impatto, a cominciare dal primo quadro, l’Autoritratto, a tratti caravaggesco. Ricorda infatti la “Medusa” del celebre pittore Michelangelo Merisi (detto Caravaggio). Temi ricorrenti nelle sue opere sono il mare e i suoi abitanti e la natura in generale. La sua spiccata sensibilità si manifesta proprio nella natura.

Molto particolare è la creatura marina che ti fissa, non per spaventarti, ma quasi a chiederti chi sei; o il bellissimo uccello con le ali spiegate che ha un corpo vellutato e che viene voglia di toccarlo; oppure “Il bambino interiore”, metafora del passaggio dall’infanzia/adolescenza all’ età adulta, dove il pittore si ritrae in mezzo a un mare in tempesta (le proprie emozioni) che saluta – con la mano palmata – il suo bambino interiore che, però, non vuole abbandonare, ma solo mettere da parte. È una sorte di “fanciullino pascoliano”, ossia la capacità di guardare con stupore il mondo che ci circonda: capacità che perdiamo, perdendo l’innocenza e la sensibilità dell’infanzia.

Nei suoi quadri non manca nemmeno una vena impressionista. Anche nell’ opera “Quelli che vanno e quelli che restano”, che rappresenta il flusso delle relazioni umane, le emozioni si incontrano, si scontrano e generano nuove relazioni, in uno scambio continuo tra conoscenze nuove e passate: alcune lasciano un segno, altre solo un vuoto. Lorenzo Forti è un giovane artista ben consapevole delle sue capacità e dei suoi limiti, che riesce a esprimere in modo fantasioso ed entusiasmante. Gli abbiamo chiesto di parlarci delle sue opere e del loro significato. 
La tua pittura ‘’vissuta” è il risultato forse di uno sguardo sulla pittura del passato?  

Fin da bambino, andando alle mostre, ero attratto dalla pittura del ‘600 e in particolare mi piaceva Caravaggio. Questi quadri mi ricordavano qualcosa di ancestrale. Poi, dopo il liceo artistico, mi sono iscritto a un’Accademia che si ispirava alle opere del passato e qui ho imparato ad usare delle tecniche e dei colori naturali fatti con preparazioni che si usavano un tempo per dipingere. Mi sono avvicinato a queste tecniche e a questi materiali, che mi hanno permesso di esprimere al meglio la mia creatività.

Quanto è importante per te la natura che entra in simbiosi con la tua sensibilità? 

La mia principale passione è la natura, che è anche fonte di ispirazione. Fin da bambino i miei genitori mi hanno fatto vivere a contatto con la natura, anche in modo spartano. L’amore per il mare me l’ha trasmesso mio padre che è fotografo subacqueo. Mia madre, invece, è apicoltrice e le api si ritrovano nella mia pittura e rappresentano un esempio di femminilità.

Cosa pensi dell’evocazione pascoliana de “Il bambino interiore? 

Non ci ho proprio pensato. Credo che ognuno veda nell’opera la proiezione del proprio “io”: quindi può essere questo, come altri che vi hanno visto, ad esempio, una scena del film I pirati dei Caraibi.
Qual è il significato della tua firma, quasi sempre al contrario? 

È un omaggio alla dislessia.
Grazie Lorenzo e complimenti per il tuo cammino da artista!
Anna Violante

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