La Nouvelle Calédonie, uno dei territori esterni francesi dotato di uno statuto particolare, è già stata teatro di avvenimenti sanguinosi fra il 1984 e il 1988 legati ai movimenti di indipendenza. Dopo un patto trentennale concluso all’epoca della presidenza Mitterand e del premierato di Jacques Chirac (1988-2018) tre successivi referendum nel 2018, 2020, 2021 avevano respinto l’ipotesi dell’indipendenza dell’arcipelago. Nel maggio scorso una legge votata nell’imminenza delle Olimpiadi per permettere il voto anche ai residenti non kanaki dell’arcipelago hanno riaperto le violenze
Fra i numerosi territori esterni della Francia estesi su tutti gli Oceani, si da farne lo stato con la seconda estensione marittima al mondo, figura un arcipelago ad est dell’Australia, nel mar dei Coralli, la cui isola principale, La Grande Terre, ricca di nickel, ha la forma allungata di una portaerei estesa nel senso Nord-Ovest/Sud-Est.
Secondo le statistiche più recenti nell’arcipelago vivono, su 18.576 km2, 271.030 abitanti secondo le più recenti stime. (2021). Sono per il 42% melanesiani (kanaki, canachi), il 24,2 % europei chiamati familiarmente “métro” o “zoreilles”, oltre a percentuali minori di polinesiani, indonesiani e vietnamiti. Il termine kanak proviene dall’hawaiano kanaka e gli autoctoni dell’isola deriverebbero da popolazioni neolitiche abitanti il sud della Cina più di 8000 anni fa, giunti nell’isola circa 3000 anni fa.
L’isola viene scoperta durante uno dei viaggi di James Cook nel 1774 e chiamata Nuova Caledonia per una certa somiglianza rilevata dal navigatore con la Scozia, chiamata Caledonia dai Romani. Oggetto di approdo per missionari evangelici, commercianti, marinai sopravvissuti ai naufragi (beachcombers) nella prima metà del XIX secolo, viene proclamata colonia dalla Francia di Napoleone III il 24 settembre 1853. Individuata dapprima come colonia penale, l’isola vedrà anche l’arrivo di donne europee condannate dalla giustizia della regione di Bordeaux destinate al matrimonio con gli anziani bagnards liberati dal penitenziario. La prima rivolta kanaka contro la politica di colonizzazione europea dell’isola risale al 1878 ed è condotta dal grande capo Atai. In seguito la scoperta del nickel nell’isola attirerà i grandi investitori internazionali come i Rotschild, John Higgins o gli stabilimenti Ballande.
Una seconda rivolta kanaka ha luogo nel 1917 dopo la partecipazione della Nuova Caledonia allo sforzo di guerra nella I Guerra Mondiale. Questo determina l’elaborazione da parte delle autorità coloniale di una nuova politica indigena a metà degli Anni ’20 rivolta alla creazione di una élite melanesiana assimilata e alla apertura ai kanaki di una serie di attività economiche. Dopo la seconda guerra mondiale che vede l’adesione della Nuova Caledonia alla France Libre sono gli Anni ’80 del secolo scorso a vedere l’insorgenza di tensioni fra lealisti (caldoches) e partigiani dell’indipendenza sino all’acme del periodo 1984-88 in cui la violenza culmina con la presa di gendarmi come ostaggi nell’isola di Ouvéa nel 1988 da parte degli indipendentisti e la loro sanguinosa liberazione con l’operazione “Victor” condotta dalla Gendarmeria e dalle forze speciali del GIGN.
Il tragico episodio spinge i due campi contrapposti al negoziato, simboleggiato dalla stretta di mano storica fra il lealista Jacques Lafleur, deputato e presidente del RPCR (Rassemblement pour la Calédonie dans la République) e l’indipendentista Jean-Marie Tjibaou, presidente del FLNKS (Fronte di Liberazione Nazionale Kanak e Socialista) in seguito assassinato da un militante kanako radicale. Ne seguirà un “patto trentennale” 1988-2018 seguito dalla tenuta di tre diversi referendum nel 2018, 2020, 2021 che riservati ad un corpo elettorale “congelato”, cioè formato dal solo popolo kanako “di souche”, avevano con scores differenti sempre respinto a maggioranza l’indipendenza (56,4%, 53,2% e 96%).
Restava aperta la solo questione di una rielaborazione dello statuto particolare da farsi per via bilaterale fra indipendentisti e lealisti oggi in vigore, secondo il quale la Nuova Caledonia è amministrata da un Alto Commissario ed ha un Congresso locale formato da 54 rappresentanti più 2 deputati e senatori all’Assemblea Nazionale e al Senato.
Nei giorni scorsi del mese di maggio gli scontri si sono riaccesi nell’isola, soprattutto a Noumea, facendo vittime fra abitanti e gendarmi. Ha provocato la ripresa delle ostilità sull’isola l’approvazione di un disegno di legge che “scongela” il corpo elettorale, permettendo a chi abita sull’isola da più di un certo periodo di partecipare alle elezioni anche se non kanako di origine, cioè métro o zoreille. Legge che è vista da alcune forze indipendentiste, in particolare il CCAT, un collettivo di coordinazione creato nel 2023, come una minaccia per l’identità kanaka. Ci si domanda che senso aveva far approvare una legge evidentemente controversa proprio alla vigilia dei Giochi Olimpici che avrebbero inevitabilmente comportato di sguarnire l’isola degli effettivi di Gendarmeria. Evidentemente, dopo tante altre decisioni sorprendenti, per l’attuale presidente francese essere “jupiteriano” significa volare talmente alto sulla politica nazionale da non capire piu’ se si volteggia nell’alto dei cieli o dentro uno stretto cunicolo…….
Nouvelle Calédonie (FR). Arcipelago dell’Oceano Pacifico sud-occidentale posto poco a nord del Tropico del Capricorno a circa 1210 km. ad est della costa australiana. Oltre alla Grande Terre conta una serie di isole minori, le Belep, l’isola des Pins, le Loyauté, le isole Chesterfield e Huon. La popolazione di 271.030 ab, distribuiti su tutte le isole dell’arcipelago, con cap. Nouméa, sull’isola principale, La Grande Terre, con una superficie di 18.576 km2 ha una densità di 15 ab./km2. La pop. presenta una crescita annua di 1,06 % (2022) con un incremento naturale del 7,1 X 1000 ( 2021). La fecondità è di 2, la natalità del 14,23 X 1000, la mortalità infantile del 5,1 X 1000. Le attività economiche di rilievo sono l ‘estrazione del nickel (32.000 t. -2022) e il turismo che ha prodotto nel 2016 248 Mio Euro di entrate con 80.000 ingressi. Ma è importante anche la pesca e l’agricoltura con produzione di mais, noci di cocco, legname e l’allevamento di bovini, suini, cavalli, violatili. Le risorse minerarie sono essenzialmente nickel e cobalto. Sotto il profilo geografico la Nuova Caledonia possiede una delle piu’ grandi lagune del mondo con una superficie di 24.000 km2 dotata di una barriera corallina lunga 1600 km., iscritta al patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Carlo degli Abbati
Carlo degli Abbati insegna Diritto dell’Unione Europea al Dip. di Lingue e Culture Moderne dell’Università degli Studi di Genova. Già docente di Economia dello Sviluppo presso lo stesso Ateneo e di Storia dei Paesi musulmani al Dip. di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento