Un uomo che ha paura di sedersi accanto al finestrino, aiuta una ragazza e la scelta si rivela essere fatale

Lui viaggiava sempre in treno e mai vicino al finestrino. Ne aveva paura e non avrebbe saputo dire perché. Entrava, cercava la cabina senza finestrini e si sedeva. Se questa non c’era, allora si metteva nell’angolo accanto alla porta, rannicchiato contro la parete e senza mai guardare fuori. Così aveva fatto per tutta la vita. Ora, nella cabina del treno diretto per Torino, pensava alla sua paura e nervoso strofinava l’unghia contro l’anulare sinistro. Avrebbe tanto desiderato un anello, o anche solo un cerchio chiaro che indicasse un antico impegno. Ma il suo dito era nero e nero era il suo cuore, credeva.

Mentre pensava a questo, una ragazza si avvicinò e lui sorrise. Lei aveva capelli castani e ricci, occhi celesti, pelle chiara e un corpo snello racchiuso in un abito scarlatto. In mano aveva una valigia aperta e tutto il contenuto era sparso nel corridoio.

«Gentile signore, potrebbe aiutarmi a cercare il rossetto? Le sarei grato», rise e chiazze rosa comparvero sulle guance.

Lui si alzò, sorrise e chiese dove fosse caduto. Lei indicó sotto il sedile, vicino al finestrino.

«Non riesco a prenderlo. È proprio lì, sotto il sedile».

Lui tentò, ma il suo corpo si incastrava nello spazio tra i due sedili. Allora si sedette e a tastoni cercò il rossetto. Lo afferrò e lo alzò in aria, con espressione vittoriosa. Raggiante come non mai, girò il capo per restituire l’oggetto. La donna, però, era sparita. Di lei solo la valigia, lì, nel mezzo del corridoio. E intanto il treno fischiò e si arrestò. Lui girò la testa dall’altra parte. Vedeva il suo riflesso sul finestrino. Oltre al finestrino, premeva sul vetro la canna di una calibro 48. Ebbe l’assoluta certezza, in pochi instanti, che sedersi accanto al finestrino fosse pericoloso e che mai più si sarebbe fidato di una ragazza in cerca del rossetto.

Erlond

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