Jean Gili, grandissimo esperto (e amico) di Ettore Scola, ha partecipato al Festival del Film italiano di Villerupt (in corso fino al 12 novembre) con due incontri-dibattito che hanno fatto seguito ad altrettante pellicole del regista al quale quest’anno è dedicata una bella retrospettivaBrutti, sporchi e cattivi e La terrazza. Lo abbiamo intervistato

Cosa c’è di ‘’felliniano” nei film di Scola?

I due registi erano molti diversi, ma entrambi disegnatori: umoristi e caricaturisti. Un lavoro che gli permetteva di prepararsi bene in maniera visiva ai loro film. Erano molto utile per realizzare i costumi ad esempio. Entrambi avevano una grande immaginazione visiva. Scola ha molto omaggiato Fellini nelle sue pellicole, inserendo degli elementi come, ad esempio, la fontana di Trevi nel film C’eravamo tanto amati. Una curiosità: molti pensano  che Mastroianni abbia fatto il maggior numero dei suoi film con Fellini. Sbagliato: con Scola!

È vero che Scola è stato spinto da Vittorio Gassman a fare il regista?

È vero. Scola è stato per molto tempo sceneggiatore. Per molti sceneggiatori è frustrante scrivere solamente un film che poi un regista realizzerà a modo suo. Scola invece era felice di scrivere, di essere solo sceneggiatore. Ha lavorato con Risi, Pietrangeli. Poi Scola e Gassman diventarono amici sul set de Il sorpasso, dove il regista conobbe Jean-Louis Trintignan (con lui lavorerà molto). Scola poi scrive la sceneggiatura di Parliamo di donne, con Gassman protagonista. Era previsto un altro regista che rinunciò  a pochi giorni dall’inizio delle riprese. È così che Gassman gli disse: « fallo tu! ». E da allora cominciò a realizzare tantissimi capolavori. 


Scola e le sue attrici-muse. Ce ne parla?

Ha lavorato molto con Stefania Sandrelli: avevano una grande intesa e lui si fidava di lei. A Sofia Loren ha regalato uno dei suoi ruoli più belli, convinto che solo lei potesse incarnare quella donna frustata che è il personaggio del film Una giornata particolare. Lui era convinto che la celebre diva, oltre l’immagine dei riflettori, celasse un po’ di quella stessa inquietudine della protagonista e che, di conseguenza, sarebbe stata perfetta nell’interpretarla. La Loren non voleva fare quel film, ma il regista la convinse dicendole che così avrebbe potuto mostrare di essere un’attrice per ogni ruolo, a 360 gradi. Anche Fanny Ardant è stata un’attrice importante per Scola, che lei invitò, anni dopo il loro connubio artistico, a uno spettacolo teatrale realizzato da lei stessa e che lui apprezzò molto.  

Quanto Ettore Scola è stato influenzato dalla letteratura francese e c’è un’influenza reciproca fra il regista e il cinema francese?

Scola legge al nonno cieco i testi di letteratura francese ed è così che la conosce e la apprezza fin da bambino. I francesi adorano Scola, tanto che considerano Fuga di Luigi XVI uno dei due migliori film sulla Rivoluzione francese (l’altro è La Marsigliese). Ma non credo invece che ci siano oggi in Francia eredi diretti del regista. 

Che film farebbe oggi Ettore Scola?

Rifarebbe i suoi film, aggiornandoli un po’ e  trattando tematiche politiche e sociali attuali.

Qual è stato il rapporto di Scola con il Partito Comunista?

È stato molto legato al PCI, è stato membro del partito. E ne è rimasto molto deluso. Quando ci fu il grande dibattito sul cambio del nome al partito, lui, che ne era contrarissimo, vi dedicò un film (solo in DVD, mai passato al cinema): Mario, Maria e Mario. Lui considerava questo cambio di appellativo al partito come una sorta di perdita della sua stessa identità politica.

Perché Scola piace così tanto ai francesi?

Perché narra con chiarezza, con spirito preciso.

Lei è stato un suo grande amico. Ci racconta qualcosa dello Scola ‘’uomo”?

Era un grande buongustaio. Un amico meraviglioso. Io ho avuto solo due grandi amici nel mondo del cinema, uno è lui (l’altro è Elio Petri). Per alcuni anni ho vissuto a Roma in un piccolo appartamento vicino a Piazza del Popolo, in via della Penna. Lui lo adorava e anche tanti anni dopo che non ci vivevo più, lui me ne parlava sempre con un ricordo vivissimo… 


Maria Grazia Galati e Paola Cairo

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