Intervista a Mirko Costa Incaricato d’affari a.i. e Capo della Cancelleria Consolare, Ambasciata d’Italia in Lussemburgo.
Cosa pensa della situazione italiana?
Voglio esprimere anzitutto, a nome dell’Ambasciata, il mio cordoglio ai familiari delle vittime. E rivolgo un pensiero particolare ai pazienti e a tutti coloro che sono tuttora colpiti dal virus, che vivono momenti di comprensibile ansia. Provo grandissima ammirazione per i medici, il personale sanitario, i ricercatori, le donne e gli uomini della Protezione civile e delle Forze armate.
Il loro esempio è per me motivo di grande ispirazione nello svolgimento delle funzioni istituzionali che ricopro, al servizio della collettività italiana in Lussemburgo.
L’Italia supererà l’emergenza grazie a quanti in questi giorni si stanno impegnando – con abnegazione e generosità – per fronteggiare il rischio di diffusione del coronavirus. Anche i lavoratori e le aziende del nostro Paese stanno facendo grandissimi sacrifici. Come sempre, gli italiani sapranno risollevarsi anche sotto il profilo economico e imprenditoriale, facendosi apprezzare nei rispettivi campi in Italia e all’estero, come e più di prima. Abbiamo risorse e una capacità di adattamento unica, che tutti ci riconoscono.
Certo, il Governo italiano sta adottando via via misure impegnative sotto il profilo delle limitazioni personali e dell’impatto economico, ma necessarie alla tutela della salute pubblica, basandosi su valutazioni scientifiche e seguendo il principio della massima prevenzione. Del resto, l’OMS e l’UE hanno riconosciuto che la risposta dell’Italia è stata, sin dal principio, tempestiva ed improntata alla massima trasparenza e chiarezza nei confronti della comunità nazionale e dei partner internazionali.
Qual è il ruolo dell’Ambasciata in questi casi?
L’Ambasciata è in prima linea per prestare tutta l’assistenza possibile ai connazionali che si trovano a vario titolo in Lussemburgo, quindi non solo ai residenti, ma anche agli italiani temporaneamente presenti per motivi di lavoro o studio oppure semplicemente di passaggio, magari per trovare un familiare che vive qui. Gli interventi dell’Ambasciata sono davvero tanti in questi contesti, e meno “burocratici” di quanto uno possa pensare: in ambito sanitario, ad esempio, con il consenso del diretto interessato, possiamo sensibilizzare le Autorità locali cui spetta il compito di prendere in cura il paziente, monitorando gli sviluppi del caso, effettuando visite, chiedendo ulteriori pareri a ospedali italiani se necessario, rassicurando la famiglia in Italia sulle cure prestate, e altro ancora.
È proprio in queste delicate situazioni che si esprime al massimo la funzione di protezione e assistenza consolare.
Ma soprattutto è essenziale continuare a rilasciare i documenti di viaggio (passaporti, carte di identità, Emergency Travel Document) o il certificato di iscrizione AIRE, perché l’Ambasciata è attiva H24 per un italiano in difficoltà che sta cercando, in questo momento, di rientrare a Lussemburgo o, strettamente nei casi consentiti dalla normativa in vigore per l’emergenza Covid-19 (dpcm 9 marzo 2020), di recarsi in Italia per motivi di assoluta necessità.
Ovviamente a condizione che i mezzi di trasporto siano operativi. Consigliamo, allo stesso tempo, di valutare con estrema attenzione l’opportunità del viaggio, tenendo presente che ognuno si assume la responsabilità di quanto dichiara di fronte all’Autorità di polizia in occasione dei controlli previsti dalla legge.
Ci sono casi in cui l’Ambasciata italiana è stata sollecitata?
Al momento, non siamo stati sollecitati per casi confermati di coronavirus in Lussemburgo. Ma, più in generale, sono già diverse settimane, con un picco negli ultimi giorni dopo le ultime misure di contenimento e contrasto alla diffusione del virus Covid-19 su tutto il territorio italiano, che forniamo incessantemente ogni utile informazione sulla procedura da seguire in Lussemburgo in caso di sintomi da Coronavirus, diffondendo i numeri di telefono, le norme igieniche di prevenzione, oltre a dare in tempo reale consigli mirati perché ogni situazione è diversa dall’altra.
Riceviamo tantissime email e telefonate: molte procure per chi ha rinviato viaggi non essenziali, oppure certificati AIRE per dimostrare, a supporto dell’autocertificazione, la propria residenza in Lussemburgo facilitando pertanto il loro rientro con tutte le accortezze del caso secondo le disposizioni delle Autorità lussemburghesi.
Massima cautela insomma, ma senza allarmismi.
Abbiamo attivato internamente una piccola Unità di crisi, ripartendo i compiti più operativi, proprio per rispondere efficacemente ai legittimi dubbi dei nostri connazionali, ma anche per ottimizzare il fondamentale scambio di informazioni con le Autorità lussemburghesi e con quelle italiane.
Abbiamo adottato misure interne di prevenzione, come lo scaglionamento degli accessi in Consolato per evitare il sovraffollamento, la disinfezione dei locali, la distribuzione di gel antibatterico per le mani e la riduzione di alcuni servizi, a tutela del personale dell’Ambasciata e del pubblico.
Devo dire che la preziosa esperienza accumulata al Ministero, proprio nell’Ufficio di protezione ed assistenza ai connazionali, mi sta agevolando in questa delicata situazione, oltre alla puntuale disponibilità delle Autorità lussemburghesi, al pieno sostegno della Farnesina ma soprattutto all’elevata preparazione e alla totale dedizione dei miei collaboratori, che stanno dando il massimo. Siamo pronti a ogni possibile scenario, sempre nei limiti di quello che possiamo fare e nel rispetto delle leggi del Paese in cui operiamo.
Pensa che il Granducato stia adottando misure adeguate per gestire situazione?
Ogni Paese fa un’attenta valutazione del rischio e adotta le misure che ritiene opportune in base alla specificità del contesto territoriale di riferimento, ma sempre nel modo più accurato possibile essendo in gioco la salute della popolazione residente, che è prioritaria su tutto. Una misura necessaria in un particolare frangente della crisi in Italia, ad esempio, può risultare eccessiva in Francia o in Lussemburgo in quello stesso momento, ma l’importante è che il sistema nazionale sia in grado di reagire tempestivamente in funzione del quadro epidemiologico del Paese, tenendo in debito conto ogni fattore, come ad esempio, il livello di diffusione nei Paesi limitrofi o il numero della popolazione.
Nello specifico, mi risulta che il Granducato abbia predisposto con largo anticipo un protocollo di intervento sanitario per il coronavirus, attivando immediatamente una cellula di crisi che riunisce tutti i Ministeri competenti, a seguito del primo caso accertato.
Sono certo che non esiterà a rafforzare ulteriormente le misure, oltre a quanto sta già facendo per ridurre le occasioni di potenziale contagio come i grandi eventi o valutando caso per caso, in base ai dati ufficiali a disposizione. La collaborazione con l’Ambasciata è, in ogni caso, efficace e intensa a tutti i livelli.
Ha qualche informazione in più rispetto a noi sullo status dei contagi da coronavirus ?
Come l’Italia, anche il Lussemburgo ha optato per un approccio improntato alla massima trasparenza nei confronti della popolazione residente, come dimostrano i puntuali comunicati stampa del Ministro della Salute lussemburghese al riguardo. Nell’ipotesi in cui ci fossero connazionali coinvolti, manterremmo naturalmente la massima discrezione a tutela della loro privacy, ma mettendoci a loro disposizione o a quella dei loro familiari se esplicitamente richiesto, adottando ogni misura per contenere al massimo la diffusione del virus all’interno dei locali dell’Ambasciata e informando l’utenza sul possibile impatto, ma garantendo i servizi essenziali e la funzionalità della Sede in condizioni di sicurezza.
Cosa vuol dire alla comunità italiana?
Invito tutti i connazionali a seguire scrupolosamente le indicazioni delle Autorità lussemburghesi, che possono naturalmente evolvere in base al quadro epidemiologico locale. Come ho già avuto modo di dire anche al Comites di Lussemburgo, sono a completa disposizione della comunità e di tutte le associazioni di connazionali presenti a Lussemburgo, nelle forme più opportune secondo la situazione del momento.
Vi assicuro che l’Ambasciata continuerà a fornirvi ogni possibile assistenza continuando a seguire, in strettissimo contatto con le Autorità locali, gli sviluppi dell’epidemia facendo sempre sentire la sua presenza, a tutti i livelli.
Un caro saluto a tutti i lettori di PassaParola.
(red)
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