Il Festival delle promesse esaudite, del “vogliamoci bene” , dell’amicizia consolidata è stato catapultato da qualche ora dentro un turbine di polemiche che, se da un lato hanno rialzato il livello di adrenalina in Sala Stampa e prodotto maggior effetto di una Red Bull con caffè per tenerci svegli, dall’altro hanno determinato un generalizzato fastidio per lo squallore con il quale la vicenda si sta dipanando.

Partiamo dal prima. Premesso che Bugo e Morgan con la loro “Sincero” hanno accarezzato sempre la zona bassa della classifica, il momento peggiore è stato raggiunto la sera dei duetti, quando gli orchestrali hanno relegato la coppia all’ultimo posto e la loro esibizione di “Canzone per te” di Sergio Endrigo è stata una bruttissima pagina dal punto di vista artistico.

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Poteva rimanere una pessima esibizione, giustamente penalizzata dai maestri di orchestra, e Bugo e Morgan avrebbero potuto cercare di fare una bella figura con il pezzo che si erano cuciti addosso. E invece no. Perché quando c’è Morgan è sempre genio e sregolatezza, una bomba a orologeria che può esplodere da un momento all’altro. Allora Marco Castaldi in arte Morgan non si è lasciato sfuggire l’occasione per dichiarare apertamente: “Bugo non regge il palco, la canzone di Endrigo l’ha violentata. Solo con i grandi maestri si possono fare cose meravigliose“. D’altra parte Bugo non poteva non rispondere chiarendo che lui avrebbe voluto cantare una canzone diversa ma che tuttavia, in nome dell’amicizia con Morgan, ha accettato la sua scelta.

Tutto a posto dunque? Troppo semplice… Ieri sera Morgan avrebbe detto a Bugo che avrebbe cambiato il testo della loro canzone. Naturalmente Bugo non l’ha presa bene e tra i due è cominciata una discussione che è presto degenerata in scontro fisico. Poi la presentazione del brano e i due artisti che entrano sul palco separatamente. Tutto il resto è accaduto sotto gli occhi delle telecamere. Morgan canta un testo nuovo in cui fa riferimento alle “brutte intenzioni, le maleducazioni”, a “la brutta figura di ieri sera”, “la tua ingratitudine la tua arroganza”. E ancora, “fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa”, “cerco di fornire una forma d’arte”, “rispetta questo palco e rispetta chi ti ci ha portato”. Frasi offensive vomitate davanti a un pubblico che in quel momento ancora non capiva cosa stesse accadendo. Bugo se ne va, Morgan fa anche finta di non capire il perché del gesto del suo compagno di avventura, una scenetta francamente imbarazzante. Immediata la squalifica scattata dapprima a causa della defezione di Bugo. Successivamente è stato chiarito che la squalifica c’è stata perché non è possibile cambiare i testi in  gara.

Arriviamo al dopo. Oggi Bugo, con un filo di voce e con la faccia della sofferenza, è venuto a raccontare la sua versione dei fatti in Sala Stampa. “La cosa più assurda è che sono qua a giustificare la mia buonafede nei confronti di Morgan e la mia bontà del progetto nel nome dell’amicizia e della stima con lui”. Cos’è successo? “E’ troppo lungo. La canzone è la mia (in realtà gli autori sono A. Bonomo-M. Castoldi-C. Bugatti-A. Bonomo-S. Bertolotti , quindi anche Morgan che ha curato l’arrangiamento ndr) e Marco è intervenuto con la sua voce. Ho pensato, da amico e lo sottolineo, di condividerlo con lui. Quando era il momento di decidere quale cover fare ho deciso di affidarla a lui. Amo molto il gusto di Morgan e infatti aveva scelto una canzone fantastica. Marco mi chiese anche di dirigere e ho detto va bene. Mi sembrava un gesto di affetto. Da lì la cosa è esagerata sulla questione dell’arrangiamento. C’erano delle cose che non tornavano. Aspettavo indicazioni, non sapevo quale versione fare. Come avrei potuto fare una canzone che non ho provato su un palco del genere? Ho provato a cantarla nel miglior modo possibile. Avete visto il risultato. Secondo voi ero felice dopo quella sera? No” Poi – continua – ieri sera Morgan è arrivato poco prima dell’esibizione  prima di salire sulla rampa finale noi artisti dobbiamo fare una scala. Ci siamo incontrati lì e ho visto che ha cominciato a far battute su un ragazzo della nostra squadra, gli ho detto di smetterla, ‘Andiamo su a divertirci’, volevo smorzare i toni. Lui però ha cominciato a insultarmi con sfigato, figlio di.., ha attaccato mio figlio, mia moglie,  e io zitto, non ho mai replicato. Quando ci hanno chiamato ero turbato, lui è sceso e non sapevo se uscire, mi sono bloccato. Lui ha fatto questo gesto sorridendo ‘Vieni, vieni’, e altre due parole che non si sentono, figlio di…, sei una merda”.  Oggi, ha chiesto scusa Bugo, non solo ad Amadeus, ma a tutto il pubblico.

Poi c’è la versione di Morgan, il quale sostiene di aver chiesto la disponibilità della Sala stampa dell’Ariston e di non averla ottenuta per cui ha dovuto esprimere le proprie posizioni in una saletta “rimediata” al Palafiori. Per dovere di cronaca segnaliamo che l’ufficio Stampa Rai ha diffuso una nota nella quale riferisce che nonostante la disponibilità offerta, Morgan ha deciso di non usufruire degli spazi Rai.

Come mai tutto questo interesse? Non vi interessavano più i vestiti di Achille Lauro?” L’esordio non è dei più felici ma anche il prosieguo non è andato meglio. “Ci ho messo la mia faccia e gli ho fatto un favore. Il gesto di ieri arriva alla fine di soprusi, sono stato vilipeso. Sono stato usato per farlo entrare qua. Mi hanno tolto la stanza d’albergo. Ho subito del mobbing. Bugo soffriva del confronto sul palco. Non reggeva. Non regge il palco. . È un dilettante. Dopo gli ho detto ‘hai fatto una cazzata, sei un coglione’ (…) Bugo si è fatto manovrare da un’associazione a delinquere (la casa discografica Mescal ndr) che aveva ascendente presso la Rai , volevano che me ne andassi.

E quando qualcuno gli ha fatto notare che Bugo, il suo amico che avrebbe dovuto ringraziarlo per questa esperienza, si è sentito offeso insieme alla sua famiglia, Morgan ha iniziato a fare l’elegia della parolaccia, sostenendo che “quando sei incazzato” una parola ha una etimologia che prescinde dal contesto familiare di riferimento. “Se dici figlio di puttana a qualcuno non significa che vuoi insultare la madre”…

Marco Castaldi, in arte Morgan, che riteniamo sia un genio da un punto di vista artistico e musicale, in questa occasione ha superato davvero ogni limite, soprattutto perché l’ha fatto davanti al pubblico e cercando, grazie alla sua dialettica sicuramente superiore a quella di Bugo, di disegnare una storia diversa. Ma questa volta tutti abbiamo visto e sentito e la nostra idea ce la siamo fatta.

Caro Morgan, in altre circostante ti ho sempre difeso. Stavolta no, non ci sono margini… e poi concludere la conferenza stampa con “adesso scrivete tutto il contrario” è stata una mancanza di rispetto che consolida e dà cittadinanza a tutto lo squallore che, ahimé, hai portato sul palco dell’Ariston.

Gilda Luzzi

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