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L’omosessualità è ancora un tabù oppure i credenti omosessuali conciliano la loro fede con la libertà di coscienza? Ne parliamo con un esponente dell’associazione LGTB (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender, ndr) La Scala di Giacobbe di Pinerolo (TO)

 

Nella Bibbia il tema “omosessualità”, benché trattato con toni ed intensità diversi, viene ogni volta associato a qualcosa di inopportuno e riprovevole.

Per la dottrina della Chiesa nulla con Bergoglio è formalmente cambiato e nell’ultimo Sinodo dei vescovi sulla famiglia indetto da papa Francesco è stato ribadito con forza il concetto già precedentemente espresso dalla Congregazione per la dottrina della Fede presieduta da Ratzinger, ovvero che non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Neanche il Catechismo è stato modificato nei cinque anni di pontificato di Francesco: […] le relazioni omosessuali sono gravi depravazioni […] e gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. [CCC 2357] ragion per cui le persone omosessuali sono chiamate alla castità. [CCC 2358].

Certamente il linguaggio pastorale usato da papa Francesco verso gli omosessuali è di massimo rispetto, invita alla piena accoglienza ed evita di esprimere condanne, ma la frase pronunciata dal pontefice chi sono io per giudicare un gay che cerca Dio, se da un lato esprime un atteggiamento di riguardo verso l’omosessuale, dall’altro ribadisce che occorre che questi cerchi Dio, ovvero desideri rispettarne i precetti nell’interpretazione che ne dà la tradizione della Chiesa cattolica.
Tutto ciò si traduce spesso in un atteggiamento pratico verso i gay meno severo ed intollerante, ma ancora discriminatorio e ben lontano dal riconoscere agli omosessuali che vivono appieno e senza sensi di colpa la propria sessualità l’ammissione a tutti i sacramenti.

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INTERVISTA A LUCA G.

Le società civili riconoscono che i generi sessuali sono molteplici ed hanno tutti pari diritti e dignità: quali sono le condizioni dei credenti LGTB nella Chiesa di Bergoglio? cosa significa essere gay e credere in un Dio che condanna le relazioni omosessuali?

Credere in Dio significa sapere d’essere amati ed interpretare la Sua Parola nell’ottica del comandamento dell’amore, l’insegnamento di Gesù è fulcro dell’etica cristiana. Oggi molti omosessuali cattolici vivono la loro sessualità con responsabilità e senza sensi di colpa, consapevoli che è l’osservanza del messaggio evangelico e non l’orientamento sessuale a determinare il giudizio divino su di loro. Ma per la Bibbia l’omoerotismo è un abominio. L’insegnamento biblico richiede la capacità di valutare e prendere decisioni sulla base del principio di responsabilità nei confronti di se stessi e del prossimo: seguire il Vangelo richiede un’opera di discernimento.

È il primato della coscienza delletica laica sulla legge di Dio?

Ogni passo della Scrittura ci obbliga a interrogarci sul suo senso attuale, alla luce della libera coscienza di esseri umani partecipi dell’evoluzione civile della società, della scienza e della cultura contemporanea.

E come si concilia libertà di coscienza e fedeltà alla dottrina?

La Chiesa cattolica non è solo una gerarchia che esprime una dottrina, ma un’eterogenea comunità di fedeli portatori di istanze diverse e le persone sono più importanti delle norme canoniche. L’esperienza della relazione che ogni fedele fa di Dio è eticamente significativa: è la relazione con Dio, e non con una dottrina, a determinare la nostra condotta morale.

 Cos’è cambiato con Papa Bergoglio?

Lo straordinario cambiamento che ha portato Francesco è principalmente pastorale: la Chiesa comincia ad accogliere le persone omosessuali, cerca con esse un rapporto solidale, amorevole e fraterno. Questo era impensabile fino a pochi anni fa. Occorre fare però attenzione a non caricare la pastorale di un compito che spetta alla teologia: nessun vero rinnovamento potrà mai avvenire nella Chiesa se non è sostenuto da valutazioni di carattere teologico. Perché il cambiamento nella Chiesa sia reale e non di facciata occorre che si proceda a cancellare i tratti sessisti ed omofobi della dottrina della Chiesa alla luce del messaggio evangelico. Anche se ad oggi questo non è ancora avvenuto, oltre 30 anni d’attività dei credenti omosessuali hanno dato frutti importanti: le associazioni sono sempre meno luoghi di rifugio e sempre più spazi aperti, come l’associazione Cammini di Speranza che oggi rappresenta un interlocutore importante con le Chiese cristiane ed un riferimento imprescindibile per i gruppi e i singoli LGTB.

 Esiste un dialogo interreligioso fra credenti omosessuali?

Sì, esiste un confronto tra le differenti associazioni di credenti omosessuali impegnati nel cambiamento della loro condizione all’interno delle rispettive Chiese. E ci sono movimenti che lottano per il riconoscimento dell’identità omosessuale anche nell’Islam, come Allah loves equality.

Andrea Tirelli

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