agostini

Venerdì 3 febbraio 2017, il Cercle Munster uno dei circoli più esclusivi del Lussemburgo, ha ospitato la presentazione del quarto libro di Bruno Agostini, figura prominente del mondo della finanza locale e prolifico autore italiano sul territorio. Dopo la trilogia di gialli/noir ambientata a Napoli, sua città di origine nella quale, l’autore ci tiene a ribadirlo, non è più tornato, ma che è sempre rimasta la città del suo cuore, Agostini ha rotto il suo silenzio narrativo durato cinque anni per irrompere nel mercato con un romanzo del tutto nuovo per lui. Luisa Maffioli, responsabile della Libreria italiana organizzatrice dell’evento, sottolinea il disorientamento del lettore che conosce Agostini autore, di fronte ad un tale mutamento di rotta letteraria.

Ambientato nel suo Paese di adozione, il Lussemburgo, I giardini di Pfaffenthal (Robin edizioni 2016) è un romanzo a sfondo storico in cui si intrecciano vite di personaggi creati dalla penna estrosa dell’autore. Numerosi personaggi popolano questo sfondo, quasi fosse un quadro su cui l’autore ha dato vita a identità ben delineate e diverse, in un mosaico variegato di umanità. Sì perché, come ben spiega il suo interlocutore, Tullio Forgiarini, autore italo-lussemburghese presente come moderatore all’evento, il libro ha un tema centrale, un fil rouge che è il male. Il nutrito pubblico presente in sala mostra interesse all’argomento che soggiace al libro e Agostini espone il suo punto di vista sul male: non esistono mostri tra noi, ma qualsiasi essere umano, posto in determinate condizioni, è capace di atti mostruosi.

Il romanzo è un intreccio temporale tra il secolo scorso all’epoca dell’ascesa del nazismo e i giorni nostri, quando un commissario di polizia dalla vita piatta per lavoro è costretto a far fronte a morti sospette del passato.

Così come l’evento di presentazione del libro è stato un alternarsi di argomenti tra Agostini uomo e Agostini autore: fino a che punto è giusto cercare l’autore nei suoi personaggi? La sua presenza è indubbia, ma quanto è forte la spinta autobiografica e ancora come procede Agostini uomo di fronte al foglio bianco e quali tecniche usa, se vi fa ricorso, nella stesura dei suoi romanzi? Dal dibattito ne è emerso un autore di grande umanità, di vasta cultura, di profonde onestà intellettuale, in grado di trasmettere con sincero slancio la propria passione e esigenza di scrivere per sé e per gli altri.

Giovanna Pandolfelli

 

 

 

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