Ieri sera (15 settembre) ho assistito – per la prima volta in vita mia – ad una riunione del Comites Lussemburgo. I Comites, come sappiamo, sono organismi che rappresentano le collettività italiane all’estero, organismi elettivi che dopo anni di rinvii e incertezze sono stati rinnovati nell’aprile di quest’anno.
All’ordine del giorno, ieri, c’erano le dimissioni irrevocabili di Giovanna Esposito, eletta con il maggior numero di voti (235 preferenze su 655 votanti) e scelta dall’assemblea come presidente. La Esposito aveva rassegnato le sue dimissioni in agosto, senza motivarle.
Ieri era la serata giusta per ribadire la sua decisione o revocarla. La presidente, però, ha potuto prendere la parola solo un’ora dopo l’inizio della riunione. Infatti, per un’ora intera si è discusso sulla forma dei verbali. Proprio la forma, ovvero come si scrive un verbale dall’inizio alla fine. La conclusione è stata che per una lunga ora ho assistito ad un dibattito che sembrava futile ma che conteneva in sè i semi della discordia. “Democrazia, rinnovamento, partecipazione” la lista vincitrice che detiene la maggioranza (9 eletti su 12) sembra avere una sorta di desiderio di rivalsa (o chiamatela mal sopportazione) nei confronti della lista seconda, “Alternativa Lussemburgo”. E non manca di opporsi alle proposte di quest’ultima.
La rivalsa forse è legata ad antipatie personali. O forse ad antichi dissapori tra alcuni membri del PD, il partito da cui è nata la lista di maggioranza e di cui, nel Comites, ci sono tesserati in entrambe le liste. Ancora lui: il Partito democratico che in questi anni, in Lussemburgo, si è diviso in tre circoli (di cui uno, storico ancora esistente) e che racchiude in sè (in Italia come all’estero) forme di autolesionismo che arrivano al paradossale.
L’impressione da fuori, è che ci sia un astio sottinteso, che abbia avvelenato anche chi, con le divisioni in circoli non aveva nulla a che fare, e che immobilizza quanti, invece, vorrebbero far partire il Comites e farlo funzionare a dovere. Ma cosa c’entrano i partiti?– direte voi- C’entrano nella misura in cui le persone ne vengono influenzate anche in un organismo che, di fatto, dovrebbe rappresentare TUTTI i cittadini e non i cittadini di questa o quell’altra lista.
Dopo una lunga ora, insomma, Giovanna Esposito ha potuto prendere la parola per spiegare le sue motivazioni. Molto amareggiata la Esposito ha dichiarato pubblicamente il suo malessere a lavorare con questo gruppo, da cui emergono identità di lista troppo forti per poter collaborare serenamente. Inoltre, ha convintamente affermato non solo di voler dimettersi dalla presidenza ma anche di voler uscire dal Comites!
A questo punto la minoranza ha dichiarato il suo dispiacere per la decisione – chiedendo alla Esposito di ripensarci – e ha confermato la massima collaborazione da parte dei suoi tre membri, collaborazione espressa già nel passato. (Soprattutto sui social network: all’indomani delle dimissioni la Lista Alternativa aveva subito informato i propri aderenti sulla propria pagina facebook. Cosa che ha infastidito non poco alcune persone della maggioranza).
Una collaborazione – dicevo- che agli occhi di alcuni della maggioranza è invece considerata strumentale. Legata a desideri di protagonismo. O ribadisco, semplici antipatie personali che non si riescono a superare.
Così una parte della maggioranza si è sentita messa in discussione dalle stesse parole della dimissionaria. Se la minoranza collabora, allora la domanda sorge spontanea: chi fa ostruzionismo? Chi cerca il pelo nell’uovo? Chi spacca il capello in quattro? È la maggioranza che non fa gruppo e che impedisce le funzioni interne? Si? No?
Ed è cominciato il lancio di accuse. Insomma, il solito impasse all’italiana di cui vi risparmio i dettagli.
Una riunione che poteva servire per far rientrare le dimissioni, si è trasformata in richieste di chiarimenti per alcuni, affermazioni di disgusto per altri, stanchi silenzi e occhi sgranati di sbalordimento di altri ancora….
Non ho sentito nessuno della maggioranza che chiedesse alla presidente di non dimettersi! In realtà la Lista di maggioranza si era già riunita qualche settimana prima per comprendere le decisioni della Esposito, e aveva accettato le sue dimissioni.
Ma la presidente ha calato un altro asso: la sua uscita dal Comites. “Pensavo di riuscire a dare al Comites – ha affermato Giovanna – una struttura omogenea, unendo le persone pur nella diversità. Ma poichè il presidente ha anche una responsabilità civile– ha sostenuto – non mi sento di portare avanti questa responsabilità con questo gruppo“.
Chissà cosa le hanno combinato nelle precedenti riunioni? Perchè la Esposito si è disamorata improvvisamente di questo organismo per il quale aveva fatto un’intensa campagna elettorale? Gestire un gruppo così eterogeneo è un’impresa. Non se lo immaginava prima?
Tutti sorpresi e alcuni delusi. Un brutto segnale per la comunità. La discussione continua. Ed io resto in attesa che vengano formalizzate le dimissioni e sciolto il nodo della nuova presidenza.
Ad un certo punto però l’infelice uscita di un membro della maggioranza che ha qualificato come inutile la nascita stessa della Lista alternativa, dichiarando espressamente che i voti della prima lista valevano di più dei voti della seconda……sono uscita.
Me ne sono andata.
Ho capito che certa gente ha un sacco di tempo da perdere e poca voglia di concretizzare. Che c’è un astio inespresso che aleggia senza mai esprimersi lealmente. Che alcuni vogliono stare sul piedistallo di un Comitato che perde sempre di più valore perchè fa fatica a rappresentare le vere istanze della comunità italiana a Lussemburgo. Una comunità già divisa tra la vecchia guardia (una parte della quale si riconosce nei valori della sinistra, una parte completamente restia a fare comunità e che nemmeno vota) e una nuova emigrazione che nessuno rappresenta perchè nessuno riesce a conoscere e a valorizzare.
Insomma, per essere pessimisti, direi un Comites quasi inutile. Che con il beneficio del dubbio – conoscendo i retroscena del vecchio Comites le cui vicissitudini ho seguito in questi ultimi 10 anni in cui risiedo in Lussemburgo – e con molta fatica, credo, riuscirà a concretizzare il programma che era alla base della campagna elettorale. Ci aspettano ancora 5 anni di litigi? O 5 anni di immobilità? Continueremo a farci del male?
O serve solo un periodo per imparare a convivere e a strutturarsi come gruppo, per imparare a cooperare, analizzare, progettare e decidere insieme???
Per dovere di cronaca devo dire che Andrea Di Branco, il nostro delegato consolare, ha introdotto Roberto Valli, primo dei non eletti di “Democrazia, rinnovamento, partecipazione” che prende il posto della Zanconato (tornata in Italia) e ha informato gli eletti che il Mae (Ministero Affari Esteri) ha stanziato la somma di 9.292 euro per le attività future del Comites e che, in attesa dell’apertura di un conto corrente postale o bancario, i soldi rimangono in Ambasciata.
Riusciranno i nostri eroi?
Paola Cairo