Il settimanale tedesco Spiegel la definisce una “antivelina”, una donna in grado “di imporsi anche nel mondo conservatore dell’emigrazione italiana”. La Zeit descrive Laura Garavini come “un esempio da seguire” dopo che ha fondato “Mafia? Nein danke!” (Mafia? No grazie!) fra gli italiani in Germania, un’iniziativa segnalata da parte della autorità tedesche come best practice a livello europeo ad Eurojust. Candidata alle politiche nel 2008 per il Partito Democratico nella circoscrizione Europa, Laura Garavini ottiene il maggior numero di preferenze e viene eletta deputata. Per il PD attualmente ricopre il compito di capogruppo in Commissione Antimafia.
In occasione dell’incontro di sabato 16 luglio 2011, organizzato dal “Circolo PD Lussemburgo” nella sede storica del Circolo Curiel di Lussemburgo , PassaParola Magazine la incontra per i suoi lettori.
Dalla strage di Duisburg sono passati quattro anni. Grazie alla sua iniziativa “Mafia? Nein danke!” cos’è cambiato in Germania?
Gli eventi di Duisburg hanno fatto capire quanto siano presenti e pericolose le mafie a livello internazionale, ma anche quanto sia importante il ruolo della società civile nel contrastarle. “Mafia? Nein danke!” è stata segnalata ad Eurojust come bestpractice a livello internazionale dalle forze dell’ordine tedesche come strumento di successo nel contrasto alla criminalità organizzata.
Infatti le coraggiose denunce di oltre una cinquantina di ristoratori italiani sono state decisive per aiutare gli inquirenti a mettere in galera gli estorsori.
Inoltre il nostro lavoro di sensibilizzazione degli interlocutori politici ed istituzionali ha accelerato in Germania il recepimento di un’importante norma europea in materia di confisca dei beni a livello internazionale. Attualmente prosegue il nostro impegno con lezioni alla legalità nei confronti delle giovani generazioni, scambi di informazioni tra le forze dell’ordine e la magistratura italiana e tedesca e numerose iniziative culturali, finalizzate al sostegno di progetti antimafia della società civile, in Italia.
Il tema della fuga dei cervelli è ricorrente tra gli italiani all’estero. Nonostante “Controesodo”, la legge adottata recentemente dal Parlamento su iniziativa del PD, il fenomeno dei talenti in fuga è talmente dilagante che ci vorranno degli anni prima che gli espatriati tornino in patria e la situazione economica non aiuta. Qual è la sua opinione?
Controesodo, la legge adottata recentemente dal Parlamento su iniziativa del PD, può contribuire a fare dell’Italia un Paese più giovane e meritocratico. La legge prevede crediti d’imposta per i cittadini europei con meno di quarant’anni d’età che abbiano vissuto sia in Italia che all’estero per almeno due anni, e che decidano di rientrare a lavorare in Italia.
Certo, questa legge non basta a compensare il costante esodo di cervelli dal nostro Paese, ma è un segnale di come i giovani e la meritocrazia siano una priorità per il Pd. Cambiare le cose non è impossibile.
Il problema è che nell’attuale maggioranza manca la volontà politica di farlo. I giovani se ne vanno perché il Paese è immobile. Vi è la massima urgenza d’internazionalizzare le nostre università, di tornare a farne dei poli scientifici d’eccellenza.
Inoltre occorrono sistemi di selezione trasparenti ed efficaci per l’ingresso nel mondo del lavoro. Ma soprattutto ci vogliono le condizioni economico-politiche affinché il nostro Paese torni a creare opportunità di lavoro e di sviluppo. Proprio per perseguire questi obiettivi, il Partito Democratico ha elaborato piani e strategie molto concreti.
Alla luce delle quote rosa e dell’incontro di Siena di “SE NON ORA QUANDO?” quanto tempo dovranno aspettare le donne italiane, per il raggiungimento delle pari opportunità?
L’introduzione delle quote rosa sono un importante successo per tutte le donne, ma allo stesso tempo è chiaro che è solo un punto di partenza. Anche su questo c’è bisogno di un vero e proprio cambiamento culturale. L’Italia ne ha urgente bisogno. La politica ha la responsabilità di contribuire con altri provvedimenti.
Intanto, possiamo accogliere con entusiasmo gli stimoli che vengono dalle donne che scendono in piazza. “Se non ora quando” è stata una sorprendente boccata d’ossigeno per il Paese. Anche all’estero centinaia di donne si sono mobilitate, Lanciando al Governo Berlusconi un segnale molto diretto d’insofferenza.
Nel 2008 Lei è stata eletta alla Camera dei Deputati, in rappresentanza del PD con 25.070 voti. Qual é l’impegno del PD in Europa? Come ha vissuto il primo giorno di lavoro e cosa pensa oggi di questa esperienza cosi importante?
Essere eletta con il maggior numero di preferenze nella mia circoscrizione è una grande soddisfazione e al tempo stesso una grande responsabilità. Dal primo giorno di lavoro non mi sono mai fermata. La politica è un mestiere che coinvolge sempre al cento per cento. Oggi sono componente di due importanti Commissioni: la Commissione bicamerale Antimafia e la Politiche Europee. In Antimafia rappresento i tanti cittadini che non sono disposti a tollerare le infiltrazioni della criminalità organizzata, e tutti coloro che sanno che la vera antimafia sta anche nel rimodellare i comportamenti e la mentalità di buona parte del Paese.
Nella Commissione Politiche Europee lavoro per un maggiore impulso da parte del nostro Paese al progetto dell’integrazione europea. Un impegno non solo “in” Europa, ma “per” l’Europa.
di Paola Cairo