Carlo Noel, amico e collaboratore di PassaParola Magazine è stato a L’Aquila nella settimana delle commemorazioni del 2° anno dal sisma. Ci ha regalato un diario, un punto di vista su cio’ che ha trovato e su cio’ che sta provando a realizzare.
Viaggi precedenti e legami profondi con una nazione
Lo faccio da molti anni. Da sempre ritorno in Italia, sempre in Abruzzo. Questa volta pero’ non si tratta solo di vedere la famiglia e amici ma anche di capire come stanno le cose nella provincia nella quale sono, in parte cresciuto e nella quale ho studiato per sei lunghi anni. Parlare di quello che è successo non è un esercizio molto facile per una persona come me. Ma ci proverò lo stesso anche se sono più una persona del faree dell’agire.
Ormai sono passati due anni dal sisma. Questa volta non si tratta della solita visita del capoluogo e comuni del cratere per documentare la situazione, questa volta voglio qualcosa di più, voglio andare oltre e denunciare una situazione.
Tra il 28 febbraio e il 4 marzo ero nel capoluogo anche per incontrare alcune persone del comitato 3e32, se possibile anche aiutarli e soprattutto cercare di capire i reali bisogni di una comunità. Ho deciso di rompere il ghiaccio, se così si può dire.
Dopo avere seguito il movimento delle carriole nel febbraio 2010 e altre manifestazioni successive sulla rete, dopo avere publicizzato la manifestazione «L’Aquila chiama Italia» del 20 novembre 2010 anche a Lussemburgo e in Europa (infatti ovunque ci sono comunità italiane), la quale cosa ci ha portato alla puntata radiofonica Voices by PassaParola del 27 novembre scorso, con l’intervento di Sara Vegni, una delle portavoci del comitato aquilano.
A marzo sono state raccolte a Lussemburgo, durante il Festival des Migrations del Clae (19 e 20 marzo 2011, ndr), una sessantina di firme per la Legge d’iniziativa popolare sulla ricostruzione e prevenzione ed ho improvvisato una piccola mostra fotografica su com’è la città de L’Aquila oggi, dopo due anni, usando le ultime foto fatte nel mese di marzo e quelle del 2010, visto che poco o nulla è cambiato…..
L’Aquila: 2 anni dopo
L’Aquila, 2 aprile 2011: lo scenario sembra lo stesso. Da una parte l’Aquila, la città fantasma e intorno palazzi nuovi, moduli provvisori, mondialmente conosciuti per essere stati il cosidetto « miracolo berlusconiano mediatico » per dire che tutto è fatto, quello che Giulia Selfi chiamerà la ciambella durante la manifestazione del popolo viola a l’Aquila.
Così è stato pure ribadito da un’attrice di Popoli che si è fatta passare per un’aquilana all’interno del programma Forum di Canale 5, sostenendo che tutto era in ordine, era ricostruito, tutto era come prima! Non so se questa signora avrà ancora il coraggio di mostrarsi nel capoluogo dopo avere mentito per qualche centinaio di euro.
Ci sono ritornato in quella città, sempre transennata. Due o tre hotel hanno riaperto le porte, più o meno una decina di café-ristoranti-bar, una o due tabaccherie, un ferramenta e un negozio di abiti. Il resto del centro-città? Sempre come prima. Ci sono le solite persone che vengono a visitare la città.
Ma dove sono gli aquilani?
Era la stessa domanda che mi ponevo durante la manifestazione del popolo viola a l’Aquila. Eravamo circa 40 persone, molte provenienti da diverse città italiane, pochissimi aquilani ed io l’unico proveniente dal Lussemburgo accompagnato da Pluto, cittadino aquilano peloso a quattro zampe da molti anni (un cane come tanti che girano nella città ma adottati da tutti i cittadini)! Erano presenti più le forze dell’ordine che i manifestanti. Forse alla fine c’erano più di una dozzina di aquilani ad ascoltare i vari interventi sul palco a Piazza Duomo. Un signore mi spiega che sono persino controllati nei MAP durante la notte e il giorno per controllare se effettivamente occupano le casa o no. In altri termini, possono facilmente perdere il loro diritto d’alloggio provvisorio, anche se si assentano per per motivi validi come la famiglia e il lavoro. Prima del terremoto vendeva opere d’arte in una galleria; ora i suoi quadri sono rimasti sotto la polvere nel suo negozio chiuso. Resto ancora a parlare con varie persone, tra queste Enza Blundo, Federico Ferme, Giulia Selfi. Si parla della manifestazione, come è andata, l’assenza degli cittadini, ovviamente dell’operato del governo e della stampa, di come è ancora la situazione aquilana.
L’Aquila, 4 aprile 2011. Assisto ad un intervento degli vigili del fuoco. Il tendone è pieno di persone, alcune sedute e alcune in piedi all’entrata. Ma tutti gli altri aquilani e i cittadini del cratere dove sono?
Si è parlato della mancanza degli mezzi, della situazione precaria degli vigili del fuoco, di come hanno vissuto il terremoto, del modo in cui hanno dovuto intervenire anche scavando con le mani, della grave mancanza di personale e mezzi (soprattutto durante quella fatidica notte del 5 e 6 aprile 2009), della mancanza di prevenzione e di punti raccolta in caso di catastrofi naturali o legate all’uomo.
Alla fine della riunione parlo con i vigili del fuoco e propongo un gemellaggio tra Lussemburgo e l’Aquila per scambiare idee, techniche ed altro. Loro ne sono entusiasti, ovviamente mi toccherà mantenere la promessa e parlarne con i vigili del fuoco a Lussemburgo.
E stata anche l’occasione per incontrare finalmente Sara Vegni e Mattia Fonzie. Sono rimasto con i ragazzi fino alla sera; poi sono rientrato a casa a riposare. Domattina vanno fissate foto giganti sulle transenne e altri posti per l’iniziativa Temporary? Landscapes ed io ho promesso il mio aiuto. Meglio tenersi pronti.
L’Aquila, 5 aprile 2011. Prima delle 10 assieme ad altri volontari montiamo le foto prima di appenderle alle transenne e i luoghi dove passerà la fiaccolata. Nel frattempo mi perdo alcuni interventi nel tendone di piazza Duomo come quello delle famiglie delle vittime. La giornata è stata lunghissima; la sera vado con un amico all’asilo occupato in via Duca degli Abruzzi, dove stanno facendo la cena delle famiglie delle vittime e dove in una sala ripete pure un gruppo di musicisti per un concerto.
Si chiama Fabio e se ricordo bene studia antropologia. Faccio conoscenza della signora Antonietta Centofanti. Le racconto che vengo dal Lussemburgo dove sono nato e che la mia famiglia è abruzzese e che conosco Daniela Centofanti. Parliamo un po’. Mi sembra di riconoscere nelle due sorelle la stessa grande volontà di lottare e di fare le cose con molta energia e in modo originale senza arrendersi!
Ci prepariamo con la fiaccolata. Imparo a conoscere Annalucia Bonanni, un’altra persona molta attiva per la sua città che ho già visto in tanti video insieme a Sara. C’è anche Bulma con la sua telecamera per documentare l’evento. La riconosco ormai anche dal rumore di un campanellino che porta con sè che suona quando cammina o corre o quando va da qualche parte. Ora non so se lo porta dal terremoto o se lo ha da sempre quasi come un portafortuna oppure sarà un solamente un braccialetto.
Molti del comitato cittadino e loro amici sono presenti insieme a quasi 20.000 persone, tra cui molti giovani, famiglie delle vittime, altre associazioni come quella di Viareggio o delle morti sul lavoro per citarne solo alcune venute per solidarietà e forse anche per ricordare che a qualsiasi tragedia si desidera giustizia, sicurezza e prevenzione affinchè certe stragi non si ripetano più.
La fontana luminosa è invasa dalle fiaccole. Tutto si svolge nel silenzio con qualche commento di Annalucia e Mattia che cercano di spiegarmi alcune cose sul ex-prefetto Gabrielli, come per esempio, le varie denuncie contro il comitato o sul sequestro delle carriole. Cerchiamo di raggiungere la testa del corteo.
Nel comitato 3e32 c’è piuttosto agitazione in questo momento però mi sembra ancora molto attivo, e anche se alcune persone si allontanano momentaneamente per impegni vari e tutte sono disposte a fare ancora tante cose. Questo commento ha rincuorato Annalucia durante la fiaccolata.
A CaseMatte, anche se i presenti sembravano non mettersi d’accordo, cosa che secondo me è una cosa normale e tipicamente mediterranea quella di dare l’impressione di litigare, alla fine tutti cercano la stessa cosa e l’amicizia prevale, almeno questa è la mia impressione.
Una cosa che mi dà fastidio durante la fiaccolata è l’onnipresenza di fotografi e telecamere. Per il resto c’è un’agosciante silenzio, si sentono solamente passi e qualche sussuro di persone che si salutano, che s’incontrano o che si rivedono. Una donna è intervistata dalla RAI e dice ciò che tutti sanno: L’Aquila è ferma da due anni, dopo i MAP e le C.A.S.E. il nulla; poco avvenire per le generazioni future, parla dei giovani che vanno all’Aquilone non avendo spazi dove incontrarsi in città; parla delle vittime. L’intervista è lunga, lasciano parlare questa signora disposta a denunciare la situazione di una città morente e del grave disagio sociale e culturale degli giovani e anziani, è inarrestabile e dice tutto con la speranza che magari il suo grido venga ascoltato da quelli che stanno davanti al piccolo schermo.
L’Aquila, 6 aprile 2011. Arriviamo a piazza Duomo verso le ore 3:30 (o forse più tardi), di nuovo silenzio, scoccano i 309 colpi della chiesa, vengono letti i nomi delle vittime, molte spesso con lo stesso cognome. Si capisce subito che intere famiglie sono scomparse per sempre da quel tragico giorno. Tutti ascoltano in silenzio, una persona sviene e la Croce Rossa interviene. Poi, saluto alcuni amici e torno a casa prima della messa alla Basilica di Collemaggio.
Arrivo alle 10:30 a l’Aquila, c’è ancora molta gente. Sembra che non si possa entrare in basilica senza e posti prenotati. E’ necessario un biglietto.
Trovo questa cosa assurda, ma è possibile che anche durante un giorno così importante solamente poche persone selezionate possano entrare in chiesa ? Di fatti alcuni militari e poliziotti dandomi il programma con le preghiere e i canti della messa mi avvertono che si può solo entrare se si ha un biglietto.
Io come tanti entro lo stesso. Infatti, tutti i posti seduti nel centro e vicino all’altare sono prenotati. La gente entra in chiesa. Le forze dell’ordine non osano fermare nessuno e lasciano entrare. I lati della basilica si riempiono di cittadini e di famiglie che hanno perso una persona durante il terremoto. La chiesa è piena, un vigile del fuoco ci chiede di fare spazio e di sgomberare i lati della basilica, il suo ordine sarà rispettato solo per pochi minuti. Una ragazza ha un malore durante la messa. Due vigili del fuoco la portano fuori. Ci sono applausi per il presidente della Reppublica Napolitano. Vedo anche il sindaco de L’Aquila Massimo Cialente con la fascia tricolore mentre saluta i cittadini presenti alla messa. Di nuovo, come durante la fiaccolata, vanno e vengono fotografi. Una coppia vicino a me s’indegna e dice al fotografo «Ma si vergogni». Una donna non lontano approva il commento, altri nel silenzio come me disapprovano quel via-vai di reporter e fotografi mentre vengono di nuovo ricordate le 309 vittime del terremoto.
Alla fine per misure di sicurezza dobbiamo aspettare che il presidente Napolitano esca per primo. Molti cercano di avvicinarlo o quasi di toccarlo, esce fuori tra gli applausi. Una volta fuori noto una grande presenza di uniforme pulitissime, perfette degli vari corpi dell’esercito, dei vigili del fuoco, protezione civile, croce rossa, polizia, carabinieri. C’è anche una grande presenza degli media televisivi e di fotografi e giornalisti. Insieme a me c’è Antonio a osservare la scena tra persone che lasciano la basilica, tutte quelle uniforme senza una piega, auto blu, forze dell’ordine. Antonio è a CaseMatte da tanti mesi dopo essere ritornato da Como e vive in una roulotte anche se è aquilano di nascita. Ha una casa classificata «E», cioè dovrà essere demolita per poi essere ricostruita. E’ un uomo di una cinquantina d’anni senza lavoro che rivendica la sua cittadinanza aquilana, ha dunque trovato riparo vicino a CaseMatte in una roulotte in attesa che le cose cambino.
Ritorno dentro l’ex-ospedale psichiatrico, dove resto con gli altri. Anche oggi c’è la mostra «Temporary? Landscapes» dove sarà pure presente il fotografo Michele. Rivedo Chiara e un’amica romana; ci eravamo persi di vista durante l’affissione delle foto. Scarichiamo ancora foto giganti dalle macchine, alcune saranno attaccate intorno a CaseMatte.
Incontro anche Ilia, anche lei una di quelle persone conosciute attraverso un video sulla rete. Studia filosofia, è una ragazza molta sveglia e anche molto attiva e mi ha fatto piacere conoscerla. Quando incontro molte persone in breve tempo, non ricordo subito i nomi, per questo mi serve tempo e va meglio quando frequento più spesso le persone che ho imparato a conoscere.
Il dovere mi chiama anche in altri posti. Questa sera non posso restare. Saluto gli amici e si ritorna a Barisciano dove assisto alla messa in un chiesa di legno. Dai banchi si può leggere su una piccola targhetta che è un dono della fondazione Don Giacomo e degli Stati Uniti d’America. Adesso non so se è tutta la chiesa o solo i banchi che sono stati donati dalla stessa fondazione. E’ piena di persone e fuori altri aspettano la fine della messa per partecipare alla fiaccolata con la statua della Madonna in testa del corteo.
Barisciano, 7 aprile 2011. E’ una giornata di riposo e nel pomeriggio debbo recarmi con l’assessore alle Politiche Sociali alla casa di riposo di Barisciano, dove dopo il terremoto, ci sono lavori da rifare sul l’impianto elettrico e telefonico. Durante la notte del 6 aprile (2009, ndr) sono morte due persone ed un’altra è rimasta gravemente ferita in un incidente stradale dopo avere partecipato alla fiaccolata.
Riguardo alla casa di riposo servono già almeno 6500 euro considerando il monitoraggio di un’impianto che non è mai stato aggiornato sin dalla costruzione negli anni ’70 ; l’acquisto di materiale ; il fatto che le persone dovranno essere spostate di stanza in stanza (considerando anche il possible aumento di persone anziane che possono aggiungersi nella comunità). Tra il materiale necessario servono campanelli nuovi con tabelloni (come negli ospedali) in caso d’urgenza, una rete telefonica efficiente. Serve una lavatrice industriale e un asciugapanni industriale, almeno queste senza dimenticare 2 bagni per disabili e un’ infermeria con frigorifero per medicinali. Ecco un’altro progetto sul quale dovro’ lavorare in assoluta discrezione con l’aiuto di persone, aziende e istituzioni competenti.
L’Aquila, 8 aprile 2011. Vado a CaseMatte (Collemaggio, l’Aquila) vedere come stanno le cose, se c’è qualcosa magari da fare. Oggi c’è poca gente a CaseMatte, sono usciti fare snowboard sul Gran Sasso. Verso il pomeriggio decido di fare un giro nel centro-città. L’Aquila sembra di nuovo essere una città fantasma, come tutti gli altri giorni. Ma non mi fermo alle zone aperte al pubblico, decido di andare oltre. E’ la seconda volta che entro in zona rossa ma questa volta voglio vedere di più. Erano anni che non vedevo più palazzo Camponeschi o Palazzo Carli da vicino. Alcuni operai non mi lasciano passare. Spiego che ho studiato all’università durante gli anni ‘90 ma niente da fare. Da lontano riconosco ciò che rimane di caffé-bar dove andavo a prendere un bicchiere con gli amici; da lontano vedo uno degli palazzi dell’università de L’Aquila. Mi rimangono solo i ricordi delle frequente visite alla segreteria di lettere e delle aule. Ritorno a CaseMatte dove lascio a disposizione della MediaCrew il mio materiale foto e video, una lettera d’auguri con un in bocca al lupo per Ilia per i suoi studi. A Silvia lascerò qualche foto di Bracco, il suo cane abbaia anche se mi conosce quando arrivo.
A tutti gli altri lascerò una lista delle cose nelle quali mi sto impegnato per aiutarli, almeno lì dove posso come, per esempio, una raccolta di fondi per fare un’officina per l’asilo occupato, attrezzi per CaseMatte. Penso che sanno benissimo che possono contare su di me se hanno bisogno di qualcosa anche se sono più spesso a Lussemburgo a causa lavoro. Spero di poter ritornare in Abruzzo il più presto possibile.
Tra le foto ho lasciate anche quelle del parco di Lussemburgo-città delle quali potrannno ispirarsi per rifare quello di Collemaggio, per esempio. Per la fiera dell’artigianato e degli inventori a l’Aquila (28-29 maggio 2011) si cercano 10 inventori, nel caso qualcuno fosse interessato puo’ contattarmi scrivendomi a carlo_noel@mac.com oppure info@passaparola.info.
ps: Fabrizio ha bisogno, per esempio, di silicone e chiavi inglesi da 5 fino a 30 !
Avrei preferito restare quì malgrado le difficoltà del momento; saluto le persone presenti e mi preparo per il viaggio di ritorno. Parto ma non necessariamente felice di farlo. Il lavoro mi aspetta e senza di quello non posso aiutare gli amici. Come ho detto loro, se il lavoro lo avessi trovato più vicino sarebbe stato perfetto aiutarli e, allo stesso tempo, occuparmi della mia famiglia.
Forse un giorno, chi lo sa …
Carlo Noel