A VoicesbyPassaParola, la trasmissione italiana del sabato su Radio Ara, sabato 9 aprile abbiamo parlato di mobbing con il medico, psichiatra e psicoterapeuta dott.ssa Marisa Saina. Riportiamo le argomentazioni più importanti.
Strutture di assistenza alle vittime del mobbing (in Italia, in Europa)
Italia
Il problema dell’assistenza alle vittime del mobbing è stato recepito bene in alcune regioni, in altre un po’ meno (dati del 2008).
Si tratta nella maggior parte dei casi di strutture collegate al Servizio Sanitario Nazionale. Per le regioni dove non è stato istituito questo tipo di servizio, c’è la figura della Consigliera Regionale di Parità, istituita e regolamentata dalla Legge 125/1991 e dal decreto legislativo 196/2000, che può intervenire anche nei casi di presunto mobbing.
Fra tutte le regioni italiane quella meglio organizzata a livello di strutture pubbliche è la regione Friuli Venezia-Giulia. In questa regione sono stati istituiti, in base alla legge regionale 7/2005, i Punti di Ascolto, centri di sostegno e aiuto per lavoratrici e lavoratori che si ritengono colpiti da azioni e comportamenti discriminatori e vessatori protratti nel tempo. Tali centri sono costituiti da Enti locali della Regione, singoli o associati, da associazioni di volontariato e di utilità sociale, da organizzazioni sindacali ed organizzazioni datoriali di categoria, e sono attivati con appositi progetti. I Punti di Ascolto sono inoltre accreditati dalla Regione che ha disposto con regolamento le modalità ed i requisiti necessari per l’accreditamento, al fine di garantire un servizio gratuito e di qualità ai cittadini.
Inoltre esistono molte organizzazioni private. Nominiamo soltanto due, come esempio. A Roma esiste il MIMA (Movimento Italiano Mobbizzati Associati), nato nel 1999 dall’unione dei movimenti spontanei di mobbizzati, che hanno voluto organizzarsi, dandosi una struttura organica nazionale per potersi difendere dal mobbing sul posto di lavoro.
A Venezia esiste l’Associazione Contro Mobbing, in collaborazione con la Provincia di VE – Assessorato alle Politiche del Lavoro, del Comune di VE – Assessorato alle Politiche Sociali e dell’Associazione Nadir o.n.l.u.s.
Questi sono solo due esempi, ma ne esistono molte in tutta Italia.
Europa
La relazione “Workplace Violence and Harassement: a European Picture” (Violenza e molestie sul luogo di lavoro: un quadro europeo) presenta statistiche internazionali raccolte dall’Osservatorio europeo dei rischi dell’Eu-Osha. Secondo la ricerca il problema è ancora più accentuato nei settori dei servizi sanitari e sociali e dell’istruzione, dove più del 50% dei dirigenti considera il fenomeno rilevante in termini di salute. Nonostante l’allarme, però, in molti Paesi europei la questione non è pienamente affrontata e le iniziative di contrasto appaiono inadeguate.
Le molestie sul posto di lavoro possono portare a stress, a congedo di malattia di lunga durata e persino al suicidio. Le ripercussioni economiche sono: 1) una ridotta produttività, 2) un aumento delle assenze per malattia, 3) un più rapido avvicendamento del personale e 4) il pensionamento anticipato dovuto a disabilità spesso in giovane età.
L’indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (Esener) è stata condotta nella primavera del 2009 e ha raccolto 36000 interviste in 31 Paesi. Non fa riferimento specifico alle associazioni anti mobbing.
Nei Paesi Scandinavi, in Germania e in Lussemburgo c’è una buona rete di informazioni e punti di ascolto presenti nelle realtà lavorative più importanti.
Dr. Marisa SAINA
Medico – Psichiatra – Psicoterapeuta