Napoli, città vivace, colta, colorata, musicale, è una combinazione di aggettivi e di sensazioni. Ci sono quattro illustri napoletani che l’hanno rappresentata al meglio negli ultimi anni: Eduardo De Crescenzo, Mimmo Jodice, Peppe Vessicchio e Pino Daniele. Ognuno di loro ha fatto la propria parte
Eduardo De Crescenzo ha tenuto un concerto straordinario a Milano, il 7 ottobre al Teatro Manzoni, dal titolo “Avvenne a Napoli”. De Crescenzo, da fine, raffinato e colto musicista qual è, ha raccontato la storia della canzone napoletana attraverso la sua musica. La canzone napoletana, nota in tutto il mondo, è nata nell’ ‘800 e si è sviluppata fino al 1950, quando viene “contaminata” dal jazz portato dagli Americani durante la Seconda Guerra Mondiale. De Crescenzo fa omaggio alla sua città lungo questo percorso storico e musicale che, attraverso musicisti più o meno noti, crea la ” canzone” come poi viene chiamata e suonata in tutto il mondo. La storia di De Crescenzo ci accompagna nei salotti culturali della società bene dove si esibivano un tempo i cantanti con il pianista. C’è una ricerca della melodia perduta, a volte inframezzata da toni moderni. La canzone napoletana cambierà la concezione della musica. De Crescenzo si è fatto accompagnare al pianoforte da Julian Oliver Mazzariello, un musicista anglo-italiano, anzi “napoletano” come tende a precisare, fra i più apprezzati pianisti di jazz.

Mimmo Jodice è stato un grande fotografo ed è scomparso lo scorso 28 ottobre. Napoletano di nascita, nato nel Rione Sanità, ha trascorso tutta la vita nella sua città nonostante le numerose mostre allestite in tutto il mondo: da Milano a Filadelfia, da Mosca a San Paolo, da Torino a Napoli, dove il Museo di Arte Contemporanea gli ha dedicato nel 2016 una grande retrospettiva e l’ Università Federico II gli ha conferito la Laurea Honoris Causa in Architettura nel 2006. Ha collaborato con grandi artisti tra i quali Andy Warhol, Michelangelo Pistoletto e Alberto Burri. Mimmo Jodice è stato sempre legato a Napoli e questo senso di appartenenza è inscindibile dalle sue opere. La “napoletanità” emerge dalle sue foto, che colgono l’anima della città, il suo essere “Uno, nessuno e centomila”, una città unica, poliedrica, con mille sfaccettature che spaziano dalla cifra popolare a quella aristocratica. Tra le sue foto più rappresentative ci sono “Reale albergo dei Poveri” del 1988, commissionata a Jodice dal Comune di Napoli: un edificio settecentesco in stato di abbandono e le foto delle statue antiche. Nella prima emerge il senso di solitudine e di abbandono dei fasti di un passato che non ritorna, mentre le seconde diventano volti nei quali specchiarsi: forse, ritrovare se stessi nei volti degli antichi… Mimmo Jodice è la personificazione di Napoli.

Il terzo personaggio che incarna Napoli è Peppe Vessicchio, il direttore d’orchestra venuto a mancare l’ 8 novembre scorso. Napoletano di nascita, ha assorbito la tradizione della musica napoletana data da strumenti come il mandolino, la chitarra e la fisarmonica. Ha cominciato a esercitare la propria professione a Napoli realizzando dischi per cantanti del calibro di Nino Buonocore, Edoardo Bennato, Peppino di Capri, Peppino Gagliardi e Lina Sastri. Collaborò anche con Gino Paoli. La sua fama è dovuta anche all’ attività di direttore d’orchestra al Festival di Sanremo. Ha arrangiato brani per vari artisti tra i quali Andrea Bocelli, Roberto Vecchioni, Elio e la Storie Tese, Fiordaliso, Zucchero, Lorella Cuccarini, Ornella Vanoni e altri. Nel 1990 ha diretto in mondovisione l’ orchestra che si è esibita a Mosca, al Cremlino, in un concerto dedicato a John Lennon. A Milano, invece, al Teatro Smeraldo, ha diretto “Mario Biondi and The Duke Orkestra ».
Da ultimo, il grande Pino Daniele, di cui quest’anno, ricorrono i 70 anni dalla nascita e i 10 dalla morte. Pino Daniele si identifica con Napoli. La sua anima è blues, ma l’ha arricchita di rock e di jazz, dando luogo a un nuovo stile musicale, denominato da lui stesso ‘’tarumbo”, ossia una mescolanza di tarantella e blues. Questo perché la sua ‘’napoletanità” è stata influenzata da artisti internazionali quali Eric Clapton, Pat Metheny, Chick Corea e altri. Ha collaborato con grandi artisti italiani come Claudio Baglioni, Franco Battiato, Jovanotti ed Eros Ramazzotti. Napoli è presente sempre nei suoi brani: velatamente e prepotentemente. C’è la tradizione della canzone napoletana mescolata al blues. Nella sua musica ci sono sia la malinconia che la vivacità partenopea: i due volti di Napoli.
Ed è così che Napoli si svela anche attraverso questi quattro grandi personaggi che l’ hanno vissuta e amata.
Anna Violante
