Avreste mai pensato che una compagnia di attori speciali potesse rivoluzionare Sanremo? Non sarà un saggio di fine d’anno, né una vetrina promozionale, né un semplice passatempo. Il Teatro Patologico porterà al Festival, questa sera, la sua rivoluzione culturale, come un faro di innovazione e inclusione che rompe le barriere della società e della cultura tradizionale.

Non ci sarà una narrazione da supereroi o finalizzata al pietismo, ne siamo certi. Abbiamo visto questi ragazzi in tanti spettacoli – su tutti Medea al teatro Argentina di Roma, portata in tour anche a Londra e a New York. Sul palco del Festival faranno qualcosa che lascerà tutti a bocca aperta. Forse, come dicono molti, stasera, si scriverà la storia, anche se tutto questo non dovrebbe essere rappresentato come un evento eccezionale.

Dario D’Ambrosi, anima del progetto dal lontano 1992, ha avuto il coraggio di trasformare quello che per molti era un ostacolo, la disabilità, in una risorsa straordinaria, capace di arricchire e rivoluzionare il linguaggio teatrale.
Con la sua visione, il Teatro Patologico è riuscito a dimostrare che la diversità non è un limite, ma una ricchezza che deve essere celebrata. L’arte non è più solo un mezzo di intrattenimento, ma diventa uno strumento potente di trasformazione sociale, culturale e mentale. Dal 1992 l’Associazione del Teatro Patologico si occupa di un lavoro unico ed universale, quello di trovare un contatto tra il teatro e un ambiente dove si lavora sulla malattia mentale, dove girano ragazzi con gravi problemi psichici.

Chris van Wyk: The Storytellet of Riverlea – Poster

Realtà consolidata sul territorio romano, il Teatro Patologico, nasce con le sue attività didattiche, pedagogiche e teatrali all’interno del Municipio XVI, fino al 2006 quando la Regione Lazio gli concede un nuovo spazio così che dal 2009 l’Associazione del Teatro Patologico ha il suo teatro stabile a Roma in Via Cassia 472. Proprio all’interno di questo spazio nasce la Prima Scuola Europea di Formazione Teatrale per persone con diverse abilità “La magia del Teatro”, che inizia ufficialmente le sue attività didattiche nel gennaio 2010 (il laboratorio di sperimentazione teatrale, Laboratorio delle Emozioni che era attivo già da 10 anni presso altre sedi). Questa scuola rappresenta la realizzazione di un sogno: far incontrare il teatro e la malattia mentale in un percorso che, arricchendo entrambe le realtà, trovi un nuovo modo di fare teatro e aiuti migliaia di famiglie coinvolte con malati di mente.

Tra le attività più recenti il film, uscito nel 2024, “Io sono un po’ matto e tu?“, che vede tra i protagonisti Claudio Santamaria, Edoardo Leo, Raoul Bova, Vinicio Marchioni, Claudia Gerini, Stefania Rocca, Stefano Fresi, Marco Bocci, insieme a 30 ragazzi con disabilità psichiche e fisiche del Teatro Patologico. Il film, presentato al recente Torino Film Festival, il 26 febbraio volerà a Hollywood per partecipare al “LA – Italia Festival”, portando sugli schermi internazionali il lavoro rivoluzionario del Teatro Patologico.

Un altro importante traguardo sarà raggiunto il prossimo giugno, quando D’Ambrosi presenterà una ricerca scientifica all’ONU per dimostrare che l’arteterapia, grazie al suo metodo innovativo, porta benefici non solo a livello emozionale, ma anche cerebrale. L’obiettivo è ottenere il riconoscimento ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per il suo metodo di teatroterapia, validando così scientificamente l’efficacia del suo approccio.

Gilda Luzzi

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