Uno spettacolo eccezionale al fine di raccogliere fondi per un progetto ambizioso che aiuterà le ragazze africane a studiare. Sarà possibile vederlo  il 26 giugno in Lussemburgo (Château de Koerich) contribuendo a una buonissima causa. Lo organizza un’associazione presieduta da un italiano, Marco Somenzi, che ci racconta la sua vita, il suo lavoro, i progetti benefici e ci spiega come possiamo sostenerli 

Ci racconti la tua storia di vita e lavoro fra l’Italia (tuo Paese d’origine) e il Lussemburgo dove vivi?

Sono nato a Treviglio, in provincia di Bergamo, dove ho vissuto la prima parte della mia vita. Appassionato di rugby, ho giocato per anni a Bergamo. Mi sono poi laureato in Scienze Agrarie a Milano, con il sogno nel cassetto di realizzare progetti di sviluppo agricolo e alimentare in Africa. Dopo la laurea ho cominciato a lavorare, prima in un’industria lattiero-casearia a Lodi e poi in Ferrero, dove ci sono da ben 34 anni. Ho sempre lavorato nell’affascinante mondo delle materie prime, sia nell’ambito della qualità sia nella ricerca e sviluppo. Questo mi ha permesso di viaggiare per tutto il mondo, visitando le diverse filiere, con le loro peculiarità conseguenti alle diverse origini e tipologie. Dal 2009 vivo e lavoro in Lussemburgo con tutta la mia famiglia.

Ampelos compie 20 anni quest’anno. Come nasce, perché, cosa fanno coloro che vi operano al suo interno?

Il mio sogno nel cassetto è da sempre stato quello di realizzare progetti di sviluppo agro-alimentare in Africa. “La fame” mi ha da sempre toccato, ma non quella che proviamo noi più volte al giorno, che poi plachiamo mangiando qualcosa, ma quella di chi per cause diverse non riesce a sfamare se stesso e la propria famiglia. Nel 2004 mi ero recato in Eritrea per avviare, all’interno di una scuola di agraria e veterinaria gestita dai Fratelli delle Scuole Cristiane di LaSalle, un mini-impianto per la produzione di formaggio e yogurt. A questo viaggio si erano aggregati alcuni amici. In Eritrea abbiamo avviato le produzioni di formaggio e di marmellata di fichi d’india, pianta che si è largamente diffusa in quel Paese e che quindi da una grande disponibilità di frutti nei mesi di luglio ed agosto.

Al nostro rientro in Italia abbiamo pensato di fondare un’associazione di volontariato per portare avanti questo e altri progetti; e avendo, con piacevole sorpresa,  trovato all’interno della scuola diversi ettari coltivati a vite per la produzione di vino e arrivando noi da una zona ad alta vocazioni viti-vinicola, abbiamo pensato di chiamare la nostra associazione Ampelos, che significa appunto  “vite” in greco. Ma la vite ci è piaciuta anche simbolicamente, perché è una pianta le cui radici condividono il terreno con le altre piante vicine, i cui rami si abbracciano a quelli delle piante vicine e che ha bisogno di essere sorretta, aiutata per crescere forte e rigogliosa e produrre i propri frutti. Dall’Eritrea poi abbiamo iniziato a realizzare progetti anche in altri Paesi: Etiopia, Sud Sudan, Malawi, Burundi (per esempio) e sono progetti che toccano non solo il mondo agroalimentare, ma anche la realizzazione di pozzi, di scuole, biblioteche, di sostegno a cliniche come nel caso del progetto in Sud Sudan presentato al Bazar Internazionale di Lussemburgo dallo stand italiano, che è stato poi premiato come miglior progetto. E ancora: lotta alla malnutrizione come la produzione di biscotti ad alto valore nutrizionale in Burundi oppure ambientale come la realizzazione di impianti di biogas in Malawi.

Per molti anni, ogni estate un gruppo di soci si recava in Eritrea per dare un contributo per la produzione.  Finalmente lo scorso anno, dopo l’interruzione causa pandemia, siamo riusciti a tornare in Malawi dove da alcuni anni stiamorealizzando diversi progetti. Tutti i progetti sono realizzati esclusivamente con partner locali, che conosciamo e con cui collaboriamo da anni e questo ci dà la garanzia della loro corretta realizzazione, sia nelle modalità sia per le tempistiche. Con il trasferimento in Lussemburgo abbiamo trovato un altro gruppo di amici che condividevano i nostri ideali e obbiettivi e abbiamo fondato Ampelos Luxembourg asbl nel 2021. I soci di Ampelos Luxembourg si dedicano principalmente alla divulgazione dei progetti, alla creazione di eventi come questo concerto per far conoscere la nostra associazione e alla raccolta dei fondi necessari per la realizzazione dei diversi progetti. Ci piace sottolineare che il 100% dei fondi raccolti sono destinati alla realizzazione dei progetti, essendo la nostra associazione fondata esclusivamente sul volontariato dei soci, e le poche spese di gestione della stessa sono coperte dalle quote di iscrizione dei soci stessi. 

Lo spettacolo di ‘”voci jazz” è organizzato per raccogliere fondi per uno specifico progetto Ampelos: ce ne parli un po’?

Padre Joseph Kimu, che per certi aspetti consideriamo un visionario illuminato, e con il quale da tempo realizziamo progetti vari, come la costruzione di pozzi, aule, biblioteche, impianti biogas e altro ancora, ha sempre avuto il sogno di far studiare i bambini della sua regione e soprattutto di far studiare le ragazze che in Malawi (come in molte altre parti dell’Africa difficilmente riescono  a proseguire gli studi dopo le elementari) e farle arrivare così all’università. Il suo sogno è vedere le donne raggiungere importanti posizioni per la crescita e lo sviluppo del proprio Paese e da anni lo sta  realizzando. E noi vogliamo aiutarlo e contribuire a questo bellissimo sogno e importante  progetto che si realizza nella St. John Girls Secondary School a Mangochi: un collegio privato che accoglie molte ragazze meritevoli ma prive di mezzi, permettendo loro di raggiungere il diploma superiore e iscriversi anche all’università.

Ci anticipi qualcosa sullo spettacolo del 26 giugno (protagonisti e performance)?

Il concerto del 26 giugno prevede la performance del Luxembourg Jazz Voices, un coro nato 6 anni fa per iniziativa dell’ INECC, istituto europeo di canto corale che ha affidato la direzione del progetto a Edith van den Heuvel. Il gruppo è composto da 22 cantanti provenienti da 12 Paesi diversi uniti dalla passione per la musica. Il repertorio è molto eterogeneo e spazia dallo swing alla bossanova, dal funk al pop, riprendendo classici della musica internazionale rivisitati in chiave jazz. Gruppi vocali come i Manhattan Transfer e New York Voices sono fonte di ispirazione. Il gruppo sarà accompagnato da un eccellente trio di musicisti jazz (piano basso e batteria) e promette una performance emozionante e sorprendente per il pubblico che sarà catturato dall’energia dispiegata sul palco. 

Come è possibile aiutarvi e sostenervi?

In modo molto semplice: sostenendo i nostri progetti, sia economicamente che divulgandoli, e, per chi avesse tempo e voglia,  entrando a far parte della nostra associazione le cui porte sono sempre aperte e i nuovi arrivati sono più che benvenuti.

Intervista raccolta da Maria Grazia Galati

Leggi anche : Ampelos Lussemburgo: l’associazione che produce biscotti proteici per combattere la malnutrizione – PassaParola Magazine

Potrebbe interessarti anche questo

Plëss in Concert

Da domenica 12 maggio a domenica 8 settembre, la Ville de Luxembourg invita il pubblico ad assistere ad una serie di concerti all’aperto nella prestigiosa Place d’Armes, nel cuore della capitale, per una nuova stagione di “Plëss in concert “…

@Voices: Silvano Vinceti e il Manifesto per un nuovo ambientalismo

(Puntata 846) Su Radio Ara Elisa Cutullè intervista il presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, già coordinatore dei Verdi del sole che ride e già presidente dell’Associazione ambientalista Kronos 1991 Assieme a Silvano Vinceti ,…

“Un Muro di Lacrime” per la pace possibile

Libro e testo unico teatrale di Giorgio Stawowczyk presentato ieri a Roma JASSER: Chi cerca di noi al di là del muro? YITSHAQ: Sono un vostro fratello, il mio nome è Yitshaq. Due uomini: Yitshaq, un israeliano, Jasser, un palestinese.…

Il design italiano, una chiave per aprirci al futuro

Sarà la bellezza a salvare il mondo? Lo diceva, in un contesto diverso, il principe Myškin ne L’idiota di Dostoevskij, ma in questi tempi complicati viene da chiedersi se non potrebbe forse essere anche una sincera ricerca del bello in…