Un secolo fa il 29 ottobre 1923 era proclamata ad Ankara dall’Assemblea Nazionale la nuova Repubblica di Turchia sulle ceneri del dissolto califfato ottomano incarnato dal sultano di Costantinopoli (Istanbul) che aveva regnato per più di sei secoli dal Maghreb al Vicino Oriente dall’Europa centrale e balcanica al Caucaso

Appena 15 anni dopo le drammatiche vicende della Prima Guerra Mondiale che avevano visto l’impero osmanlide (ottomano), alleato agli imperi centrali, costretto  a firmare  a Mudros nell’isola greca di Lesbos l’armistizio del 30 ottobre 1918  che seguiva di poco quello russo di Brett Litvosk, il padre della nuova repubblica,  Gazi Mustafa Kemal poi divenuto Ataturk, il padre della Turchia moderna,  terrà il 30 ottobre 1933 un celebre discorso: “La nazione turca ha un carattere elevato, la nazione turca è operosa, la nazione  turca è intelligente. Felice colui che può dirsi turco”.

Mustafa Kemal Atatürk 

Discorso apparentemente visionario nella epoca in cui fu pronunziato ma perfettamente coerente con lo spirito turco, con la maniera in cui la nazione turca si vede e proietta nel mondo l’immagine di sé, con la straordinaria irradiazione storica e geografica delle genti turche. All’origine in quello spazio indefinito che va dalla Siberia al Mediterraneo a partire dall’Asia centrale orientale, dalla taiga mongola e dalla tundra siberiana verso quella elissi di 2500 km per 2000 Km che costituisce l’Asia centrale con i sui 4 mil. Km2 cominciarono a muoversi delle tribù che definiamo turchiche ma anche  altaiche perché in una certa fase provenivano dai monti Altai. La famiglia Altaica comincia a nomadizzare in AC dal XII secolo a.C.. L’impero achemenide di Darius I si vede minacciato dai nomadi turchici abitanti l’Alatau già verso il 1000 a.C.

In seguito assisteremo al passaggio della Volga da parte di una prima famiglia turca, quella degli Unni Eftalidi (bianchi) nel 375 d.C. che, spingendo Alani e Goti verso ovest, provocheranno le invasioni barbariche dell’Impero romano d’Occidente. Gli Unni Eftalidi assedieranno Aquileia nel 452 ma dopo la morte di Attila si ritireranno rapidamente verso l’Afghanistan dove continueranno le tradizioni dell’’epoca greco-bactriana non minacciando più l’Europa.

La seconda famiglia turca si manifesta dagli Altai con un ruling clan che è ashina (blu, gök)  e fomeranno dei kaghanat turchi dell’est e dell’ovest che dureranno sino all’VIII secolo quando nuove famiglie turche  si muoveranno dal lago d’Aral.

Saranno gli Oǧhuz che daranno origine ai Turkmeni, Osmamlidi e Azeri ma che formeranno anche in Afghanistan i regni ghaznavide e ghoride. I Qipchak, all’origine dei Tatar della Volga, degli Uzbechi, Kazachi, Kirghizi.I  Türki, all’origine dell’uzbeko moderno.

Nel mondo del califfato abbaside dopo il 750  d.C. i samanidi persiani avevano preso il controllo di Bukhara, ma  in seguito sarà la confederazione turca dei  Qarakhanidi a battere i samanidi e a prendere il controllo della Transoxiana facendo di Samarkanda ( l’antica Marakanda) l’alto luogo della cultura turco-islamica. Secondo un processo di contemporanea assimilazione di altre culture greco-romane, persiane indiane, cinesi.

I turchi Seljuk che conquistano l’Iran nel 1055 unificano intorno all’anno mille l’Asia centrale secondo una sintesi turco-persiana. Se l’emiro è turco, l’amministrazione è persiana, la lingua erudita è il persiano con accanto un turco fortemente persianizzato che è il tchagatai, la lingua dei racconti di Babur. L’islam è prevalentemente sunnita di rito hanifita.

Progressivamente l’elemento osmanlide si sostituisce nel mondo musulmano all’elemento arabo e il califfato si turchizza. Divenuta Istanbul dal 1453 Costantinopoli diventa il centro del califfato  e  l’impero ottomano si espande verso il Mediterraneo, l’Oceano indiano, l’india, l’Asia Centrale .Solo la sconfitta ottomana ad Ankara di Bayazid nel 1402 contro i timuridi dopo la vittoria turca a Manzikert 1071 contro Costantinopoli ritarda di un secolo il controllo turco dell’Anatolia.

Recep-Tayyip-Erdogan-photo-attila-kisbenedek-afp-

Oggi dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale, l’invasione greca, la minaccia di una spartizione dell’Anatolia fra le potenze alleate vincitrici, la Turchia, resasi vittoriosa prima dei Britannici invasori a Çanakkale (Dardanelli, ndr)  nel 1915 e poi dei Greci invasori nel 1922  riprende a respirare la propria vissuta grandezza. Recep Tayyip Erdoǧan, l’attuale leader, parla del “secolo della Turchia” non più di un secolo turco o di una politica di zero problemi con i vicini. Paese membro della NATO ma non allineato alle scelte americane come l’Unione europea, controllore degli Stretti, svolgendo una politica di autonomia geostrategica, la Turchia riesce nel conflitto russo-ucraino contemporaneamente a fornire i suoi droni all’Ucraina e a rimanere in buoni termini con la Russia. Dopo la fase della emulazione del mondo occidentale voluta da Ataturk, il ventennio di Erdogan segna la riconciliazione interna della parte più moderna del paese rappresentante le varie realtà urbane con la parte anatolica più conservatrice e religiosa. Una ricomposizione che se riuscita al di sopra delle difficoltà economiche permetterà alla Turchia di proseguire nel suo disegno di approfondimento strategico  che va dal Mediterraneo (Libia) all’Oceano Indiano, ai Balcani, al Cacauso, all’Asia centrale sino all’ Africa  Orientale e  Occidentale .    

Nel segno di quella coscienza nazionale “Çannakale geçilmez “ (i Dardanelli sono inviolabili !ndr che viene insegnata nelle scuole turche sino dalle elementari, la Turchia segna orgogliosamente il 29 ottobre 2023  il primo centenario della sua Repubblica. Del resto lo scrittore Mahmud Al- Kashgari aveva raccontato già nell’XI secolo che, nel sogno di Osman, “il Sole del Destino si era fermato nello Zodiaco dei Turchi”.

Carlo degli Abbati                                       

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