Dopo aver ricevuto il premio di “Best Conductor” agli International Opera Awards 2022, Rustioni continua ad essere uno tra i più importanti direttori d’orchestra della sua generazione tanto nel repertorio operistico che in quello sinfonico
Direttore principale dell’Opéra National de Lyon dal settembre 2017, ne diventa direttore musicale dalla stagione 2022/23; è allo stesso tempo alla guida dell’Ulster Orchestra nel Regno Unito dal 2019, a partire dalla stagione 2022/23 con il ruolo di direttore musicale. Dal settembre 2020 è direttore ospite principale dell’Opera Nazionale di Monaco di Baviera. E, attualmente, direttore emerito dell’Orchestra della Toscana.
Dal pianoforte, all’organo, alla composizione, passando per il violoncello e il corista fino alla direzione ora d’orchestra. Ci racconti i tuoi primi passi?
Anche se ho studiato tanti strumenti, ho cominciato come corista nelle i voci bianche al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e poi al Teatro alla Scala. Su suggerimento di mia mamma ho poi iniziato a studiare anche il violino e il pianoforte. Con l’ascolto di Bach è nato l’interesse per l’organo e, alla fine mi sono diplomato prima in organo, poi in pianoforte.
Dopo aver conseguito i miei tre diplomi sono stato all’Accademia del Teatro alla Scala come maestro collaboratore ripetitore al pianoforte. Per me è stato importante avere fatto tante esperienze: volendo diventare direttore d’orchestra avevo bisogno di un’esperienza appunto completa che, a respirare la musica tutti insieme, è importante vederla come un’esperienza di musica da Camera allargata.
Come si è evoluta la tua carriera?
Gradualmente. Studiando le basi, avendo delle solite basi accademiche, facendo l’esperienza nell’opera, dirigendo, suonando durante le prove con i cantanti, dirigendo il complesso di palcoscenico dietro le quinte, assistendo direttori d’orchestra e così seguendo anche l’attività di molte orchestre sinfoniche. Presto mi sono trasferito a Londra per conseguire il Master di Direzione d’orchestra. Il Conservatorio Giuseppe Verdi mi ha dato sì tutte le basi e tutta la formazione necessaria, ma sentivo la necessità di un’esperienza internazionale. A Covent Garden, per esempio, sono stato assistente di Pappano nello Young Artist Program. Grazie a Gianandrea Noseda con il quale ho seguito una Masterclass nel 2006, ho avuto la fortuna di lavorare anche San Pietroburgo per una nuova produzione di cavalleria rusticana.
Elisa Cutullè/ Foto cover: Marco Borrelli