Sandro Sandini coordina un gruppo di volontari che aiutano e assistono le persone in difficoltà. L’abbiamo incontrato. Ci ha parlato degli “invisibili” e di come anche noi possiamo aiutarli

L’appuntamento è un mercoledì mattina d’aprile nella cripta della chiesa di Bonnevoie (Luxembourg-Ville). Per me è “un mercoledì”, ma per tutti gli altri è “ogni mercoledì”. È qui che incontriamo Sandro Sandini, diacono di origine italiana, responsabile per l’assistenza a persone in stato di povertà e disagio in Lussemburgo, per conto della Diaconia. È lui che ha creato questo punto di incontro aperto “a coloro che – ci spiega –nessuno vuole”: senza tetto, tossicodipendenti…persone che hanno qualche credito nei confronti della fortuna e ai quali Sandro, anche grazie a una grande solidarietà (“moltissimi gli italiani che aiutano” ci dice), offre assistenza, cibo, indumenti, servizi. L’ha chiamato il Movimento della carità, è attivo da circa 4 anni e si avvale dell’aiuto di molti volontari. “Alcuni erano loro stessi individui in forte stato di bisogno e disagio – ci racconta il diacono – che sono riusciti a venirne fuori e che oggi aiutano coloro che abitano ancora quello che fu il loro passato”. Questo gruppo  di piccoli (grandi) eroi metropolitani mette a disposizione, oltre a beni di prima necessità, anche servizi come corsi di lingua (Cinzia e Angela, italiane, sono fra coloro che li danno), di artigianato, di bricolage (come fa Marie Thérèse).

“Il fine – ci spiega Sandro – è quello non solo di tirarli fuori da uno stato indecoroso, ma soprattutto di dare loro l’opportunità di imparare una lingua per integrarsi o un mestiere per diventare autosufficienti”. Un esempio di cui Sandro va fiero è Hussein (tunisino, parla bene italiano), ha vissuto a Milano ed è parrucchiere. “Era uno dei tanti che ho accolto e aiutato e oggi è un volontario che mette la sua professione al servizio di queste persone spesso invisibili”. Molti sono stranieri, ma tanti anche lussemburghesi e italiani, come Pietro, che incontro proprio nel “mio mercoledì” e che accetta di raccontare la sua storia. Pugliese, è giunto nel Granducato circa 30 anni fa per amore, dopo 5 anni di carriera militare in Italia. Una relazione finita male, datori di lavoro disonesti che non gli hanno versato i contributi, una madre sola e malata da aiutare al paese, un alloggio fatiscente qui dal quale ha dovuto andar via e…l’abisso dietro l’angolo!  Ora alloggia in una stanza di fortuna e cerca un nuovo lavoro.

Sandro, come è nata questa  tua iniziativa?

Notavo che la gente aiutava molto, ma solo per regalare cibo e vestiti. Una maniera comunque importantissima, ma più frettolosa, “comoda’’ direi. Mi rendevo conto che queste persone avevano invece bisogno anche si dedicasse loro tempo, attenzione, ascolto, compagnia. Per questo ho cercato un posto dove accoglierli e dei volontari che potessero offrire parte del loro tempo per insegnare loro un mestiere, per aiutarli a preparare un CV, per insegnargli una lingua. Affinché si potesse infondere in loro autostima e permettergli di risollevarsi.

Chi arriva da te?

Rifugiati, sans papier (irregolari), tossici, alcolisti, minorenni, donne vittime di violenza. Spesso arrivano dall’estero, illusi o male informati. Partono dal loro Paese d’origine senza porsi troppe domande, poi incontrano difficoltà per lavorare, prezzi folli per abitare e in breve tempo si ritrovano in strada. Non sai quanti passano la notte vagando a caso per la città e si riposano, poi, di giorno su un bus.

La ricerca di un alloggio è uno dei problemi più gravi da affrontare, giusto?

L’hai detto. È il problema più grande. Io collaboro con Croix Rouge, Caritas e InterAction per trovare loro un posto dove dormire, ma i letti a disposizione sono pochissimi…se penso a quante case sfitte ci sono in questo Paese… A tale proposito mi permetto di fare un appello: ci possono essere molto d’aiuto materassi e sacchi a pelo in regalo.

Come si può evitare questa deriva sociale?

Con una legge meno fragile. Ti faccio un esempio: oggi un minorenne che viene arrestato per reati non gravi, dopo 3 ore è già libero. La polizia è scoraggiata e spesso lascia perdere. E così la microcriminalità prolifera e questi giovani sono allo sbando. Per coloro che escono dal Centre de retention di Findel è ancora peggio. Lo Stato li tiene 6 mesi lì e li tratta bene, ma non fa nulla per formarli e dare loro un’opportunità di futuro. Una volta che questi poveretti escono, sono persi, soli, con scarsissime possibilità di trovare un impiego. Per sopravvivere commettono reati e così vengono espulsi. Malignamente mi domando se non sia fatto apposta…

Come possiamo aiutarti?

Ripeto: cibo, indumenti, sacchi a pelo, materassi sono preziosi. Ma chi ha tempo e voglia può mettere a disposizione qualche ora del suo tempo per insegnare un mestiere, una lingua, per aiutare nelle pratiche burocratiche, accompagnare da un medico, dare assistenza psicologica.

Chiunque  può fare qualcosa. Potete contattare direttamente Sandro Sandini (00352) 661 215889;

Sandro.sandini@cathol.lu

(*) Sandro ci tiene anche a segnalare che ogni martedì mattina volontari/e della Parrocchia di Bonnevoie offrono colazione e indumenti ai senzatetto. Ogni dono è ben accetto.  

Maria Grazia Galati

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