Evento inedito, temporaneo e gratuito quello del MORE – Museum of restrictions, che si è svolto dal 3 al 7 maggio a Milano e che ha celebrato con successo, attraverso un percorso sensoriale- educativo, l’importanza del “tocco” e dell’igiene inteso come gesto di prevenzione e protezione. Bella anche l’esposizione di artisti e artigiani che hanno espresso con le loro opere il dramma quotidiano vissuto con il Covid
Promotore dell’iniziativa è Napisan, la cui idea nasce in collaborazione con un partner d’eccellenza come Vita e Salute del San Raffaele di Milano entrambi impegnati sin dal 2020 a sostenere, attraverso un pratico sistema scolastico italiano, un progetto educativo dedicato ai più giovani e non solo. A beneficiarne anche genitori e insegnanti che in qualità di leader guidano le nuove generazioni a una maggior informazione e consapevolezza su un tema così importante come quello dell’igiene. A tale proposito, il progetto “Igiene Insieme” ha coinvolto ben 13 000 scuole in tutta la penisola, (primarie e d’infanzia) di cui 1810 solo in Lombardia.
Ma puntiamo l’obiettivo sulla parte artistico-espositiva. La mostra è stata suddivisa in due capitoli distiniti ma perfettamente coniugati fra loro: uno di carattere più visivo-esperenziale e uno decisamente più scentifico. Meritevoli di lode sono indubbiamente gli artisti, artigiani e allestitori, locali e non, che hanno reso possibile tale evento realizzando vere e proprie installazioni aziendali-fieristiche. Il concetto profondo di “tocco”, inteso come gesto manifestato tra persone e non solo, anche rispetto a oggetti inanimati, ha interamente guidato l’esposizione; un fil rouge perfettamente lineare e privo di sbavature, plasmando un’idea idea attraverso una trasposizione (reale?) e materiale. Esattamente come in una breve raccolta di poesie la parte artistica è stata articolata in otto tematiche, riproponendo semplici frangenti del quotidiano al quale siamo stati sottoposti durante la pandemia da Covid-19. Ciascuna opera si ispira a situazioni ed emozioni vissute quando la libertà di toccare la vita che da sempre ci apparteneva ci è stata letteralmente sottratta: gli stati d’animo vengono così incarnati e fatti a loro volta prigionieri sotto forma d’arte, senza tralasciare nessuno. A prendere forma sono le non-esperienze di chiunque, indistintamente dall’età o dalla posizione sociale, forse questo per ricordarci che siamo stati tutti ed equamente costretti alla sottrazione durante queste tristi e indelebili pagine di storia.
Una sottile voce infantile, ad esempio, manifesta il desiderio straziante ormai divenuto quasi ‘‘utopico’’ di far ritorno a un parco giochi, qualunque esso sia; si compie l’intenzione di esprimere tramite un forte simbolismo e un canale metaforico piuttosto originale il gesto di un abbraccio o il praticare sport senza vincoli o ancora il fare un salto nel nostro locale preferito. E ancora: un caffè improvvisato con l’amica, alla maniglia da toccare per aprire la porta.
Così, mentre tale privazione ci viene riassunta in otto differenti tematiche, gli artisti le loro opere, protagonosti indiscussi dell’evento con le loro opere, hanno voluto riportarci a un tempo che oggi può sembrarci così distante e al quale invece tutti noi dovremmo fare appello e aggrapparci ogni singolo giorno per ricordarci quanto la libertà, ideale assoluto, trascendentale, ritenuto inviolabile, possa in verità essere negata all’intera umanità sotto innumerevoli e sconosciute forme.
La speranza è quella che questo evento trovi fissa dimora nella nostra Milano, cosicchè possa un giorno divenire testimonianza eterna e incancellabile di quello che è stato non solo il vissuto italiano, ma quello di gran parte del nostro pianeta.
Sonia Cerrato