Per la prima volta è stato ricostruito l’albero genealogico di Leonardo in linea diretta attraverso il cromosoma maschile Y, che rimane immutato per 25 generazioni. Abbiamo incontrato Dalmazio erede del grande genio toscano

Se anche non l’avessi saputo ci avrei giurato. I capelli chiari e ondulati sono gli stessi, e anche la nobile linearità del profilo ricorda la fisionomia del genio. Con una flemma intelligente e meditativa il sig. Dalmazio, classe 1935, sorseggia il suo Campari. “Qui i russi hanno comprato quasi tutto e tra non molto anche questo locale cambierà volto, è stato acquistato da una casa di moda. “Il Bar Principe di Forte dei Marmi è il mio ufficio”. Seduto al tavolo vicino all’entrata osserva il frenetico via vai vacanziero di un sabato mattina. D’altronde buon sangue non mente, e osservando e studiando di invenzioni ne ha fatte anche lui. “Guardando dei marinai ho brevettato un arpione da barca speciale, mi ha fruttato anche qualche soldo. Dopo un incidente capitato a mia figlia, ho inventato una telecamera da applicare in macchina per controllare gli incroci, però non sono riuscito a brevettarla e una casa automobilistica mi ha rubato l’idea, pensi che ero andato anche in TV da Bonolis a presentare l’idea, ho conosciuto anche lui.” 

Grazie al suo negozio di ceramiche d’arte proprio in centro, il sig. Dalmazio ne ha incontrata di gente. Ci racconta degli anni d’oro del Forte, delle feste, delle nobildonne che frequentavano la Versilia, degli industriali che lo invitavano nelle loro residenze sontuose, ma con l’età le cose cambiano per tutti. “La mia esistenza ora è quella di un normale pensionato: gli amici, il bar, le partite a carte, ma sa, da quando è uscita la notizia della ricerca la mia vita è diventata più movimentata”.

La ricerca a cui si riferisce è quella condotta dall’associazione Leonardo da Vinci Heritage, presieduta dal prof. Alessandro Vezzosi. Per la prima volta è stato ricostruito l’albero genealogico di Leonardo in linea diretta attraverso il cromosoma maschile Y, che rimane immutato per 25 generazioni. Lo scopo è individuare il suo DNA  per capire anche le ragioni della genialità. La stessa ricerca ha così consentito individuare 14 discendenti diretti in linea maschile, tra questi il sig. Dalmazio: XIX generazione ramo A. “Su questa cosa della mia discendenza diretta con Leonardo è sempre stato mantenuto un certo riserbo, principalmente ce la siamo tramandata tra parenti, la prima volta che mi fu detto avevo 25 anni, ma la conferma  scientifica è arrivata solo lo scorso anno con i primi risultati della ricerca, e l’emozione è stata fortissima”.

Nel corso della sua vita movimentata Dalmazio ne ha fatte di cose: appassionato di auto sportive, campione di go-kart, aspirante inventore, e con l’illustre avo aveva un’altra cosa in comune: ” la mia più grande passione è il volo, volevo fare il pilota” e ci confessa con un velo di malinconia che da ragazzo aveva conseguito il brevetto, ma la prematura scomparsa del padre lo ha costretto ad abbandonare la carriera in aeronautica. Si è fatto tardi, e Dalmazio si congeda confessandoci un suo grande desiderio: “Io vorrei tanto fare un giro sulle Frecce Tricolori. Pensi, il discendente di colui che inventò la macchina per volare sulle frecce tricolori! ho contattato l’aeronautica proponendo l’idea, gli è piaciuta e ci stanno lavorando”. Con la speranza di vederlo presto su un Aermacchi delle Frecce lo salutiamo con affetto, in Versilia torneremo sicuramente. “Arrivederci sig. Paolo!” ebbene sì, lo chiamano tutti così, ma Dalmazio è in realtà il suo secondo nome: “in onore di Dalmazio Birago, celebre aviatore, la passione per il volo l’ho ereditata da mio padre”.

Giorgio de Franceschi 

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