Boris Godunov è l’unica opera lirica di Modest Petrovič Musorgskij considerata un capolavoro. Su libretto proprio, ma basato sul dramma omonimo di Aleksandr Sergeevič Puškin come anche su “La storia dello Stato russo” di Nikolaj Michajlovič Karamzin, rappresentato per la prima volta al Teatro alla Scala nel 1909, vi resta in scena fino al 29 dicembre 2022

Rappresenta una pietra miliare della scuola russa ottocentesca in quanto ha avuto un’enorme influenza sulla musica europea di gran parte del Novecento: uno stile musicale peculiare che non solo dimostra la profonda conoscenza del compositore della musica popolare del proprio paese ma che al contempo rifiuta fortemente l’influenza operistica italiana e tedesca.

Raffaele Mellace, musicologo, definisce l’opera un capolavoro visionario in quanto  porta lo spettatore in un mondo lontano del tempo e nello spazio, diversa nel periodo di concezione ma anche attualmente. Le musiche trascendono le regole conosciute e creano quel mondo surreale che ricorda l’Amleto di Shakespeare. Un personaggio, Boris, che vive in mondo reale, ma sfuggente. Kasper Holten (regia) mette in evidenza il tratto umano dell’usurpatore: una diatriba interiore sulla presa di potere, le relazioni e il passaggio al figlio. La politica è interiorizzata e crea dolore e sconforto, quasi come ci fosse una latente paura di non essere all’altezza di ricoprire il proprio ruolo di reggente.

003_0H3A2451. ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Es Devlin (scenografa) sottolinea la fluidità e l’impalpabilità delle scene: da un lato l’intangibile paesaggio e, dall’altro l’opulenza degli edifici  interni ed esterni. Un alternarsi di colori/non colori come il bianco e il nero, e l’oro, simbolo della ricchezza per eccellenza: il gioco dei colori viene ripreso anche nelle luci, mentre i costumi di Ida Marie Ellekilde sono il corrispettivo di opulenza.

Un viaggio di 3 ore (pausa inclusa) che però trascorrono in un attimo perché i protagonisti sono come dei magneti che focalizzano l’attenzione dello spettatore e riescono a trasmettere la paura, la follia, l’indecisione e la fragilità dei sentimenti. Dalla prima scena in cui viene chiesto a Boris di accettare il trono fino all’ultima in cui il protagonista si accascia senza vita, dopo aver chiesto al figlio di accettare il trono.

In scena al Teatro La Scala di Milano fino al 29 dicembre 2022.

Per info e biglietti: https://www.teatroallascala.org/it/stagione/2022-2023/opera/boris-godunov.html

Elisa Cutullè

(Foto cover: ph Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala)

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