Cos’è la bellezza per Richard Avedon? È mettersi in relazione con chi guarda, per stabilire un contatto, un’intesa. È questo che raccontano le 106 fotografie, in maggioranza bianchi e neri, esposte nella mostra Richard Avedon. Relationships in corso a Milano, a Palazzo Reale, fino al 29 gennaio 2023

La mostra si snoda attraverso i due diversi percorsi fotografici affrontati da Avedon: la moda, in primis, dove è un Maestro indiscusso e i ritratti, dove emana la sua capacità di cogliere l’intimo delle persone. Il mondo della moda ha avuto per Avedon tre punti fermi: l’incontro con l‘ art director di Harper ‘s Bazaar, Alexey Brodovitch, che lo ha introdotto in questo mondo nuovo e vivace; la consacrazione a fotografo di Moda, grazie a Diana Vreeland, direttrice di Vogue USA e la collaborazione con Gianni Versace, col quale ha trovato un feeling perfetto. La ritrattistica spazia dalle persone famose agli sconosciuti, sempre mantenendo la stessa intensità e lo stesso coinvolgimento emotivo.

Veniamo alla moda, dove ogni foto racconta una storia a sé. I suoi primi servizi fotografici, sia che siano stati realizzati all’aperto, in esterni, o in interni, hanno tutti una leggerezza, un fascino, che li rende ” glamour”. Avedon ha lavorato con tutte le modelle più famose, da Dovima a Suzy Parker, da Renée a Carmen, da Jean Shrimpton a China Machado, da Veruschka a Linda Evangelista. Meravigliosa è la foto di Suzy Parker che, in abito da sera, apre il mantello che ha sulle spalle ed è come se la modella si presentasse al mondo, come farfalla che esce dal suo bozzolo; oppure, come Renée che, ripresa di schiena, agita la parte finale del suo cappotto, come un pavone quando fa la ruota; e ancora Carmen, che salta da un marciapiede con l’ ombrello aperto e ricorda molto Cartier – Bresson, anche se è un omaggio a Munkarsi; e la magistrale e iconica foto di ” Dovima con gli elefanti”, che considererei la foto ” regina”, perché la modella tra gli elefanti sembra più una regina che una domatrice e perché è la foto simbolo di una donna sicura di sé; e la particolare foto dell’ elegante primo piano di un piede con una scarpa in pelle con pelliccia con lo sfondo sfumato della Tour Eiffel, che dà l’ idea di una donna dominatrice e padrona della situazione, da come posa il piede.

La celebre modella Veruschka, leggiadra e quasi danzante, ritratta in due foto dinamiche e vitali. La foto sensuale e famosissima di Nastassja Kinsky, avvolta dal pitone, che incarna un erotismo pudico, ma seducente; o le tre foto che ritraggono Jean Shrimpton, dove gli abiti o la posa, celano il volto: sono foto ” vedo non vedo”, le uniche dove l’abito ruba la scena alla modella; per terminare con delle foto a colori che immortalano Linda Evangelista, coloratissima e gioiosa; una coppia di modelli nudi che hanno un foulard con disegnate delle farfalle, che copre le loro teste, facendoli sembrare a loro volta, una farfalla e le due foto dei gruppi di modelle e modelli degli anni ’80 e ’90 che li consacrano nell’ Olimpo della Moda. Un fotografo di moda anticonvenzionale, Avedon, che scattava foto nei posti più impensati, facendo in modo che la modella risaltasse su tutto. Nei ritratti, Avedon cerca di penetrare l’intimo delle persone, facendo emergere il loro carattere, la loro vera essenza, come accade nei superbi ritratti dei Beatles, o nella foto dove appare la Dietrich: misteriosa, conturbante, ammaliante, inarrivabile Marlene.

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E ancora: Marylin, ritratta sorridente mentre abbraccia Arthur Miller o da sola, dove la diva è pensierosa e quasi smarrita: una foto di Marylin fuori dagli schemi. Truman Capote, in due atteggiamenti diversi: come ispirato dalla vita nella foto giovanile, dove mostra il suo corpo e ha gli occhi chiusi e come da essa deluso in quella più anziana con lo sguardo perso; la famosa foto di Marella Agnelli con il lungo collo, come un cigno: classe e portamento regali. Andy Warhol ” messo a nudo” nel suo dolore fisico, fotografato con tutte le cicatrici dovute alle operazioni in seguito ad un tentato omicidio subìto da parte della scrittrice Valerie Solanas; o Sofia Loren in una foto ” mossa” che mette in risalto la sua fierezza e la sua bellezza. Da ultimo, ci sono i ritratti della gente comune, come quelli fatti ” on the road” in un servizio fatto sul West degli Stati Uniti. Qui Avedon ha lavorato in esterni, anche lungo le strade, però ha mantenuto uno sfondo bianco per mettere in evidenza le persone, il loro modo di essere e di lavorare, come l’intenso ritratto di una mamma con la sua bambina, dove la piccola sembra titubante nel farsi fotografare. E la ritrattistica si conclude con le immagini che appartengono ad un servizio fatto per la rivista ” Rolling Stone” nel 1976. Era stato chiesto ad Avedon di seguire i principali candidati alle elezioni presidenziali del 1976. Egli, invece, fece un ” collage” dei personaggi più influenti del momento negli Stati Uniti: un modo diverso e più di interpretare la politica. Infine, c’è il rapporto di lavoro e di amicizia con Gianni Versace (proseguito poi con Donatella). Avedon è riuscito ad interpretare il suo pensiero e a tradurlo in immagini. Ne è nata una collaborazione ventennale sfociata, nel 1998, in un libro intitolato “The Naked & the Dressed: 20 years of Versace by Avedon”. In Avedon c’è sempre una ricerca introspettiva che va al di là della foto in sé per mettere a fuoco l’ “essere” più che l’ “apparire”. In questo sta la sua grandezza.

Anna Violante 

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