Applausi e un tutto esaurito la scorsa sera al Cape di Ettelbruck per Don Juan, l’ultimo lavoro della compagnia Luxembourg Ballet, coprodotto con il Cape di Ettelbruck e finanziato dal Ministero della cultura, supportato da Dance Xperience e TROIS C-L

Seduttore, passionale, cinico e anarchico, la figura di Don Giovanni ha da sempre affascinato il mondo della letteratura fin dal XVII secolo. L’uomo che apprezza più il “sapore della conquista” che la donna in sé, il Don Giovanni di Mozart è tra i melodrammi più rappresentativi ed identificativi del catalogo mozartiano ed è anche uno dei più applauditi nella storia del teatro musicale. L’idea di totale estraneità del protagonista ad ogni adesione morale, ed anche della colpa e della pena: idea che attraversa il capolavoro di Mozart ma anche le precedenti esperienze di Tirso de Molina, di Molière e di Carlo Goldoni. La coreografa Volha Kastsel, cofondatrice insieme a Victoria Tvardovskaya nel 2021 della compagnia Luxembourg Ballet, parte proprio dalla fusione tra il personaggio di Don Giovanni disegnato da Molière e quello dell’opera di Mozart.

Nella prima Don Giovanni è appunto un cavaliere sicuro di sé, determinato a vivere la vita soddisfacendo ogni suo capriccio. Non ha dunque rispetto per nessuno, padre e Dio compresi; del nobile cavaliere ha conservato solo il titolo e il senso della lealtà in combattimento, per il resto è rappresentato come l’immagine dell’ipocrisia umana che viene punita nel finale, facendolo sprofondare nell’inferno. Alla figura di Don Giovanni nel “dramma giocoso” di Mozart fu particolarmente legato il filosofo Kierkegaard che gli dedicò una parte del suo Aut – aut (Enten-Eller), dal titolo Gli stadi erotici immediati, ovvero il musicale erotico. Secondo il filosofo danese nell’opera mozartiana la sensualità è intesa come principio e l’erotico è inteso come seduzione. Don Giovanni è teatralmente e musicalmente vitale, in quanto tutti – nel bene e nel male – sono attratti da lui; è inafferrabile e solo perché nella sua compulsiva autodistruzione sembrano scorgersi un vuoto interiore e quasi un tedium vitae. Don Giovanni è un incosciente nel senso che è privo di coscienza morale, del tutto indifferente al dolore del prossimo e totalmente estraneo a qualsiasi cosa che gli ricordi il soprannaturale.

C’è, dunque, nel personaggio di Don Giovanni, accompagnato dal suo servo Sganarella, un sottile gioco tra “essere” e “apparire” che è ciò su cui la coreografa Kastsel si sofferma nella messa in scena per far rivivere l’opera e calarla nei nostri giorni: quella apparente felicità che ci è propria solo se condivisa con gli altri in mondi virtuali inesistenti. La scenografia del suo Don Juan è di color nero con un baldacchino di veli al centro ( simbolo e luogo delle fughe d’amore del protagonista) da dove entrano e escono i personaggi, intorno degli occhi giganti che scrutano e ci guardano simboli del “quotidiano essere osservati”. Il protagonista è l’impeccabile Sergii Kryvokon (Don Giovanni) accompagnato dalla bravissima Nataliia Matsak (Donna Elvira) entrambi solisti e primi ballerini dell’Opera Nazionale dell’Ucraina.

Sergii Kryvokon e Nataliia Matsak Don Juan

Tutti i personaggi sono ben delineati e importanti ed ecco che la figura di Sganarella, interpretata dall’agile e virtuoso Oleksii Busko del Kiev Modern Ballet è fondamentale così come quella de paesani Charlotte, Pierrot e Mathurine interpretati da una coppia d’eccezione Ekaterina Provalinskaya e Artem Shoshyn e da Vistoria Tvardovskaya: si può subito vedere la perfezione tecnica della scuola del Bolshoi di Mosca nella quale entrambe si sono formate. Shoshyn è solista del Kviv Modern Ballet Theatre, coreografo e artista acclamato in Ucraina. Brave e preziose anche le ballerine del corpo di ballo Susanne Wessel, Sofia Binetti, Laura Guessan, Carine Baccega e Alice Brunner.

Don Juan Corpo di Ballo

Quello della Kastsel è una coreografia, come l’opera mozartiana, “giocosa”: un susseguirsi di quadri tecnicamente complessi che rivelano la bravura dei ballerini, ‘pas de deux’ dalle linee morbide e sensuali che lasciano spazio all’espressività dei corpi. Legazioni aeree rapide, salti virtuosi animano le note mozartiane e il famoso “Piano Concerto n. 21 in C Maggiore” prende corpo davanti agli spettatori.

Siamo ansiosi di vedere la prossima produzione Carmen sabato 24 febbraio 2023 al Cube521 di Driicht (L-9764 Marnach), di questa squisita compagnia lussemburghese che con la sua linea neoclassica va a colmare un vuoto nel panorama tersicoreo nazionale.

Roberta Bignardi

Potrebbe interessarti anche questo

“Un Muro di Lacrime” per la pace possibile

Libro e testo unico teatrale di Giorgio Stawowczyk presentato ieri a Roma JASSER: Chi cerca di noi al di là del muro? YITSHAQ: Sono un vostro fratello, il mio nome è Yitshaq. Due uomini: Yitshaq, un israeliano, Jasser, un palestinese.…

Il design italiano, una chiave per aprirci al futuro

Sarà la bellezza a salvare il mondo? Lo diceva, in un contesto diverso, il principe Myškin ne L’idiota di Dostoevskij, ma in questi tempi complicati viene da chiedersi se non potrebbe forse essere anche una sincera ricerca del bello in…

Futurismo a neimënster per festeggiare i 20 anni di Teatrolingua

“Perelà, creatura di fumo. Solo una favola?” – 27 aprile (19.30) e 28 aprile (17.00) all’Abbazia di neimënster Dopo il successo riportato l’anno scorso a Lussemburgo e negli Abruzzi con “La memoria di una balena. Storia di Tina” (adattamento teatrale…

@Voices: i 70 anni della televisione italiana

Nella nostra trasmissione italiana su Radio Ara celebriamo i settant’anni dalla nascita del piccolo schermo. Dalla prima trasmissione di domenica 3 gennaio 1954, alle ore 11 del mattino fino ad oggi: la storia del mezzo di comunicazione tra Assieme ad…