A Campovolo il più grande evento mondiale contro la violenza sulle donne
Aggiungete un capitolo ai libri di Storia! Quelli in cui, con linguaggi e fotografie polverosi, si raccontano le ere geologiche, l’evoluzione della specie, la nascita delle civiltà e della convivenza tra i popoli. Quelli nelle cui pagine, con toni troppe volte celebrativi, si narrano le distruzioni, le smanie di conquista, le guerre di “civilizzazione” o le battaglie e le rivendicazioni sociali.
Aggiungete un capitolo a quei libri di Storia, perché l’11 giugno dell’anno 2022 a Campovolo (Reggio Emilia), nella RCF Arena, si è scritta un’importante pagina della Storia della civiltà umana. Da Campovolo si è alzato il più grande grido di dolore ma anche di forza contro la violenza sulle donne.
Raccontate di sette grandi artiste, sette grandi donne, che si sono guardate negli occhi, si sono riconosciute e hanno capito che la musica è un veicolo straordinario per sensibilizzare le persone e per provare a cambiare questa terribile “cultura” della violenza. Insieme, Fiorella Mannoia, Emma, Alessandra Amoroso, Giorgia, Elisa, Gianna Nannini, Laura Pausini, hanno deciso di regalare le loro voci – nel lontano febbraio 2020 – per il più grande evento benefico che si sia mai realizzato a favore dei centri antiviolenza. Scrivete delle migliaia di persone che, in poche ore dopo l’apertura delle prevendite, hanno risposto “eccomi!” all’invito delle cantanti. E che, invece, di lì a poco, si sono ritrovate a combattere contro un nemico che nessuno si aspettava e che ha bloccato il mondo intero. Raccontate di giorni lunghissimi di clausura forzata nelle case, quando il fenomeno della violenza sulle donne ha avuto un’impennata inevitabile, con la paura di chi ti sta vicino, la difficoltà di comunicare il proprio disagio, l’angoscia di sentirsi sole. Ma raccontate anche le trepidazioni e l’attesa di chi quel biglietto l’ha tenuto nel cassetto o sul proprio cellulare per due anni e ha temuto che un momento così non potesse arrivare più…
Scrivete, in quel capitolo del libro di Storia che dovrà arricchire i nostri testi scolastici, della marea umana che l’11 giugno ha “preso d’assalto” l’Arena, per una grande battaglia d’amore – l’unico modo di combattere che dovremmo considerare – sfidando trasferte a volte difficoltose, dal punto di vista economico e logistico, stanchezza, attesa e calura. Duecentomila braccia alzate e centomila cuori hanno accompagnato il “più bel tramonto di sempre” – come ha detto Emma prima di iniziare a cantare. E sottolineate che molti di quei cuori erano cuori di uomini – non solo quelli di Caparezza che ha cantato con Fiorella Mannoia, Brunori Sas che ha duettato con Emma, di Diodato che ha fuso magicamente la sua voce con quella di Alessandra Amoroso, dei Sottotono che con Giorgia ci hanno riportato ad atmosfere “antiche”, di Coez e Gianna due tipi “giusti”, di Tommaso Paradiso che ha accompagnato Elisa e di Eros Ramazzotti con Laura Pausini. Scrivete degli uomini che erano presenti sul prato dell’Arena perché da loro, anche da loro, deve partire la rivoluzione.
Parlate dei sette centri antiviolenza che beneficeranno della donazione derivante dai proventi del concerto (una cifra superiore ai 200mila euro ciascuna) che sono la Cooperativa sociale E.V.A. di Casal di Principe (RC), il Centro Antiviolenza e Casa Rifugio “Angela Morabito” di Ardore Marina (RC), il Centro Antiviolenza “Telefono Donna” e rifugio “Casa delle donne Ester Scardaccione” di Potenza, il Centro Donna Lilith di Latina, l’Associazione Sud-est Donne di Conversano, l’Associazione Le Onde Onlus di Palermo e l’Associazione Prospettiva Donna di Olbia.
Se volete raccontate, in quelle pagine di storia, il mega-concerto che è partito alle 19,30 col sole alto e si è concluso alle due di notte, uno spettacolo travolgente, forse inaspettato per intensità emotiva, quasi magico, l’emozione di tutte le artiste, le loro lacrime e il tuffo al cuore nel vedere Campovolo così pieno, “una botta di adrenalina” ha scritto Fiorella Mannoia sui social. Scrivete della rinascita della musica dal vivo, dello spettacolo del pubblico che per ore ha atteso sotto il sole, del caldo soffocante e anche della difficoltà di far defluire centomila persone a fine manifestazione. Una cosa, però, non dovete dimenticare di sottolineare: qui davvero si è fatta la Storia, quella con la S maiuscola e anche se è, forse ancora poco, merita di avere un capitolo tutto suo.
Gilda Luzzi