Tra la città di Dubai e l’aeroporto, in pieno deserto, un progetto faraonico iniziato 8 anni fa, che si espande su un’area di 438 ettari, a cui hanno lavorato contemporaneamente 40 mila operai e che è costato (almeno) 6 miliardi di euro

“Collegare le menti, creare il futuro”, il titolo dell’Expo Dubai 2020 è stata rimandata di un anno causa pandemia e finalmente è stata inaugurata lo scorso ottobre e rimarrà aperta fino al 31 marzo di quest’anno. Il sito si caratterizza su tre distretti a forma di petalo che richiama le tre aeree tematiche: sostenibilità, mobilità e opportunità.

Sono 190 i Paesi che hanno allestito un padiglione, alcuni dal design unico, a volte spettacolare, delle vere meraviglie architettoniche. All’interno di queste strutture futuristiche dominano schermi led giganteschi, effetti visivi incredibili, ologrammi 3D, attrazioni spettacolari.

Il Padiglione Italia che ha come slogan: “La bellezza unisce le persone”, è riconoscibile grazie all’esterno realizzato con corde nautiche che potrebbero ricordare uno dei prodotti più amati dagli italiani (e dagli stranieri): gli spaghetti.  Il padiglione è stato simpaticamente  ribattezzato “padiglione spaghetti”.

Il concetto è la sostenibilità: i materiali utilizzati per l’intera architettura provengono tutti da processi di riciclo: bucce d’arancia e fondi di caffè sono stati utilizzati per costruire le passerelle di accesso ai visitatori; la plastica riciclata per le corde che lasciano passare l’aria e la luce evitando così climatizzatori e illuminazione; per il tetto sono stati realizzati tre scafi rovesciati, colorati di verde bianco e rosso; le alghe marine servono per riciclare l’aria.

Il percorso espositivo continua con i tesori dell’arte, passa ai prodotti della cucina e arriva alle innovazioni tecnologiche dell’industria aerospaziale ed energetica. Per mostrare che l’Italia nonostante molte contraddizioni è un Paese che lavora e sviluppa innovazione, sostenibilità, talento.

Il padiglione del Lussemburgo, non troppo distante da quello italiano è più piccolo e molto bello. Concepito dagli architetti di “Metaform” è ispirato al nastro di Möbius, forma infinita che simbolizza l’apertura e il dinamismo. Il tema è “Lussemburgo pieno di risorse” e presenta il Paese con cinque aspetti: la diversità, i collegamenti, la sostenibilità, l’intraprendenza e la bellezza.

Il percorso scenografico segue il nastro dell’edificio e mette in valore il Lussemburgo multiculturale e le sue tantissime nazionalità, le sue attività digitali e satellitari, la finanza durevole, i suoi progetti per lo spazio e, infine, le bellezze di questo piccolo Stato europeo. Gli organizzatori hanno deciso di tenerlo per sei anni e, dunque, non verrà smontato alla fine dell’expo. Alla fine del percorso i visitatori possono scendere prendendo le scale oppure utilizzando lo scivolo (molto ripido e veloce!) che ricorda le attrazioni della Schueberfoueur (la storica fiera popolare, ndr)

Ci vediamo ad Osaka 2025 !

Franco Nicoletti

presidente Marchigiani nel Mondo e lettore di PassaParola Mag

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