Nel 2020, causa pandemia, Cristina Comencini non ha potuto ritirare il premio alla carriera, l’Amilcar de la Ville. Così quest’anno torna al Festival du Film italien de Villerupt, con ben due film: uno di 30 anni fa e uno di due anni fa. L’abbiamo incontrata

Quest’anno, nella Retrospettiva, c’è un tuo film del 1990 «I divertimenti della vita privata», ambientato durante la Rivoluzione francese dove una prostituta accetta di spacciarsi per una ricca signora cui è molto somigliante. Cosa ci puoi raccontare del film?

Si tratta del secondo film che ho realizzato nella mia carriera, quindi molto lontano nel tempo. Pur non avendolo rivisto l’ho molto presente, perché per me è stato un po’ come un esame. Io ero molto giovane e nel cast ho avuto due attori meravigliosi (Gassmann e Giannini). Mi sono molto divertita, perché era una commedia ironica in costume. Abbiamo girato nelle campagne intorno a Bordeaux in una bellissima villa.

«Tornare» è il film del 2019, con Giovanna Mezzogiorno che interpreta Alice che, alla morte del padre, torna in Italia dall’America per vendere la casa di famiglia. La casa l’aiuta a ricordare la sua infanzia, a rivivere la sua vita come un flashback, a risolvere alcuni conti col passato. Cristina, quale percorso deve fare Alice?

Alice è un’italo-americana, napoletana di madre, che torna a casa perché muore l’ultima persona della sua famiglia: il padre. Questa casa, strana ma bellissima, a Napoli le fa rivivere le ragioni che l’hanno portata via da Napoli.  Quello che mi interessa maggiormente in questo film è il lavoro sul tempo, perché il cinema dipende dal tempo, da come passa il tempo. In questo senso ho cercato di fare una cosa un po’ ardita e cioè di far vivere, contemporaneamente nella casa, tre tempi di questa donna. Lei è confrontata con la sé stessa a 18 anni e poi, più tardi, con la sé stessa bambina e vi dialoga. Questo mi ha aperto la possibilità di fare delle scene in cui la protagonista conosceva delle cose, ma re-incontrarsi gliele faceva ri-capire. La sfida cinematografica per me è stata di avere tre età dello stesso personaggio allo stesso tempo.

Come è, per te, tornare al Festival del Film di Villerupt?

Villerupt è importante per me per tante ragioni. La prima è che sono venuta 30 anni fa, quando ero ancora molto giovane e avevo incominciato a muovermi nel mondo del cinema. Tutta la generazione di mio padre (Luigi, ndr)aveva adorato questo Festival che ricorda la nostra patria all’estero. Per mio padre forse ancora di più, perché lui stesso era stato emigrato nel sud della Francia. Sono venuta qui, all’inizio, con molto affetto. Poi, 20 anni dopo, sono tornata in Giuria, come presidente di giuria, ed ho conosciuto il mio compagno attuale, François Caillat e, quindi, ho conosciuto l’amore. Al momento sto anche lavorando a un film su di lui. Direi che Villerupt, per me, non è solo un «tornare» ma una parte della mia vita.

Elisa Cutullè

La foto di copertina di Cristina Comencini e Giovanna Mezzogiorno sul set di Tornare si ringrazia è di © Anna Camerlingo

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