Dal 29 ottobre al 14 novembre il Festival du Film italien di Villerupt (F) ha aperto i battenti con 76 film, più di 350 proiezioni, 7 sale, 17 giorni di grande cinema…
Primo weekend del Festival del Film Italiano di Villerupt. Dopo la serata inaugurale (del 29 ottobre), che a dispetto di tante passate edizioni ha rispettato i tempi previsti, ha riaperto i battenti la 44ma edizione della kermesse cinematografica tricolore che conta circa 70 film, vecchi e nuovi. Oggi (ieri, 30 ottobre) abbiamo visto per voi Takeaway di Renzo Carbonera, pellicola che affronta il tema del doping nello sport agonistico. Molto brava la protagonista, Carlotta Antonelli, affiancata da Libero De Rienzo, scomparso prematuramente la scorsa estate e al quale il film è dedicato.
L’ambientazione in una località di montagna, colpita dalla crisi del 2008, avvolta dalla nebbia e semi abbandonata, fa da metafora, insieme a un sapiente uso di chiaroscuri, a una storia che affronta con coraggio un tema scottante sempre molto attuale. Tema che fa da sfondo alle complicate relazioni umane e che mostra come, in fondo, il confine tra sostanze dopanti, antidepressivi e amori malati non sia poi così definito.
Si ride, si sorride, ci si commuove e si riflette nel bel film di Silvio Soldini, Emma (Il colore nascosto delle cose), con una strepitosa Valeria Golino. La affianca Adriano Giannini (bravo, anche se durante tutto il film il confronto con quel mostro sacro del padre è sempre in agguato!). Siamo nella Roma dei giorni nostri: Emma è una osteopata non vedente che brilla di consapevolezza e resilienza, Teo un manager pubblicitario sciupafemmine e dall’infanzia irrisolta. I due si incontrano per caso, la love story è scontata, ma non tutto il resto, come Soldini ci ha abituati. Ed è così che, fra bei dialoghi, bravi attori e tante scene divertenti, si gusta una pellicola che ci insegna come spesso i veri ‘’ciechi” siamo noi che vediamo.
Un tuffo nella storia si fa, e bene, con Il cattivo Poeta di Gianluca Jodice, che racconta gli ultimissimi anni di vita di Gabriele D’Annunzio, recluso al Vittoriale, dal quale cerca di combattere invano l’alleanza di Mussolini con Hitler. Bravissimo il giovane Francesco Patané, co-protagonista con il fuoriclasse Sergio Castellitto.
Grande attenzione alle ricostruzioni d’epoca e bella fotografia per un film che mostra come la cultura sia l’unico mezzo per combattere le derive sovraniste. Un film su cui riflettere di questi tempi e che sarebbe da mostrare per obbligo alle nuove generazioni.
Maria Grazia Galati