Una passeggiata con ospiti speciali promossa da Save The Dreams– Amici di Don Guanella

Avere un pensiero in testa, pensarlo per sé e per gli altri e poi pian piano portarlo avanti. E’ questo lo spirito dell’evento di oggi, reso possibile anche grazie a tutta questa brava gente che è venuta a darci una mano. Oggi noi siamo la dimostrazione che le cose si possono fare. Si può inventare una città sempre più aperta e solidale”.

Con queste parole – don Fabio Lorenzetti, direttore della Casa dell’Opera don Guanella di via Aurelia Antica a Roma, – ha salutato i partecipanti alla manifestazione “Tutti Taxi per Amore – Il Profumo dei Colori” che, dopo un anno di fermo per la pandemia, è tornata sabato 2 ottobre festosamente ad attraversare le vie della Capitale per una passeggiata in taxi insieme alle ragazze e ai ragazzi speciali dell’Opera Don Guanella.

Foto: Gilda Luzzi

L’opera Don Guanella è presente a Roma con tre Case, Via Aurelia Antica, Santa Maria della Nocetta e Via Appia, dove vivono tutti ospiti residenziali. Ma non solo. Ci sono, infatti, dei ragazzi molto giovani e anche più autonomi, che vivono in appartamenti e che conducono insieme ai loro educatori una vita quasi autonoma: hanno la cucina, condividono la sala da pranzo, apparecchiano, lavano. Come se fossero proprio un po’ a casa loro.

La manifestazione di oggi è stata organizzata dalla Onlus “Save The Dreams – Amici di Don Guanella”, che da 6 anni promuove progetti di integrazione sociale per persone in difficoltà, quali portatori di gravi disabilità e indigenti. L’obiettivo di questa esperienza, come anche di molte altre organizzate dalla Onlus (ad esempio la MamiRun, corsa podistica organizzata in occasione della Festa della Mamma), è quello di abbattere i muri tra le strutture dedicate ai diversamente abili, che sono viste ancora troppo spesso come un mondo inaccessibile e sconosciuto, e il territorio circostante. Ogni progetto è finalizzato al doppio scambio che si concretizza non solo nel far uscire i ragazzi ma anche nel far vedere alle persone che vivono fuori cosa c’è dentro. E sicuramente sono proprio i volontari alla fine a portare a casa il risultato più bello: un’esperienza che merita di essere rinnovata e raccontata.

Foto: Gilda Luzzi

Ho conosciuto Carlo, il “mio accompagnatore”, davanti alla sua residenza all’interno della Casa don Guanella. L’ho visto arrivare armato di quadernone e penna, mentre nessun altro portava con sé qualcosa. L’ho definito subito il “mio accompagnatore”, perché dopo solo qualche attimo mi sono resa conto che ero io che dovevo farmi prendere per mano da lui per lasciarmi trasportare nel suo mondo. Non solo. Volevo proprio che fosse così… Il tempo di capire a cosa servisse il quadernone (ma questo resta un segreto tra me e lui) e subito dopo il serpentone bianco, formato da 100 taxi sui quali viaggiavano altrettanti ospiti e i loro assistenti volontari, si è snodato per le vie di Roma, mentre Carlo mi parlava di treni, di orari e della Stazione Termini – una sua grande passione.

La prima tappa sono state le Terme di Caracalla, passato e presente che si fondono nella grandiosità del modernismo delle opere romane. La guida ci ha raccontato la storia, le vasche calde e fredde, lo spogliatoio e la palestra con i pavimenti a mosaico. Sicuramente non è stata una visita come tutte le altre: i ragazzi sono rimasti affascinati. Ascoltavano e guardavano con attenzione. Stimolati dagli educatori hanno elevato cori dei termini latini dei vari locali come calidarium. Due cose qui mi hanno colpito più di ogni altra: il sorriso dei loro occhi e la loro disciplina. E poi Claudio che alla domanda di una giornalista del TG3 “a chi dedichi questa giornata?” ha risposto, guardando verso l’alto, “ai miei genitori che sono in paradiso”.

Foto: Gilda Luzzi

La seconda tappa ci ha condotto a Villa Celimontana dove ad attenderci c’era la banda dei Granatieri di Sardegna. Al doveroso rispetto iniziale sulle note più classiche, la disciplina anche dei militari si è inevitabilmente allentata quando su musica decisamente più pop come Azzurro è partito un trenino che ha attraversato anche le maglie dei musicisti. Canti, balli, risate, divertimento, serenità. Poi dopo l’inno di Mameli i palloncini che hanno contraddistinto i taxi per tutta la giornata sono stati fatti volare lontano.

Lontano come i pensieri di chi ha partecipato a questa bellissima iniziativa, dei ragazzi e delle ragazze, degli assistenti e dei volontari, degli organizzatori e di tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questa giornata. Pensieri che probabilmente avranno lo stesso profumo e colore di quelli del “mio accompagnatore” Carlo che sul taxi al rientro continuava a dirmi “sono contento”!

Gilda Luzzi

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