È la nuova tendenza che deriva dalla crisi sanitaria. Si lavora da remoto, ma in una località vicino al mare. Succede, ad esempio, a Brindisi, in Puglia, e ce ne parla Emma Taveri, la donna che ha avuto questa splendida idea
Durante l’emergenza Covid-19 è senza dubbio aumentato il numero dei cosiddetti “lavoratori agili”. Molte aziende hanno infatti deciso di adottare il telelavoro in maniera stabile, dopo averne notato i benefici sia in termini economici per l’azienda che in termini di produttività per il lavoratore. Il Sea Working si incasella in questa nuovo scenario lavorativo e punta a rendere Brindisi la meta ideale per il “south working” (lavorare dal Sud, ndr), sfruttando appieno le opportunità offerte dalle città del Meridione. Ne abbiamo parlato con Emma Taveri, Assessora al Turismo, Marketing Territoriale e Creatività del Comune di Brindisi.
Come nasce l’idea del Sea working e che riscontro avete per l’estate del 2021?
Nasce dal basso, da una mia idea condivisa con la città per rispondere alle esigenze delle persone e dei viaggiatori in conseguenza della pandemia. Nuovi flussi di lavoratori in vacanza o di chi lascia la città e di chi rientra al Sud (South working). Al momento abbiamo interesse da parte di persone che stanno scegliendo Brindisi per questo, ma stiamo organizzando bene il tutto per avere un’accoglienza strutturata, anche promossa attraverso il nuovo portale di destinazione su cui stiamo lavorando.
Pensate di portare avanti questo progetto anche per il futuro?
Assolutamente sì, è uno dei filoni della strategia del nostro Comune. Stiamo creando una proposta di offerte ad hoc per individui e imprese, per il lavoro da remoto, la delocalizzazione, ma anche per un giusto equilibrio fra vita e lavoro. Stiamo anche immaginando nuove strutture ricettive ed attrattori (fonti di motivazione allo spostamento, ndr) ad hoc.
Amelia Conte