I Maneskin, quattro ragazzi dai 19 ai 21 anni, con il loro rock duro di Zitti e Buoni, hanno vinto la straordinaria 71ma edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo.
“A Sanremo per noi conta un po’ meno la competizione rispetto al palco di X-Factor. Qui veniamo piuttosto a presentare un progetto – avevano detto in conferenza stampa i ragazzi vincitori – Siamo venuti qui con un sound che sia riconoscibile, la nostra identità deve essere riconoscibile: noi siamo questi e nessuno potrà portarci lontano da ciò. Non potevamo fare un prodotto perché andasse bene al Festival, abbiamo portato una cosa che era tanto “sbagliata” per Sanremo che quasi quasi può diventare giusta”. Hanno avuto ragione loro, Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio, e, soprattutto il giovane pubblico da casa, ha premiato la loro genuinità e la loro coerenza.
Un Festival difficile da dimenticare come il tempo che stiamo vivendo. Un Festival difficile da mettere in piedi – un plauso va ad Amadeus e Fiorello per la tenacia; un Festival difficile da affrontare – con gli artisti relegati tutto il giorno in camera d’albergo; un Festival difficile da raccontare – con la sala Stampa ridotta all’osso e collegamenti da remoto complicati e difficili da gestire. Un Festival di connessioni e disconnessioni reali e metaforiche.
L’esperienza del primo Festival dell’era covid-19 ci rilascia dei buoni insegnamenti: il primo fra tutti è che sul teatro possono accendersi di nuovo i riflettori, se si applicano dei protocolli rigidi e se vengono rispettati. Il secondo è che i giovani (che per tutte le serate della manifestazione nella fascia di età 15-24 hanno registrato il maggior incremento di ascolto rispetto alle precedenti edizioni) hanno bisogno di “evasione” e bisogna fare qualcosa per garantirgliela. Il terzo è che “spalmare” le singole serate per oltre 5 ore è proprio troppo: il nuovo direttore artistico – Amadeus ha dichiarato che non ci sarà un Amadeus ter – dovrà lavorare per uno spettacolo più agile e meno elefantiaco.
Ancora una volta il Televoto ha stravolto le classifiche delle serate precedenti. Clamorosa la rimonta di Francesca Michielin e Fedez con Chiamami per nome, che partivano dalla 17ma posizione e hanno raggiunto un meritatissimo secondo posto, così come un po’ stretto va il terzo posto a Ermal Meta, con Un milione di cose da dirti, visto che fin dalla prima serata era stato in testa alla classifica, vince comunque il Premio Bigazzi per la migliore composizione musicale.. Scivoloni verso il basso per Willie Peyote (che comunque vince il premio della critica), Annalisa e Arisa che erano state sempre molto alte.
Questa la classifica completa:
1) Maneskin
2) Francesca Michielin-Fedz
3) Ermal Meta
4) Colapesce-Dimartino premio della critica Lucio Dalla
5) Irama
6) Willie Peyote
7) Annalisa
8) Madame – premio Sergio Bardotti al miglior testo
9) Orietta Berti
10) Arisa
11) La Rappresentante di Lista
12) Extraliscio feat Davide Toffolo
13) Lo Stato Sociale
14) Noemi
15) Malika Ayane
16) Fulminacci
17) Max Gazzè
18) Fasma
19) Gaia
20) Coma_Cose
21) Ghemon
22) Francesco Renga
23) Gio Evan
24) Bugo
25) Aiello
26) Random
Mentre si spengono i riflettori su questa edizione 71ma del Festival di Sanremo, richiudiamo i nostri pc e archiviamo un’esperienza faticosa ma corroborante nella sua complessità. Il nostro auspicio è di tornare presto a una normalità che ci sembra persa da tempo immemore, tornare a stringere la mano e a parlare in presenza con artisti e conduttori e a godere dal vivo delle performance musicali. Per il momento, non potendo fare altro, tendiamo fiduciosi l’orecchio alle radio, che diventeranno i veri vincitori del Festival, e anche ai bollettini medici che ormai fano parte integrante della nostra quotidianità.
Gilda Luzzin