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L’Unione europea ha designato il 2021 come l’Anno europeo delle ferrovie, con l’obiettivo principale di sostenere gli Stati membri e le realtà regionali e locali; e incoraggiarli a incrementare la quota di passeggeri e di merci trasportati su ferrovia. 

Alina Valean, Commissaria europea per i Trasporti, ha dichiarato: la nostra mobilità futura deve essere sostenibile, sicura, confortevole ed economicamente accessibile. Il trasporto ferroviario offre tutto questo e molto di più. L’Anno europeo delle ferrovie ci dà l’occasione di riscoprire questo modo di trasporto attraverso iniziative che ci permetteranno di aiutare il settore ferroviario a sfruttare appieno il suo potenziale. Nel corso dell’anno europeo la Commissione svilupperà uno studio sulla fattibilità della creazione di una etichetta europea per promuovere merci e prodotti trasportati su rotaia, insieme a uno studio di fattibilità per l’introduzione di un indice di connettività ferroviaria, volto a classificare il potenziale delle ferrovie di competere con altri modi di trasporto.

La Fondazione FS italiane è il custode e gestore del grande patrimonio storico delle Ferrovie italiane: costituita il 6 marzo 2013, riunisce sotto la sua tutela un parco di rotabili storici composto da 400 mezzi, i fondi archivistici e bibliotecari, i musei di Pietrarsa e Trieste Campo Marzio e le linee ferroviarie un tempo sospese, oggi recuperate a una nuova vocazione turistica con il progetto Binari senza Tempo. Va detto, però, che la pandemia ha prodotto una serie di cambiamenti sociali che hanno inciso anche nel settore dei trasporti, determinando una ridefinizione dei progetti e dei programmi, nell’ottica condivisa di garantire collegamenti e accessibilità diffusa e in sicurezza.

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Per parlare di treni storici e di trasporto su rotaia abbiamo sentito il signor Lionello Signori, detto Lele, dell’Associazione Veneta Treni Storici.

Come è nata la vostra associazione e quali sono i vostri principali progetti?

L’Associazione Veneta Treni Storici è nata da una passione comune tra ferrovieri in pensione e in servizio e molti appassionati del mondo ferroviario, che nel 1998 hanno deciso di offrire volontariamente parte del loro tempo. I nostri principali progetti includono l’attività di restauro, riparazione, manutenzione e conservazione dei rotabili storici, oltre alla diffusione della cultura e conoscenza storico-tecnica ferroviaria attraverso la conservazione dei vecchi rotabili.

Il 2021 è stato decretato Anno europeo delle ferrovie. In che modo si può oggi valorizzare questo mezzo di trasporto?

Aumentando sempre più i servizi diurni e notturni tra le principali città europee per il servizio viaggiatori, mentre per il trasporto delle merci si potrebbe imporre a livello europeo il trasporto su strada limitato a brevi distanze, con beneficio sull’inquinamento,
controbilanciando con tariffe agevolate il trasporto combinato strada-rotaia.

Quanto la situazione attuale della pandemia ha inciso sull’attività normale di trasporto in treno e anche sul vostro impegno per i treni storici?

La pandemia ha inciso in maniera pesante, come in tutti i settori, riducendo la necessità di trasporto con un calo notevole di viaggiatori, mentre per le merci il calo è dovuto alla ridotta produzione delle varie aziende. Per i treni storici l’attività è stata completamente sospesa, sempre in conseguenza delle restrizioni alla mobilità. È difficile valutare una ripresa dell’attività a pieno regime.

C’è una realizzazione o un restauro del quale andate particolarmente fieri e quale?

Con orgoglio andiamo fieri del ricondizionamento della locomotiva elettrica Gr 626-231 del 1935 sia dal punto di vista tecnico che estetico, tuttora perfettamente funzionante. Subito dopo abbiamo eseguito l’intervento sulla locomotiva a vapore Gr 740-038 del 1911, destinata alla demolizione a seguito di un grave guasto. Ristrutturata sempre nella modalità tecnico-estetica, ultimata nel novembre 2004, è rimasta in servizio sino al 2020, data di scadenza della revisione ciclica.

Sono previste iniziative e manifestazioni per promuovere il dibattito e per costruire un’immagine positiva del trasporto su ferro, nonché per agevolare la sensibilizzazione di cittadini, imprese e autorità politiche, ma (come ci informa l’Ufficio Stampa della Fondazione) tutto è rimandato al periodo post-crisi pandemia che, ci auguriamo, grazie a una diffusa campagna vaccinale, possa arrivare il prima possibile.

Gilda Luzzi

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