Ligure di nascita ma milanese d’adozione Anna Pirolli, considerata tra i 5 illustratori più originali e talentuosi del panorama italiano, si è dedicata al disegno pubblicitario per grandi marchi per molti anni. Ad un certo punto ha deciso di accontentare se stessa piuttosto che il cliente e ha cominciato a illustrare per la scolastica e la letteratura per l’infanzia.
Intervista all’illustratrice e art director che inaugura la sua mostra* il prossimo 22 ottobre nella sede della Dante Alighieri, in occasione della XX Settimana della Lingua e della cultura italiana nel Mondo, quest’anno dedicata a “L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti”(QUI, tutti gli eventi). La Pirolli sarà anche parte della giuria del concorso a premi, in forma di fumetto, sul tema GLI ITALIANI A LUSSEMBURGO TRA PASSATO E FUTURO, organizzato dall’Ambasciata d’Italia in Lussemburgo, insieme alla Società Dante Alighieri e alla Libreria Italiana.
Com’è nata la passione per l’illustrazione?
E’ tutto merito di mia mamma che fin da piccolissima mi ha insegnato i rudimenti del disegno. A quell’epoca era insegnante di educazione artistica e mi ha spronato ad osservare il mondo e a pormi domande sulla sua rappresentazione gettando le basi per quella che poi è diventata la mia professione.
Descrivi la tua “matita” con 3 aggettivi
Colorata, perché amo creare atmosfere particolari attraverso i colori.
Materica, perché non traccio una linea ma “tolgo la materia” proprio come farebbe uno scultore.
Dettagliata, perché credo siano i dettagli, a volte appena percepibili, che fanno la differenza.
Nelle tue opere spesso gli animali sono tra i tuoi soggetti preferiti. Quanto è importante il tuo rapporto con la natura?
Tantissimo! Vivo in città ma la natura è fondamentale per il mio benessere. Appena posso vado in campagna a fare lunghe passeggiate che mi permettono di rilassarmi e di caricarmi di nuova energia.
Com’è nata la tua collaborazione con Davide Calì? Hai illustrato altri libri (anche di altri autori) dei quali ci vuoi parlare?
Direi per caso o meglio, per merito di una mia collega e amica, Morena Forza. Un giorno Davide ha indetto una open call per un certo genere di illustrazione e Morena mi ha scritto esortandomi a mandare il mio portfolio perché pensava fosse adatto. Nel frattempo ha pubblicato una mia illustrazione sulla sua pagina Facebook. Davide l’ha vista e mi ha contattata ancor prima che inviassi il portfolio, chiedendomi se ero interessata ad illustrare un suo testo. Da questo incontro è nato il primo libro I hate my cats, edito da Chronicle Books.
Il secondo libro E poi viene il momento, edito da Salani, è stato scritto da Pierdomenico Baccalario, un altro “grande” autore della famiglia di BookOnATree. E’ un libro delicato e toccante che parla in modo apparentemente semplice dei cicli che si ripetono nel corso di una vita, dalla nascita alla morte.
Adesso sono in trepida attesa dell’uscita di due albi illustrati a cui tengo particolarmente: il primo è l’adattamento ad un pubblico giovanile del famoso bestseller Il Profeta”di Khalil Gibran, a cura di BeSideBooks.
Poi c’è Anonymouse, è un divertente albo illustrato che parla di animali e di street art ed è stato scritto da Vikki VanSickle per i canadesi di Tundra Books.
Che cos’è l’illustrazione commerciale? Come cambia il tuo stile quando lavori per game e characters design? E quanto è difficile, in tempi come questi in cui il libro è un oggetto sempre meno “consumato”, lavorare nel mondo editoriale?
L’illustrazione commerciale è l’utilizzo del disegno per veicolare temi prettamente pubblicitari o utili alla comunicazione della marca, quindi ha molti limiti imposti dalle necessità del progetto e dai desideri del cliente. Per anni il mio stile è cambiato molto a seconda delle esigenze che richiedeva il lavoro: è stato un punto di forza sapermi adattare a progetti sempre diversi in ambiti anche molto lontani e il mio stile era in secondo piano rispetto a ciò che serviva. E’ stata una grande scuola ma, ad un certo punto, ho pensato di prendere un’altra strada, ho deciso di accontentare prima me piuttosto che il cliente.
Il mondo dell’editoria è variegato e molto diverso da Paese a Paese e da editore a editore. In realtà gli albi illustrati sono un oggetto ancora molto richiesto con un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini. Io ho la fortuna di lavorare con grandi editori storici, con scrittori bravissimi e con un’agente acuta e professionale come Debbie Bibo, quindi, per ora, posso solo raccontare esperienze positive.
L’unica difficoltà sta nella lentezza del processo: trovare il giusto abbinamento tra scrittore/illustratore, fare lo storyboard, passare attraverso l’approvazione di tutte le figure professionali implicate nella creazione di un libro ed infine realizzare le illustrazioni richiede spesso molti mesi, anzi anni. Tutto ciò rende difficoltoso vivere solo di questa professione, soprattutto per chi è all’inizio.
Visto da fuori sembra un mondo piuttosto maschile. Cosa puoi dirci a proposito?
Forse questo è vero per quanto riguarda l’illustrazione concettuale, dove sono spesso nomi maschili ad emergere. Nel mondo dell’editoria per l’infanzia invece mi sembra quasi l’opposto, o perlomeno sono alla pari le illustratrici rispetto agli illustratori.
In realtà non faccio molto caso a questo aspetto, credo che le idee e la genialità siano nell’aria e qualcuno le coglie, maschio o femmina non ha importanza.
Sarai nella giuria del concorso dell’Ambasciata di Lussemburgo, quali saranno i criteri con i quali sceglierai i fumetti?
Scelgo ciò che mi emoziona, ciò che è inaspettato o esteticamente bello, ma premio anche l’impegno e la passione.
Paola Cairo
*Dal 23 ottobre e per tutto il mese di novembre, la Dante ha il piacere di ospitare la mostra dell’artista Anna Pirolli, illustratrice e art director, che collabora con diverse riviste tra cui Vogue e Casa facile ed è molto nota anche nel mondo dell’editoria per l’infanzia.
dal martedì al sabato 10:30-18:30