Le nuove dinamiche vincenti in epoca post-COVID. Ne parliamo con Elena Militello*, ideatrice e presidente dell’associazione di promozione sociale “South Working – Lavorare dal Sud”
Il Covid ha portato circa 8 milioni di lavoratori nella sola Italia a operare da casa nel momento di picco pandemico. Secondo le analisi dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, la maggior parte di questi non hanno lavorato veramente seguendo i principi del lavoro agile, per mancanza di una cultura del lavoro da casa, di formazione in campo digitale e altro. Questi lavoratori hanno operato da remoto in una condizione emergenziale e vincolata, senza volontarietà e flessibilità. Dunque, secondo la Carta del South Working (www.southworking.org/carta-del-south-working), per immaginare come sta cambiando il lavoro è necessario promuovere percorsi di formazione adeguata per gli impiegati, al fine, di mantenere: un sano equilibrio fra vita privata e lavoro, condizioni di lavoro ottimali e alti standard di produttività non più associati alla mera presenza fisica in ufficio.
Elena, questo cambiamento avrà un impatto sulla produttività?
Sì, molti sono gli studi di scienza dell’amministrazione che evidenziano i potenziali vantaggi del lavoro a distanza per obiettivi per il datore di lavoro, in termini di incremento di produttività, riduzione degli straordinari e dei fenomeni di assenteismo (per le Pubbliche
Amministrazioni), miglioramento delle competenze digitali dei lavoratori e della loro motivazione, ottimizzazione dei costi, riflessi sulla reputazione e sulla responsabilità sociale d’impresa.
Immaginiamo un mondo, quindi, dove gli spazi urbani non sono più catalizzatori di competenze. Non è questo in contraddizione con il “secolo delle città”?
Noi non neghiamo l’importanza delle città in quanto tali, ma ci opponiamo a quelle centralità basate su decenni di politiche pubbliche che entrano in contraddizione con uno sviluppo sostenibile per il Paese e per le sue comunità. Immaginiamo un mondo dove le città possano essere luoghi catalizzatori di competenze per regioni sempre più estese, attraverso alleanze fra territori, per una maggiore coesione economica, sociale e territoriale e minori diseguaglianze fra Nord e Sud d’Italia e d’Europa. Molto dipende da cosa intendiamo per città o meglio dalla definizione dei limiti delle città. Questi confini sono sempre più ampi e includono sempre maggiori porzioni di territorio.
Secondo te dove si continuerà a produrre innovazione?
L’innovazione è tradizionalmente legata a luoghi specifici capaci di attrarre capitali economici, culturali e tecnologici. Il digitale, però, ci permette di poter lavorare da qualsiasi luogo dove sia presente una (buona) connessione internet. Questa condizione dovrà essere sfruttata per poter rendere sempre più decentrato il processo di produzione dell’innovazione, per portarla anche in territo-ri lontani dalle città. Ricordiamo sempre, però, che le condizioni essenziali per lavorare in South Working sono le infrastrutture digitali e quelle di mobilità.
Che cos’è il South Working?
South Working – Lavorare dal Sud è un’associazione di promozione sociale volta a promuovere il lavoro dal Sud e, più in generale, da dove si desidera. L’idea alla base del progetto è che nell’era post-Covid sarà possibile per molti la-voratori immaginare ipotesi di contratti di lavoro primariamente a distanza (possibilmente in lavoro agile, cosiddetto “smart working”) che permettano di lavorare dal luogo in cui si preferisce risiedere. Dunque, il lavoro agile non è che uno strumento per il raggiungimento di un obiettivo più grande e importante: maggiore coesione economica, sociale e territoriale e minori diseguaglianze tra Nord e Sud d’Italia e d’Europa.
Gerardo Magaldi (ha collaborato Mario Mirabile)
*Chi è Elena Militello
Palermitana, 27 anni, si occupa di procedura penale comparata. Fino a luglio aveva un contratto di ricerca all’Università del Lussemburgo. South Working – Lavorare dal Sud è un’iniziativa realizzata a partire dai mesi southworking del confinamento in collaborazione con Global Shapers – Palermo Hub, volta a stimolare la possibilità di lavorare da dove si desidera, e in particolare dal Sud Italia, per aziende situate altrove. Mario Mirabile è co-fondatore e vice-presidente di South Working.